Trota Mediterranea, Legambiente: in espansione, servono nuove regole in tutta la zona superiore Valnerina

Trota Mediterranea, Legambiente: in espansione, servono nuove regole in tutta la zona superiore Valnerina

Redazione

Trota Mediterranea, Legambiente: in espansione, servono nuove regole in tutta la zona superiore Valnerina

Mar, 02/05/2023 - 15:33

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Legambiente ha presentato i dati del monitoraggio sulle specie ittiche del Nera e avanza le sue proposte per far coesistere natura e sport

La popolazione di trota Mediterranea, la specie autoctona che si sta cercando di sostituire a quella Atlantica, è in espansione sui fiumi della Valnerina. Legambiente Umbria ha presentato i risultati dei campionamenti della fauna ittica e della Gestione degli ecosistemi acquatici della Valnerina.

L’incontro “In Azione per il fiume” si è svolto presso il Museo delle Mummie di Borgo Cerreto con la collaborazione del Comune di Cerreto di Spoleto.

“Un momento importante per rendicontare alla comunità locale e al mondo della pesca sportiva le attività svolte dall’associazione dal 2019 al 2022 – ha dichiarato Brigida Stanziola, direttrice di Legambiente Umbria – ma anche per aprire un percorso di confronto per individuare attività e misure che sappiano tenere insieme sostenibilità ambientale, pratiche sportive in natura e sviluppo locale”.

Un incontro al termine del quale Legambiente chiede di modificare la regolamentazione della pesca in tutta la zona superiore alla trota della Valnerina.

Valnerina laboratorio per far coesistere natura e sport

La Valnerina, secondo Legambiente, è un laboratorio per coniugare la salvaguardia della natura e lo sviluppo locale sostenibile. Uno dei territori di maggior pregio ambientale, storico culturale e artistico dell’Umbria, interessato dalla presenza di una ricca rete di aree destinate alla conservazione della biodiversità in base alla Direttiva 92/43/CEE “Habitat” relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. Un territorio però dove insistono forti pressioni antropiche con la presenza di importanti infrastrutture di produzione energetica, troticolture, scarichi civili inefficienti, attività sportive outdoor non adeguatamente regolamentate.

Un territorio ideale quindi – dicono gli ambientalisti – per tradurre i principi generali dell’Agenda 2030 e delle norme in un modello di gestione e di valorizzazione delle aree protette regionali che faccia coesistere in modo virtuoso la necessità di conservazione e tutela delle risorse ambientali, con lo sviluppo di attività economiche, sociali e ludico sportive.

La Valnerina è particolarmente importante per la salvaguardia della trota mediterranea

La Valnerina è anche particolarmente importante per la conservazione della trota Mediterranea. Nel bacino del Nera si registrano le abbondanze più elevate di popolazioni di trota e proprio in Valnerina la Regione Umbria è impegnata da diversi anni nel progetto di conservazione della trota Mediterranea, specie tutelata dalla Direttiva Habitat e a rischio critico di estinzione, con un trend negativo delle popolazioni. In molte parti d’Italia le popolazioni sono considerate estinte o in gran parte frammentate e isolate. Le principali minacce per la trota mediterranea sono i prelievi idrici, inquinamento e i ripopolamenti con trote Atlantiche. L’ibridazione genetica è sicuramente la principale causa di impatto sulla trota Mediterranea.

Legambiente mostra l’esito dei monitoraggi genetici per la trota Mediterranea in Umbria effettuati nell’ambito del progetto Life Imagine e di altre indagini del DCBB dell’Università degli Studi di Perugia. Da cui si evidenzia come il bacino idrografico del Nera sia quello con una ibridazione genetica minore rispetto al resto della regione e soprattutto dove ancora sono presenti popolazioni residuali di trota Mediterranea autoctona.

Il campionamento delle trote del Nera

“Conoscere e avere informazioni sulla trota Mediterranea, e in generale sullo stato di salute della fauna ittica e degli ecosistemi acquatici – spiegano i responsabili dell’associazione – è fondamentale per salvaguardare la specie e il loro habitat”. E’ per questo che con l’avvio della gestione Legambiente Umbria ha ritenuto indispensabile effettuare periodici campionamenti per monitorare il buon andamento della gestione avviando anche una collaborazione con il Dipartimento di Chimica Biologia e Biotecnologie dell’Università degli studi di Perugia.

Un primo campionamento è stato effettuato nel 2019 e 2020. Un’altro è stato fatto nel 2022. In questo secondo monitoraggio sono stati campionati 3 transetti all’interno dei No Kill della Valnerina e 2 esterni e catturate oltre 1000 trote (con elettrostorditore), tutte anestetizzate, disinfettate e poi rilasciate. Per ciascun pesce è stata eseguita la misurazione della lunghezza e del peso. In alcune è stato effettuato il prelievo delle scaglie necessario per conoscere la loro età.

La trota fario è in assoluto la specie dominante. Il monitoraggio del 2022 registra un incremento della presenza dello scazzone e di qualche esemplare di vairone, due specie protette anch’esse a rischio estinzione. L’aumento di queste specie è sicuramente un buon indicatore per la biodiversità. Ridotta anche la presenza di trote iridee che presumibilmente sono fuoriuscite dagli allevamenti di troticoltura.
La fauna ittica analizzata è ben strutturata e ben alimentata: si registra infatti una distribuzione abbastanza significativa, dai nati nell’anno fino a esemplari di 45 cm. Evidente la presenza di pesci giovani che dimostra che le riproduzioni hanno un buon andamento e che le popolazioni sono in espansione.

