Terremoto, dopo 7 anni la ricostruzione si fa concreta con la messa nella basilica rinata | Foto - Tuttoggi.info

Terremoto, dopo 7 anni la ricostruzione si fa concreta con la messa nella basilica rinata | Foto

Redazione

Terremoto, dopo 7 anni la ricostruzione si fa concreta con la messa nella basilica rinata | Foto

Mar, 31/10/2023 - 07:11

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La basilica di San Benedetto a Norcia simbolo della ripartenza post sisma. Il 24 novembre l'udienza da Papa Francesco

Dopo sette anni è stata nuovamente celebrata la messa nella Basilica di San Benedetto a Norcia, chiesa che è stata distrutta dal terremoto del 30 ottobre 2016 e che è sulla via della piena ricostruzione. È stato l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, a presiedere lunedì 30 ottobre 2023 alle ore 11.30 l’Eucaristia nell’edificio di culto costruito sulla casa natale dei Santi Benedetto e Scolastica.

Una giornata emozionante e storica per la comunità nursina. La liturgia è stata animata nel canto dalla corale parrocchiale. Col Presule hanno concelebrato don Marco Rufini e don Luciano Avenati. C’erano anche due monaci benedettini del monastero di S. Benedetto in Monte. All’interno della chiesa hanno trovato posto oltre 150 fedeli e una cinquantina di rappresentanti delle istituzioni, oltre agli operatori della comunicazione. Tra le autorità c’erano: il commissario straordinario di Governo ai fini della ricostruzione nei territori dei comuni delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dall’evento sismico del 2016 senatore Guido Castelli; il presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei; il sindaco facente funzione di Norcia Giuliano Boccanera; il soprintendete speciale per le aree colpite dal sisma Paolo Iannelli. Per l’occasione è tornato a Norcia anche l’ex commissario Giovanni Legnini.   

Tanti fardelli gravosi hanno motivato lo scoraggiamento

“Il terremoto del 2016 – ha detto l’arcivescovo Boccardo nell’omelia – ci ha piegati, togliendoci le case e i luoghi di lavoro, privandoci di monumenti, maestosi o semplici, che raccontavano storie di vita e di fede e racchiudevano ed esprimevano l’identità delle popolazioni; ha generato una cesura tra passato e futuro. Poi la lentezza della ricostruzione, gli intoppi burocratici, le difficoltà nella ripresa lavorativa ed economica, la tragedia della pandemia, il lievitare dei prezzi delle materie prime: tanti fardelli gravosi che hanno acuito la fatica e motivato lo scoraggiamento”.

Il grazie del Vescovo agli “attori” della ricostruzione della Basilica di San Benedetto

“Dall’angosciante desolazione prodotta dal terremoto – ha detto ancora il Vescovo – è sbocciata tanta solidarietà che, come la fioritura di Castelluccio, ha riempito di colore il grigiore della polvere dei crolli e delle macerie; e la sofferenza e la paura si sono stemperate nella speranza di un futuro che ancora potrà esserci. Non possiamo dimenticare il coinvolgimento attento delle Istituzioni pubbliche e dei diversi Enti statali e locali, in particolare della Struttura Commissariale con gli On.li Legnini e Castelli. Significativo è stato inoltre l’impegno delle massime Istituzioni europee a finanziare l’opera di ricostruzione di questa Basilica, riconoscendo implicitamente il ruolo insostituibile per l’Europa del Cristianesimo e della cultura che ha saputo ispirare. Grazie a questo intrecciarsi di passione, competenze e sogni, ci è possibile oggi convenire eccezionalmente qui per “abitare” questi muri così cari ai nursini e a tutti noi. Mi faccio dunque volentieri interprete della comune gratitudine e ammirazione nei confronti del Ministero della Cultura, dell’ENI, degli altri Enti qui autorevolmente rappresentati e della Società COBAR con le sue maestranze: grazie a tutti loro ritroviamo per qualche ora questa aula liturgica per celebrarvi, non senza commozione, il sacrificio eucaristico”.

Ricostruzione della Basilica è la capacità dell’uomo di risollevarsi

“Questo edificio sacro – ha proseguito il Presule – è diventato l’emblema del sisma, ma è ancora di più la prova della capacità dell’essere umano di risollevarsi, di tornare a sperare, di guardare in alto e, con la forza di questo sguardo, tornare verso la terra e porre tutta l’intelligenza, la maestria, la fantasia e l’impegno al servizio di un comune riscatto, per risollevare, insieme alle mura delle case, dei luoghi di lavoro e delle chiese, anche il morale delle persone e delle comunità e per risvegliare la gioia di vivere”.

