Il tutto esaurito negli alberghi di Perugia durante l’edizione 2017 di Umbria Jazz, come da tradizione, non c’è stato. “Siamo di fronte ad una situazione disastrosa” spiega Andrea Barberi, referente di Federalberghi della provincia di Perugia. Una crisi nera, quella del turismo, che non si arresta e che nemmeno una manifestazione internazionale come quella di Carlo Pagnotta riesce a risollevare da una situazione di profonda sofferenza.
Sicurezza a Umbria Jazz, controlli sui dehors di bar e ristoranti
L’acropoli
Arrivati a quasi metà Umbria Jazz (domenica cala il sipario), qualche considerazione basata sui numeri si può fare. Abbiamo contattato telefonicamente qualche struttura ricettiva sia nel centro storico che fuori, così per avere un’idea della situazione direttamente da chi queste strutture le gestisce. “Abbiamo il tutto completo fino a domenica – ci spiegano dal centralissimo hotel Rosalba in piazza del Circo a Perugia – durante Umbria Jazz abbiamo lavorato, ma prima di questo periodo il turismo è mancato“. Soddisfazione anche dall’hotel Sangallo Palace, proprio fuori dalla Rocca Paolina “Non abbiamo raggiunto il tutto esaurito – ci spiegano dalla reception – ma non possiamo lamentarci“.
Piano sicurezza a Umbria Jazz: varchi, controlli e steward
Periferia
Ma fuori dalle mura la situazione cambia. “Nei due weekend di Umbria Jazz non abbiamo registrato il tutto esaurito, come invece poteva capitare durante le passate edizioni – ci dicono dall’Etruscan Chocohotel in via Campo di Marte, dove inizia la periferia della città – In compenso, però, abbiamo lavorato un po di più nei giorni settimanali“. Ma proviene dall’ostello della gioventù Mario Spagnoli in strada Trasimeno Ovest, luogo molto frequentato da famiglie italiane e straniere, il racconto di una situazione ben più negativa. “E‘ il primo anno che non riusciamo a riempire tutte le camere. Non era mai successo, dopo il terremoto siamo in forte difficoltà e nemmeno Umbria Jazz ha saputo risollevare la situazione“.
Caldo, sisma e un calendario con pochi nomi
Ma quali sono i fattori che hanno giocato un ruolo importante e forse reso meno appetibile Perugia durante una delle sue manifestazioni più seguite e note? “Innanzitutto questo caldo che da un mese non ci offre tregua – spiega ancora Barberi -. Soprattutto per quanto riguarda il turismo italiano, non siamo ancora riusciti a scrollarci di dosso l’etichetta del terremoto. Tra i fattori anche un calendario dei concerti con pochi noi noti e la concomitanza con il Lucca Summer Festival dove, invece, sul palco saliranno bei nomi“. E’ notizia che proprio a Lucca, con un cartellone che abbraccia giugno e luglio, ci sarà l’unica data italiana dei Rolling Stones e dove nei giorni scorsi si sono esibiti anche artisti dal sound di generi diversi come hip hop R&B e jazz.
Umbria Jazz, l’appello di Romizi “Venite a Perugia e godetevi i concerti”
Oltre il 20% in meno
Insomma, a Perugia per Umbria Jazz manca una bella fetta di turismo che, tradotta in numero, potrebbe rappresentare il 20% in meno rispetto agli altri anni. “Forse anche di più – commenta Barberi – aspettiamo il fine settimana anche se le prenotazioni arrivate sino ad oggi sono deludenti e durante una manifestazione del genere il last minute è irrilevante. Le istituzioni – conclude Andrea Barberi di Federalberghi – si sono mosse in ritardo. Se c’era un momento in cui spendere soldi per una più capillare promozione turistica o per aiutare festival come Umbria Jazz quel momento giusto era proprio questo. Un’occasione persa, ma guardiamo avanti”.