Tentato furto alla biblioteca comunale di Spoleto di Palazzo Mauri. Almeno un uomo (ma ad agire non si esclude possano essere stati in due) si è introdotto da un ingresso secondario nella speranza di poter racimolare un po’ di danaro. E’ successo lunedì scorso, giorno di chiusura al pubblico della biblioteca. La bravata è saltata a causa della direttrice dell’ufficio che inaspettatamente è andata in ufficio. Una volta raggiunta la propria scrivania con la coda dell’occhio ha notato una figura correre verso i piani alti di Palazzo Mauri.
Ripresasi dal comprensibile spavento, ha allertato la polizia municipale anche per far verificare se lo sconosciuto fosse ancora all’interno del l’edificio. Il sopralluogo ha dato esito negativo e gli agenti hanno cominciato a visionare i filmati delle telecamere a circuito chiuso per identificare il ladro. Ma, a quanto trapela, gli inquirenti non sarebbero ancora risaliti all’identità dell’autore del misfatto. Probabilmente lo stesso che già qualche settimana fa si era introdotto in biblioteca rubando l’incasso dei proventi della fotocopiatrice (una 70na di euro). In quel caso la denuncia fu presentata ai carabinieri. Dai primi riscontri sembra che stavolta all’uomo sarebbe andata proprio male.
La notizia era già trapelata nel pomeriggio di martedì, anche se l’ufficio stampa del comune di Spoleto, su indicazione della dirigente della P.m. aveva chiesto a tutti i giornali locali la cortesia di non divulgarla nella speranza di poter identificare il ladro. Una richiesta a cui tutti avevano acconsentito, in attesa di un via libera del Comune. Stamani però la news faceva bella mostra di sé su un quotidiano della carta stampata a firma di un giornalista locale che ha pensato così di fare il grosso, grasso scoop.
Tutta da ridere la scusa che il cronista ha accampato stamani (nel corso della conferenza stampa per la Settimana della danza) quando l’addetto dell’ufficio stampa gli ha chiesto conto della palese scorrettezza: con una bella faccia tosta l’integerrimo giornalista ha scaricato la colpa sul capo redattore che, a suo dire, lo ha costretto a pubblicare la notizia. C’è da andar fieri ad avere un collega così.