I sindacati sulle barricate contro la strade delle morti bianche
“Una tragedia che ha scosso tutta la cittadinanza”. Il giorno dopo l’incidente sul lavoro nel quale ha perso la vita Luciano Sotir, operaio 43enne, la cittadina di Montefalco è sconvolta e mai avrebbe pensato di diventare location di quelle tragedie che si pensa e si immaginano lontane. E invece la scia di sangue delle morti bianche coinvolge anche la città del sagrantino.
Il 2023 anno orribile
Anche i sindacati intervengono sul tema. “La strage sul lavoro continua e in Umbria il 2023 assume sempre più i contorni di anno orribile per la sicurezza. Con la morte di ieri di un operaio edile in un cantiere di Montefalco, siamo a 10 vittime in appena 5 mesi, un numero enorme per la nostra regione. E quest’ultimo tragico episodio è il terzo incidente per caduta dall’alto in appena due settimane, una statistica spaventosa e intollerabile”. Lo scrivono in una nota Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, insieme alle rispettive categorie dei lavoratori dell’edilizia e delle costruzioni, Fillea, Filca e Feneal. “Bisogna riaffermare con forza che infortuni e morti sul lavoro non sono ineluttabili, né una triste conseguenza del destino – sottolineano i sindacati – ma avvengono per mancanza di prevenzione, formazione e vigilanza, conseguenza diretta di scelte politiche che hanno comportato tagli su tagli nel corso degli anni. Occorre al contrario investire con decisione in salute e sicurezza – insistono Cgil, Cisl e Uil – I ritardi nella definizione di interventi e azioni necessari a mettere fine a questa strage non sono più accettabili”.
Il cammino da riprendere
Secondo i sindacati umbri “va dunque ripreso immediatamente e portato a concretezza il percorso avviato dopo la tragedia di Gubbio di 2 anni fa (esplosione alla Green Genetics) con la prefettura di Perugia, la Regione, le Dtl, l’Inail, le Camere di commercio, le associazioni datoriali e l’Anci Umbria per definire un piano strutturato che abbia come primi obiettivi: un piano straordinario di formazione dedicata sia ai lavoratori che alle imprese, valorizzando anche gli strumenti della bilateralità; Il potenziamento degli organici dei servizi di vigilanza, in particolare quelli che svolgono la propria attività lavorativa in settori in cui il rischio è alto; un coordinamento delle attività di controllo preventivo con un interscambio informativo tra i diversi enti e istituzioni coinvolte; un programma di qualificazione delle imprese con l’introduzione della patente a punti e incentivi per chi si impegna a migliorare i sistemi di sicurezza; il superamento degli appalti al massimo ribasso; un netto miglioramento della qualità del lavoro contrastando la precarietà“.