L’impegno di Legambiente per gli ecosistemi della Valnerina

Legambiente Umbria gestisce dal 2019, in convenzione con la Regione Umbria, gli ecosistemi acquatici della Valnerina. Un vasto territorio che va da località Belforte, in provincia di Perugia al confine con la regione Marche, fino alla confluenza con il torrente Serra in Provincia di Terni. Svolge attività di vigilanza ittica su tutto il bacino del Nera, attività di controllo e monitoraggio del territorio, a cominciare da quello delle fauna ittica, con il supporto scientifico dell’Università degli Studi Perugia, delle portate del fiume e della qualità delle acque segnalando scarichi abusivi e abbandono di rifiuti.
L’associazione, attraverso una puntuale attività di comunicazione e informazione rivolta alla comunità e alle amministrazioni locali, ai pescatori e ai turisti in generale, cerca di proporre anche una corretta e sostenibile fruizione delle risorse naturali e ambientali e degli ecosistemi fluviali.

“Cinque anni non sono abbastanza per raccogliere i frutti di un impegno complesso e articolato come quello di Legambiente Umbria in Valnerina – dichiara Gianni di Mattia, vicepresidente dell’associazione – certo è che i dati del monitoraggio attestano inequivocabilmente che le azioni intraprese sono quelle giuste”.

Le proposte di Legambiente Umbria per la gestione degli ecosistemi acquatici della Valnerina

I monitoraggi effettuati da Legambiente Umbria, con il supporto scientifico del DCBB dell’Università degli Studi di Perugia, dimostrano che in assenza di immissioni, l’ambiente risponde in modo efficiente, garantendo una buona distribuzione di fauna ittica e un buon andamento delle riproduzioni, non solo nei tratti no kill, ma anche in quelli liberi.
Per mantenere questo patrimonio naturale e ittico occorre, secondo Legambiente Umbria, modificare la regolamentazione della pesca in tutta la zona superiore alla trota della Valnerina, prevedendo il prelievo giornaliero di due trote con una misura minima di 30 cm. Attualmente il regolamento della pesca prevede che possano essere catturate fino a 5 trote con misura minima di 22 cm.

Gli altri fiumi

Fondamentale sarà anche l’istituzione di zone di protezione. In particolare Legambiente Umbria ha proposto alla Regione Umbria l’istituzione di una zona di protezione sul fiume Corno nel Comune di Norcia, nell’alveo sotteso all’opera di presa in concessione alla Az. Agricola Troticoltura Rossi, a valle per circa mt 1200, prevedendo il divieto di pesca e delle attività sportive di nautica fluviale allo scopo di limitare i fattori di pressione, tutelare gli ecosistemi e la fauna ittica. Infatti questo tratto ha caratteristiche idro-morfologiche e biologiche particolarmente adatte alla riproduzione delle specie ittiche salmonicole, che in genere inizia nel mese di dicembre per poi terminare nei mesi di aprile/maggio, con la diffusione degli avannotti a seguito del riassorbimento del sacco vitellino.

Anche il tratto fluviale del fiume Corno, a valle dell’opera di presa di Balza Tagliata fino alla confluenza con il fiume Nera a Triponzo, potrebbe essere adatto per istituire una zona di protezione. Un tratto di circa 2.800 metri, inclusi mt 80 zona di divieto mt 40 a monte e a valle dell’opera di presa Balza Tagliata, che dopo l’evento di piena avvenuto in gennaio, ha subito importanti modifiche dell’alveo a causa del trasporto solido proveniente dal tratto Cascia Serravalle di Norcia che ha ridotto notevolmente la possibilità di praticare attività di pesca. Per le sue condizioni idro – morfologiche e biologiche anche questo tratto potrebbe fungere da incubatoio e da nursery per la riproduzione delle trote e per la reintroduzione della trota mediterranea, considerando anche che l’opera di presa di Balza Tagliata è invalicabile.

Le iridee

Un anno fa Legambiente Umbria ha proposto alla Regione Umbria di prevedere nelle ZRS della Valnerina la possibilità di cattura delle trote iridee pescate, derogando quindi al regolamento che stabilisce l’immediato rilascio del pescato. La deroga al prelievo di trote iridee presenti nelle ZRS No Kill sarebbe una azione funzionale e utile nell’ambito del progetto di conservazione e ripristino delle popolazioni autoctone di trota mediterranea nel quale si sta impegnando la Regione Umbria.

I progetti di conservazione della trota Mediterranea che interessano l’Umbria

Sono due i progetti che interessano la conservazione di questa specie nella nostra regione. Il Life Streams che insiste su 6 aree pilota, tra cui il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e mira a definire e ad applicare una strategia globale per l’intera specie, eliminando le principali fonti di introgressione e migliorando status e habitat. Il Life Imagine invece nasce per sostenere lo sviluppo di una strategia integrata e partecipata per la gestione della Rete Natura 2000 dell’Umbria. Tra gli obiettivi del Life Imagine anche la riduzione della perdita di biodiversità negli ambienti acquatici e l’individuazione di piani di azione per migliorare la conservazione delle specie ittiche a rischio, a cominciare dalla trota mediterranea e il ghiozzo di ruscello.

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