Guardare avanti con sguardo lungo

“Ci piace pensare – ha concluso l’Arcivescovo – al tempo della ricostruzione che ancora ci attende come ad una grande occasione per compiere un salto di qualità nella vita quotidiana. Dobbiamo guardare avanti con sguardo lungo; attenerci fedelmente non alle opinioni correnti e ai calcoli interessati ma a ciò che è vero, buono e giusto; non accontentarci di un ottimismo senza fondamento ma alimentare e custodire la speranza. Dobbiamo riscoprire sempre di nuovo le virtù civiche come l’onestà, la volontà di servizio, l’impegno per il bene comune, l’attenzione agli ultimi, la salvaguardia dei diritti di tutti; realizzare una stagione in cui tornino a risplendere il coraggio, la sobrietà, la responsabilità, il dialogo, l’unità e nello stesso tempo competenze politiche e tecniche da mettere insieme in un gioco di squadra, indispensabile per conseguire quel risultato che tutti attendiamo e che esprima ancora creatività e crescita per una autentica rinascita dei nostri borghi e delle nostre città. Oggi siamo tutti ammirati e commossi guardando queste pareti ricomposte e la leggerezza ed eleganza delle capriate lignee sopra le nostre teste, e sogniamo di poter presto contemplare la Basilica di San Benedetto in tutta la sua ritrovata bellezza”.

Al termine della Messa, Vescovo, autorità e fedeli si sono recati all’esterno della Basilica per benedire due nuove campane che, non appena possibile, verranno issate nella torre campanaria della chiesa. Una è dedicata a San Benedetto e una a Santa Scolastica.

Ricostruzione, false partenze e cambio di passo

A fare il punto della situazione a 7 anni da quel terribile 30 ottobre 2016 è il commissario Castelli. “In questi sette anni abbiamo dovuto registrare troppe false partenze nel percorso della ricostruzione – commenta il commissario alla Riparazione e Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli – ora mi sembra giusto segnare, in questo anniversario, l’avvio di un sensibile cambio di passo. Ci sono alcuni episodi di questi ultimi mesi cui dobbiamo guardare con fiducia. A partire da Norcia, dal recupero della Basilica di San Benedetto, simbolo del terremoto del 30 ottobre 2016, che oggi diventa simbolo della ricostruzione in atto. I lavori saranno ancora lunghi, ma oggi sarà possibile assistere alla celebrazione della messa che avverrà all’interno della ‘casa” del Patrono d’Europa”.

Per restituire a Norcia e al mondo la basilica di San Benedetto sono stati stanziati complessivamente 15 milioni dallo Stato, dall’Ue, più importanti integrazioni assicurate dall’Eni. “Un cambio di passo è in atto – afferma Castelli – anche grazie al sostegno e all’attenzione dimostrata nei confronti dell’Appennino centrale dal governo“.

Da Norcia a Mogliano

I simboli aiutano a vivere e a riprendere la vita. La rigenerazione del territorio, oltre alla ricostruzione materiale, ha bisogno di simboli. Non solo a Norcia – continua Castelli – dove oggi oggi saranno inaugurati alcuni opifici che ospitano sette attività produttive. La cultura deve accompagnare la rinascita di questi luoghi. Così come le scuole, devono tornare a essere frequentate dai nostri figli: l’adeguamento sismico avvenuto alla scuola media “Don Giussani” nel quartiere Monticelli di Ascoli Piceno è un altro episodio che segna il percorso di ricostruzione e rigenerazione. O il finanziamento di oltre 8 milioni e mezzo per la scuola “Don Milani” a Pizzoli (L’Aquila). O il complesso di Santa Maria di Piazza a Mogliano (Macerata) restituito ai fedeli e ai turisti”.

Il cambio di passo avvenuto non può far dimenticare le tante cose ancora da fare. Ci sono ancora lavori per almeno 9 miliardi per la ricostruzione pubblica e almeno 11 miliardi per quella privata. “Ci sono ancora troppe persone, circa 30 mila, che vivono fuori dalle loro case, e questo non ci può rendere tranquilli. Ma anche sul fronte dalla ricostruzione privata devo segnalare che nel solo mese di ottobre sono stati liquidati 135 milioni di euro per i lavori eseguiti” aggiunge Castelli.

