4mila euro per un matrimonio ‘combinato’ con l’intento di far ottenere il permesso di soggiorno a un partner straniero; sarebbe questa la presunta truffa smascherata dal giornalista de Le Iene, Alessandro Di Sarno, nella città di Terni.
Secondo quanto ricostruito da Di Sarno, la mente sarebbe il signor Francesco che, oltre a reclutare i finti sposi, riusciva anche a ottenere tutta la documentazione in regola per i cittadini stranieri che aspiravano ad ottenere la cittadinanza. Nel caso di Terni, il ragazzo che ha segnalato la presunta truffa, si è prestato come complice del giornalista che, in qualità di ‘finto amico’, ha seguito tutto l’iter della vicenda. Ad avere bisogno della cittadinanza era una ragazza cubana che lavorava in nero in città e che è stata disposta a pagare 4mila euro.
Il signor Francesco ha candidamente ammesso di svolgere questo ‘lavoro’ da anni e di essersi sposato lui stesso tre volte e di aver mantenuto un legame soltanto con l’ultima delle ‘finte mogli’ e che, sempre a suo dire, di lavoro fa l’escort.
Finito l’incontro, definiti i dettagli, si è poi passati alla fase operativa e all’iter burocratico per la compilazione di tutta la documentazione necessaria per arrivare al ‘gran giorno’. Vestiti di tutto punto i novelli sposi si ritrovano in macchina col signor Francesco che, prima di arrivare in Comune per il fatidico sì, chiede di passare a casa per lasciare il borsello, dove presumibilmente il giornalista fa notare potrebbe aver nascosto la somma versata dalla sposa.
La messa in scena va avanti fino alla stanza del comune dove si celebra il rito civile con i due sposi davanti all’ufficiale pronti a rispondere alle domande di rito; al momento del sì, il complice ovviamente si blocca e interviene, in stile ‘iena’ Di Sarno che smaschera la presunta truffa.
L’ufficiale chiude tutti i fascicoli e se ne va, la sposa scappa e il signor Francesco, che non ha voluto mancare alla cerimonia, viene bersagliato dalle domande del giornalista, negando ogni ‘accusa’ che gli viene mossa. Non solo; ammette di essere stato preso ‘in cura’ dai navigator e di percepire il reddito di cittadinanza. Beffa su beffa.