Anche il ministero della Salute si occuperà del caso di Sara Scarabicchi, la donna di 44 anni morta lunedì a San Pio poco dopo essere stata dimessa dal pronto soccorso dell’ospedale di Città di Castello. A segnalare il caso al ministero, secondo quanto previsto dalla legge, è stata la stessa Usl Umbria 1, che domenica è intervenuta con una nuova nota sulla vicenda, dopo le indiscrezioni emerse sabato all’esito dell’autopsia.
La donna – che era stata dimessa dal pronto soccorso tifernate all’ora di pranzo per un “interessamento pericardico in corso di gastroenterite virale” – sarebbe infatti morta per la rottura di un aneurisma aortico. Un decesso che secondo i familiari si sarebbe potuto evitare. Ed è su questo che sta indagando la Procura della Repubblica di Perugia, che ha iscritto nel registro degli indagati, per omicidio colposo, un cardiologo ed un medico del pronto soccorso tifernate. Un atto, come avviene in questi casi, anche a loro tutela, per compiere tutti gli accertamenti del caso.
In attesa degli ulteriori accertamenti disposti sul cuore della giovane morta e del deposito della relazione del medico legale, la direzione dell’Azienda Usl Umbria 1 in una nota “intende fare piena chiarezza e conferma che stanno proseguendo con la massima attenzione le verifiche interne avviate nei giorni scorsi”.
“L’Azienda – prosegue il comunicato stampa – ha già programmato l’audit clinico interno al fine di ricostruire in modo puntuale tutte le fasi del percorso assistenziale e verificare la corretta applicazione dei protocolli esistenti. La direzione dell’Usl Umbria1 e la presidente della regione Stefania Proietti esprimono vicinanza ai familiari della paziente e rinnovano l’impegno dell’Azienda a garantire la massima trasparenza e la collaborazione con l’autorità giudiziaria e con tutte le istituzioni coinvolte, nella piena tutela della verità dei fatti e della sicurezza dei cittadini“.