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‘Strage’ di alberi e spettro inceneritore, Terni nella morsa dell’inquinamento

Luca Biribanti

‘Strage’ di alberi e spettro inceneritore, Terni nella morsa dell’inquinamento

Guerra M5S contro PD in Consiglio Regionale | Altri alberi abbattuti
Sab, 09/01/2016 - 22:01

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Quasi 1000 alberi abbattuti in circa due anni a Terni, mille tagliati nel 2013, gli ultimi tagli eseguiti nei giorni scorsi lungo la strada che costeggia la ferrovia dietro le scuole “Orazio Nucula” e liceo “Angeloni”; la questione ambientale nella città dell’acciaio si arricchisce di un altro tassello del delicato ‘puzzle inquinamento’.

Va precisato che erano state le Ferrovie Dello Stato a richiedere la potatura o l’abbattimento di quegli alberi che avrebbero potuto rendere pericoloso il transito dei treni sui binari. Dopo il parere tecnico degli uomini della Comunità Montana “Valnerina” (da verificare se siano agronomi registrati all’albo o semplici tecnici), l’Amministrazione Comunale ha deciso per l’abbattimento totale degli alberi, compreso l’antico noce che si trova in prossimità del piazzale della scuola media.

Le associazioni ambientaliste e i comitati cittadini accusano il Comune di aver agito senza tener conto di alcune speficicità che avrebbero potuto salvare qualche albero, ma, sopratutto, di aver trascurato la manutenzione e la cura degli alberi e di averli ‘costretti’ a una dolorosa morte.

Per questo, dopo l’incontro del 5 marzo 2015 con l’assessore all’ambiente Stefano Bucari, in seguito ai gravi episodi meteorologici che colpirono la provincia, il “Garden Club”, “Italia Nostra”, “Mountain Wilderness”, “Pro Natura, “VAS” e “WWF”, avevano proposto un protocollo di intesa al Comune per istituire una specie di ‘Consulta per il Verde’. Ecco il testo della proposta:

premesso che “il verde pubblico è, in primo luogo ambiente e salute,..ed anche economia” e che “gli aggregati urbani con maggiore densità di verde assicurano condizioni di vita migliori…riguardo alla capacita’ di assorbimento delle emissioni nocive per la salute umana, contribuendo ad una minore spesa pubblica (sanitaria e sociale), come indicato nella Relazione Annuale 2013 dal Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico (istituito presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare – legge 14 gennaio 2013,n.10);

le Associazioni sopra denominate, in ottemperanza alla Convenzione di Aarhus, intendono collaborare alla promozione di azioni di utilità ambientale e socio-sanitaria nell’ambito della cura e della protezione del verde pubblico della città di Terni, concordando col Comune quanto segue:

a) sospendere immediatamente l’abbattimento degli alberi fino alla verifica del loro reale stato di stabilità, accertato da un’equipe di tecnici specializzati esterni;

b) consultare tempestivamente le Associazioni di cui sopra, nel caso di altri abbattimenti considerato il fatto che nel 2013 ne sono stati già abbattuti circa mille ;

c) provvedere alla tracciabilità della risulta dell’abbattimento per motivi fito-sanitari;

d) redigere entro l’anno 2015 e pubblicare, anche via internet, un censimento del patrimonio arboreo nell’ambito del proprio territorio cittadino,in aree urbane di proprietà pubblica (art.3-bis Legge 10/2013), che comprenda anche gli alberi monumentali, o di particolare pregio naturalistico e i filari urbani di pregio paesaggistico o storico culturale;

e) tutti gli alberi abbattuti negli anni passati verranno quanto prima sostituiti, in aggiunta agli altri di cui è in programmazione la piantumazione,attraverso un’adeguata scelta floristica e del materiale vivaìstico, che porterà ad un notevole risparmio dei costi; il tutto sarà supervisionato da tecnici esperti esterni;

f) rispettare le epoche di impianto e concordare con i tecnici gli interventi successivi;

g) discutere anticipatamente il capitolato d’appalto con la ditta esecutrice addetta all’impianto e alla potatura;

h) promuovere l’incremento delle ‘cinture verdi’ intorno alle conurbazioni, adottando misure per la formazione del personale addetto, e provvedere alla riduzione dell’impatto edilizio attraverso il rinverdimento, arboreo e non, delle varie aree, così da favorire il risparmio e l’efficienza energetica, l’assorbimento delle polveri sottili e la riduzione dell’effetto “isola di calore estiva”(art.6 Legge 10/2013);

i) seguire il principio di precauzione attraverso una manutenzione puntuale e costante degli alberi che ne assicuri la stabilità e ne prevenga la pericolosità;

l) piantare un albero per ogni neonato o minore adottato (art.2,legge10/2013);

m) promuovere gli interventi volti a favorire i giardini storici e non”.

