Nell’ambito del progetto “Cittadini del Mondo”, promosso dalla Diocesi di Foligno, una delegazione di studenti dell’Istituto tecnico tecnologico L. Da Vinci di Foligno, accompagnata dal prof. Carlo Felice, insieme alla delegazione del Collegio Traian Lalescu di Resita (Romania), accompagnata dal prof. padre Nicolae Chiosa, partecipa dal 30 settembre al 3 ottobre 2019 a Lampedusa alla sesta Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, organizzata dal Comitato 3 Ottobre.
Il 3 ottobre 2013, in un naufragio al largo delle coste di Lampedusa, persero la vita 368 migranti. I superstiti furono 155, di cui 41 minori. Non si è trattato né della prima né dell’ultima strage avvenuta nel Mar Mediterraneo, ma per la prima volta il mare restituì i tanti corpi delle vittime e rese visibile, portando proprio sotto i nostri occhi, quello che accade quasi quotidianamente in mare. Dopo il naufragio, il Comitato Tre Ottobre individuò nel 3 ottobre una data simbolica. Da un lato, per commemorare le vittime della strage di Lampedusa e per ricordare le migliaia di persone che muoiono nel tentativo di raggiungere l’Europa, dall’altro, per creare un’occasione di sensibilizzazione e approfondimento sul fenomeno migratorio in tutta Italia, in modo capillare: nei comuni, nelle comunità locali e in particolare nelle scuole. Il 16 marzo 2016 il Senato italiano ha approvato in via definitiva la proposta di legge del Comitato per l’istituzione della “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”, da celebrarsi il 3 ottobre di ogni anno.
La “Giornata della Memoria e dell’accoglienza” celebrata a Lampedusa coinvolge diversi Comuni, comunità locali e numerose scuole distribuite su tutto il territorio nazionale, ma anche di diversi paesi dell’Unione Europea. Dal 2014 a oggi l’iniziativa ha coinvolto oltre 800 studenti provenienti da 150 scuole di 13 paesi dell’Unione Europea. Quest’anno saranno presenti più di 60 scuole da circa 20 Paesi europei.
Le attività di commemorazione e sensibilizzazione in questi giorni hanno come tema “#siamo sulla stessa barca” e prevedono la partecipazione diretta di rifugiati, sopravvissuti e parenti delle vittime del naufragio del 3 ottobre 2013 e di altre stragi in mare. La barca passa da mero simbolo delle migrazioni a metafora del mondo nel quale, prima di qualsiasi altra distinzione, siamo tutti esseri umani. L’iniziativa nasce per riempire il vuoto e lo spaesamento etico con la partecipazione attiva dell’opinione pubblica e, in particolare, delle nuove generazioni al fine di stimolarle a diventare motore di un cambiamento duraturo attraverso il dialogo e la condivisione con l’altro.