L’assessore alla Scuola del Comune di Terni e dirigente scolastica dell’Istituto Allevi di Terni, Cinzia Fabrizi, è stata condannata a risarcire il prof. Coppoli, sospeso dal servizio per due giorni e decurtato dello stipendio.
I fatti
La vertenza riguarda il docente, prof. Coppoli, sospeso due giorni dal servizio e dallo stipendio dal dirigente scolastico dell’ ITT “Allievi-Sangallo” di Terni in quanto, dopo aver firmato il registro di classe, si era rifiutato di apporre una seconda firma in un foglio presenze, ritenuta illegittima e vessatoria.
La sentenza
La sentenza, pur non entrando nel merito, accoglie l’eccezione preliminare e riconosce l’illegittimità della sospensione in quanto riconosce che, anche dopo il decreto “Madia” i dirigenti scolastici non hanno alcuna competenza disciplinare oltre la censura scritta e che quindi i presidi non possono irrogare sospensioni dal servizio e dallo stipendio ai docenti. In particolare il Giudice afferma che “Deve ritenersi fondata l’eccepita nullità della sanzione disciplinare per incompetenza (…) del Dirigente scolastico ad irrogare sospensione“.
Il Tribunale di Terni
Il Giudice dott.ssa Michela Francorsi del Tribunale di Terni, con sentenza 294/2020 del 15 luglio 2020, ha dunque accolto il ricorso del prof. Franco Coppoli patrocinato dai COBAS Scuola, tramite gli avvocati Gabriella Caponi e Valentina Fratini, annullando la sanzione disciplinare al docente e condannando il “MIUR -Direzione Regionale Ambito Territoriale per la Provincia di Terni e l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria, in persona del Dirigente Scolastico pro tempore, prof.ssa Cinzia Fabrizi legale rappresentate, al pagamento, in favore del ricorrente, delle spese di lite liquidate in € 2.300,00”.
Cobas Scuola
“Un successo a tutto tondo per i docenti della scuola pubblica – commentano i Cobas – per la libertà di insegnamento e per il carattere democratico della scuola, una sentenza che, di fatto, spunta l’arma della ritorsione e del ricatto disciplinare dei presidi “sceriffo” contro i docenti che rafforza le battaglie per una scuola comunità-educante collegiale, dove possano convivere e si confrontino democraticamente e senza minacce di rappresaglia disciplinare diverse pratiche educative e relazionali, contro i tentativi di disciplinamento e di standardizzazione della didattica e di limitare i diritti dei lavoratori della scuola e la libertà di insegnamento garantita dall’art. 33 della Costituzione”.