Due delle aziende storiche del territorio tuderte, Aisa e Tr.el.met., con 60 dipendenti, hanno chiuso i battenti a fine maggio. Una decisione inaspettata e improvvisa, che l’azienda ha ufficializzato solo qualche giorno dopo aver sottoscritto con le organizzazioni Fim Cisl e Fiom Cgil, alla presenza di Confindustria, un contratto di solidarietà che avrebbe dovuto consentire la prosecuzione dell’attività produttiva per i successivi 12 mesi.
“Oggi, 2 luglio, come Fim Cisl e Fiom Cgil, ci siamo incontrati con l’azienda e Confindustria Perugia per discutere della procedura per la messa in mobilità dei lavoratori, cosa che noi, con il sostegno totale dell’assemblea, non abbiamo sottoscritto, convinti della possibilità di individuare strade alternative alla definitiva chiusura dello stabilimento”, affermano Cristiano Alunni (Fiom Cgil Perugia) e Gianni Scalamonti (Fim Cisl Umbria). “Strade che – spiegano i sindacalisti – ufficiosamente vengono confermate anche dalle nostre controparti, ma che non emergono con chiarezza al tavolo della trattativa, per una evidente volontà di mantenere le mani libere nell’eventualità di una ripresa dell’attività produttiva”.
Fim e Fiom hanno già avuto contatti con il sindaco di Todi, Carlo Rossini, e con la presidente della Regione, Catiuscia Marini. “Ora, in considerazione del mancato accordo e prima della prossima convocazione in Regione per il tavolo tecnico che definisca la procedura secondo le norme vigenti di legge, chiediamo ufficialmente al primo cittadino di aprire un tavolo istituzionale – aggiungono Alunni e Scalamonti – che prenda le difese dei lavoratori e dell’azienda, strategica per il territorio, con l’obiettivo di creare le condizioni per ricostruire un’attività produttiva di qualità e di prospettiva”.
Infine, i sindacati stigmatizzano il ruolo negativo svolto nella trattativa da Confindustria, che, preso atto della situazione di forte criticità, non riesce a costruire una rete di sistema in grado di favorire il possibile rilancio dell’azienda.