Danni in almeno tre frazioni, diverse nuove famiglie sfollate e posti letto allestiti per la notte al Palatenda. La scossa di terremoto registrata questa notte alle 4:36 con epicentro tra Spoleto e Campello sul Clitunno, di 4.1 gradi di magnitudo, ha fatto registrare nuove abitazioni inagibili, con l’aggravamento di lesioni già provocate dalle scosse degli ultimi mesi ma che finora non destavano preoccupazione. Lo sciame sismico che sta interessando da qualche tempo Campello e dintorni ha fatto alzare di nuovo la guardia in un momento in cui sembrava di iniziare a recuperare la tranquillità persa ad agosto.
Danni in almeno 3 frazioni di Spoleto
Sin dal cuore della notte è apparso chiaro che la scossa di poco più di 4 gradi qualche danno lo aveva fatto, soprattutto nella zona di Azzano. Ed è da qui che sono partite il maggior numero di telefonate ai vigili del fuoco. Già poco dopo la prima scossa il piccolo centro ai confini settentrionali del territorio spoletino è stato invaso da mezzi dei vigili del fuoco e dei carabinieri. Diverse le abitazioni inagibili: le crepe si sono aperte soprattutto in edifici che avevano avuto lesioni negli ultimi mesi ma che non erano tali da destare particolari preoccupazioni. Vari i crolli di comignoli nella zona, mentre i tetti di alcune abitazioni hanno avuto danni seri. Il crollo più grave si è avuto alla torre colombaia di un edificio, già compromesso negli ultimi mesi. Crollo che però è avvenuto dopo quasi un’ora dalla scossa, come raccontano alcuni residenti. Nella porzione di immobile adiacente c’era una donna cinquantenne (e non anziana come si era appreso in un primo momento) invalida, che è stata evacuata. Varie le crepe che si sono aperte negli edifici, compresi alcuni recentemente ristrutturati. Altre case nella zona, in alcuni casi più vecchie, hanno invece resistito senza problemi alla scossa.
Alcuni danni sono stati registrati anche ad Osteria di Palazzaccio ed a San Giacomo, località prossime all’epicentro, come confermano dal Comune di Spoleto. Ma lesioni circoscritte in alcuni edifici sono state segnalate pure nella zona di San Brizio e Maiano. Decine e decine le chiamate ai vigili del fuoco e le richieste di sopralluogo. Nella periferia nord di Spoleto si sono recati subito anche il personale della protezione civile e, tra gli altri, il sindaco Fabrizio Cardarelli, l’assessore al personale Gianmarco Profili ed il consigliere comunale Giampaolo Emili. Sul posto sono presenti anche squadre Aedes della Regione Umbria.
Allestiti nuovamente posti letto al Palatenda
Diverse le famiglie sfollate, tanto che l’amministrazione comunale ha provveduto ad allestire nuovamente il Palatenda per accogliere chi non può rientrare in casa, chi è in attesa di controlli o ha anche soltanto paura. Almeno un centinaio i posti letto pronti. “Stiamo ancora proseguendo le verifiche per conoscere il numero esatto degli sfollati. Abbiamo pensato fosse necessario però riaprire da questa sera – ha spiegato il sindaco Fabrizio Cardarelli – il centro di accoglienza al Palatenda per far fronte alle prime necessità di quelle famiglie che risiedono nelle aree prossime all’epicentro e le cui abitazioni hanno subito i maggiori danni”.
Il primo cittadino è tornato a sollecitare la presenza di personale a Spoleto in ausilio per i sopralluoghi. “Finora c’erano 5.300 richieste di controlli e da mesi chiediamo l’arrivo di personale specializzato: non possiamo andare avanti con soltanto due squadre per i sopralluoghi come stiamo facendo ora” ha detto.
Posti letto sono stati allestiti anche a Campello sul Clitunno. Anche qui, come anche nella zona di Castel Ritaldi, sono in corso numerosi controlli, anche se al momento non vengono segnalati danni di rilievo.
Il racconto di Gabriella: “I miei familiari bloccati da una libreria caduta”
Ad Azzano la scossa ha provocato per alcuni vere e proprie scene di panico, mentre c’è stato anche chi inizialmente non voleva uscire di casa. La signora Gabriella abita in un edificio che aveva avuto già qualche danno dopo le scosse dei mesi scorsi. Stanotte ha visto aprirsi nuove crepe in alcune pareti, “eppure i muri sono erti oltre un metro” commenta, spiegando che lei stanotte rimarrà lì, a dormire in auto fuori da casa. “Da qui non me ne vado, qui c’è la mia vita” dice convinta. Nemmeno a pranzo se ne è voluta andare. “Abbiamo sentito una botta secca, per fortuna è durato pochissimo. Sono uscita fuori casa con mio marito ma ero preoccupata perché non vedevo mai scendere mio figlio e la sua famiglia, che abitano al piano di sopra: non riuscivano a scendere perché in mezzo alle scale c’è una libreria che è crollata e gli ostruiva il passaggio”. La preoccupazione è per il nipotino: “Per adesso non potremo vivere insieme, e pensare che nelle ultime settimane i suoi genitori avevano iniziato ad allestire la sua cameretta al piano di sopra”. E’ lei che racconta come la torre colombaia situata a pochi metri di distanza da casa sua è crollata dopo diverso tempo dalla scossa: “Visto che non si poteva rientrare in casa e dormire insieme ad altre persone siamo andati in un bar a fare colazione, quando siamo tornati la torre era caduta”.
L’analisi della faglia e della pericolosità sismica da parte dell’Ingv
Alla luce della nuova scossa oltre i 4 gradi di magnitudo, l’Ingv ha pubblicato un bollettino che fa chiarezza sulla faglia interessata, distante diversi km da quelle del 24 agosto, del 26 ottobre e del 30 ottobre, sulla pericolosità sismica della zona e sullo scuotimento del terreno. L’evento sismico – viene spiegato dall’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – è avvenuto in una zona prossima a quella della sequenza iniziata il 24 agosto in Italia centrale, ma su una struttura diversa, spostata di circa 30 km a ovest di questa. Il terremoto è stato avvertito bene in tutta la zona, come si deduce dalle mappe di scuotimento prodotte con i dati delle reti sismiche e accelerometriche e dal questionario di “hai sentito il terremoto?”.
La zona è caratterizzata da una pericolosità sismica elevata. In epoca storica l’area in questione è stata colpita da terremoti di magnitudo intorno a 5.5. Si ricordano in particolare il terremoto del giugno 1767 e del settembre 1878 entrambi di magnitudo stimata 5.4 ed avvenuti in prossimità dell’epicentro odierno. Più recentemente, ricordiamo il terremoto di Massa Martana di magnitudo 4.6, con epicentro circa 15 km più a ovest, avvenuto nel maggio 1997. A seguito della scossa delle 04:36, fino alle 11.00 italiane sono stare registrate 12 repliche, il più forte di magnitudo 2.5 avvenuto alle ore 06.35.
Timori per la basilica Unesco di San Salvatore
La scossa di questa notte ha destato nuove preoccupazioni anche per la basilica di San Salvatore, riconosciuta patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco all’interno del sito seriale Italia Langobardorum. La chiesa è chiusa da mesi, inizialmente per paura del crollo del campanile e poi in attesa di controlli da parte delle autorità preposte. A sollecitare le verifiche e la riapertura è il consigliere di Lista Due Mondi Giampaolo Emili, che su Facebook oggi ha pubblicato delle foto di crepe probabilmente aggravatesi nelle ultime ore.
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