Sbloccare il 110%

Il percorso di ricostruzione nell’area del cratere ha dovuto e deve fare i conti con alcune contingenze avverse. Il “caso del 110%” ha distolto molte imprese dall’attività nei 138 Comuni colpiti dal sisma del 2016, e chi ha lavorato oggi si trova a dover registrare una difficoltà nella liquidazione delle competenze. Ci sono 700 milioni di euro da sbloccare per ridare ossigeno alla ricostruzione. “L’assenza di un plafond finanziario rischia di compromettere molte attività di recupero edilizio in corso – spiega Castelli – e per questo ci stiamo adoperando per poter aggiungere al contributo sisma anche il contributo del 110% che sarà attivo nelle zone del cratere per tutto il 2025. E sono fiducioso che molti crediti possano essere sbloccati, secondo le modalità che hanno potuto farci raggiungere un accordo con Mps per rimettere in circolo, questa estate, 200 milioni di euro per le imprese attive”.

NetxAppennino

Oltre alla ricostruzione continuano le azioni per assicurare una rigenerazione del tessuto sociale ed economico del territorio ferito dal sisma. Il progetto NextAppennino, finanziano con il Fondo complementare al  Pnrr ad oggi ha finanziato quasi 400 milioni di euro per più di 1300 imprese, generando investimenti complessivi di oltre 760 milioni di euro. Una “scossa” positiva per la ripresa delle attività economiche, ma anche per le realtà sociali e del mondo del Terzo settore, che costituiscono un elemento essenziale di resilienza per la vita dei territori colpiti dal sisma.

Ricostruire in sicurezza

Le attività di ricostruzione nell’area del cratere stanno avvenendo con un’attenzione particolare all’ecosistema. Un’attenzione per l’ambiente che si accompagna a una preventiva azione di messa in sicurezza, come per i progetti di Castelluccio e di Arquata del Tronto.

Tutelare la qualità dell’ambiente, migliorare le condizioni di vita economica e sociale dei cittadini, e favorire con la transizione ecologica l’insediamento e il rientro delle famiglie e delle imprese nei territori interessati dalla ricostruzione post sisma: nei comuni dell’Appennino colpiti dagli eventi sismici del 2016, ed in anticipo rispetto alle misure attese dal Pnrr nazionale, sta partendo a esempio, il piano per il finanziamento dei nuovi impianti di produzione dell’energia rinnovabile per promuovere la condivisione della produzione e dei consumi tra enti pubblici, imprese e cittadini.

Verso Cop28 a Dubai

Transizione energetica e ambientale stanno orientando le scelte di modelli e progetti pilota a confronto tra i principali attori pubblici, il Governo, i territori, i comuni e gli esperti della transizione energetica in atto. Alla Cop28 di Dubai la Struttura Commissariale Sisma 2016 avrà occasione di raccontare le “buone pratiche” avviate. “Ho avuto l’onore di anticiparle al Santo Padre, che tanta attenzione sta prestando alle questioni di sostenibilità ambientale e sociale nel corso di una udienza privata che mi ha concesso – racconta Castelli – Anche nella ricostruzione e riparazione dei luoghi dell’Appennino centrale si deve affermare un rinnovato equilibrio uomo-natura. La globalizzazione ha provocato un abbandono diffuso dei territori che, a causa dei cambiamenti climatici. La crisi demografica, che colpisce più forte le aree interne come quella dell’Appennino centrale, accentua e aggrava gli effetti della crisi climatica”.

L’udienza dal Papa del 24 novembre

Durante l’udienza concessa da papa Francesco al commissario Guido Castelli, lo scorso 26 ottobre, nell’anniversario della nuova sequenza sismica culminata con le scosse del 30 ottobre 2016, è stata annunciata un’udienza speciale e straordinaria per tutti i fedeli e i residenti dell’area colpita dal sisma. L’appuntamento è per il prossimo 24 novembre, a Roma. “Non si tratta solo di un grande conforto per tutti coloro che condividono le ferite della tragedia di sette anni fa – conclude Castelli – ma un’occasione forte di “ripartenza”, con l’aiuto di Dio, per chi crede, con una rinnovata voglia di solidarietà umana per tutte le donne e gli uomini di buona volontà. Il sostegno del Papa sarà utile a tutti, per proseguire con coraggio nella ricostruzione e nella rigenerazione del territorio, delle comunità che lo abitano e delle imprese che vi lavorano”.

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