È stato finalmente raggiunto questa mattina l'accordo sull'apertura degli esercizi commerciali in Valnerina nei nove giorni “superfestivi” dell'anno, nel corso di un incontro tenutosi al Comune di Norcia alla presenza dei sindaci di Norcia, Cascia e Preci, delle associazioni di categoria (Confcommercio e Confesercenti), dei sindacati del settore e del direttore dell'Anci Umbria Silvio Ranieri.
L'accordo è giunto dopo una lunga trattativa che ha visto protagonisti anche gli stessi operatori economici della città di San Benedetto. Nei nove superfestivi individuati dalla legge regionale sul commercio (n. 26 del 7/12/'05) tale accordo prevede l'apertura in deroga degli esercizi commerciali di tutta la Valnerina il primo gennaio (ma solo nella mezza giornata del pomeriggio); il 6 gennaio; a Pasqua e Pasquetta; il 25 aprile; il 1 maggio (ma solo nella mezza giornata della mattina); il 2 giugno e il 26 aprile. La chiusura è invece obbligatoria a Natale e in occasione di 7 domeniche dell'anno ancora da individuare.
Un risultato senz'altro significativo verso la salvaguardia dell'economia e dello sviluppo turistico del territorio, soprattutto a tutela degli esercizi a conduzione familiare che registrano il picco più alto delle vendite proprio nei giorni di festa.
Soddisfazione è stata espressa anche dalla Confcommercio della Valnerina, che polemizza però con la Confesercenti. “Rivendichiamo il merito – commenta il presidente Francesco Filippi – di avere riportato a casa un risultato davvero importante per le nostre imprese, reso possibile anche grazie all'impegno diretto dell'Anci e al clima di reciproca disponibilità e di apertura al dialogo con la controparte sindacale. Rispetto all'iniziale richiesta di 10 domeniche in cambio delle aperture nei superfestivi siamo arrivati a 7. Inoltre abbiamo garantito l'apertura in tutti questi superfestivi che – portando molti visitatori in Valnerina – per il nostre imprese rappresentano una essenziale opportunità di business. In tutto questo – conclude Filippi – l'unica ‘nota stonata' è stata il comportamento dei rappresentanti Confesercenti che non solo hanno dimostrato scarsa conoscenza della normativa, ma che in cambio delle aperture del 1° gennaio e del 1° maggio avevamo addirittura proposto la chiusura in altri 5 superfestivi, penalizzando così in maniera gravissima le attività commerciali”.