[dati ripresi da uno studio commissionato dal Comune di Modena al Dott Andrea di Paolo, Agronomo]

Dall’assessorato questa proposta era stata accettata con un certo fastidio e, nel luglio dello stesso anno, l’assessore Bucari in un’intervista a Umbriaon aveva detto che il Comune avrebbe pubblicato bandi di gara per la gestione del verde pubblico per un importo di circa 700mila euro, togliendosi a suo dire, qualche sassolino dalle scarpe, nei confronti delle critiche delle associazioni.

Sarebbe stata una buona notizia, se non fosse che, con la delibera del 12 dicembre 2015, la giunta (con Bucari presente), ha approvato l’accensione di un mutuo di 300mila euro per la manutenzione e la riqualificazione del verde pubblico, anche perché, allo stato attuale delle finanze dell’Ente, non ci sono i soldi per soddisfare gli obblighi delle leggi che vincolano i Comuni a piantare un albero ogni nuovo nato nel territorio di pertinenza.

C’è qualcosa che non torna: se a luglio il Comune prevede la pubblicazione di un bando da circa 700mila euro per il verde pubblico, come mai a dicembre è necessario accendere un mutuo da 300mila euro per la stessa destinazione?

Avremmo voluto chiederlo anche all’assessore Stefano Bucari, chiamato ripetutamente e dal quale non abbiamo mai ricevuto risposta e al dirigente del settore di competenza del Comune, Renato Pierdonati, anche lui chiamato più volte (la segreteria è stata molto disponibile e gentilissima nel segnare il nostro numero che il dottore avrebbe dovuto chiamare appena si fosse liberato) senza esito.

Va precisato che nessuno obbliga il Comune ad avere un regolamento interno sul verde, anche se alcuni comuni tra i più virtuosi ne hanno uno, ma va anche detto che a Terni esiste già una Consulta degli Animali e una Consulta degli Stranieri; non sarebbe poi così strano pensare ad una Consulta Del Verde, visto anche che il problema dell’inquinamento in città, con i continui allarmi per gli sforamenti delle centraline sulle Pm10, con il massiccio incenerimento che non aiuta certo la qualità dell’aria, con l’eredità secolare delle emissioni delle acciaierie, è una costante che tiene i cittadini in grande apprensione.

In sostanza, si tratterebbe di sfruttare, gratuitamente (rinunciando anche al costo di eventuali consulenze esterne), le conoscenze e le capacità messe a disposizione delle associazioni e di concertare una strategia comune per il benessere del verde pubblico e dei cittadini.

Vediamo qualche dato sulla capacità di depurazione chimica dell’atmosfera degli alberi:

– un albero di medie dimensioni riesce ad assorbire, durante il suo ciclo vitale, circa 2,5 tonnellate di anidride carbonica;

– un ettaro di bosco assorbe, in un anno, la CO2 prodotta da un’autovettura che percorre 80mila Km. e produce ossigeno per 40 persone ogni giorno;

– si può supporre che una pianta adulta possa giornalmente produrre ossigeno sufficiente per la respirazione di 3 persone, ed eliminare anidride carbonica prodotta in una giornata da 1000 metri cubi di volume abitativo.

Ecco invece qualche dato sulla capacità di assorbire gas tossici:

– una struttura alberata in prossimità delle strade consente di rimuovere fino al 10% di biossido d’azoto (ed il 15-20% di polveri sottili)

– alcuni studi hanno dimostrato che per la rimozione degli inquinanti gassosi le piante agiscono attraverso meccanismi fisici e chimici che avvengono sulla parte esterne delle foglie e dei tessuti: in attivazione attraverso assorbimento superficiale dei compost; in attivazione attraverso precipitazioni e immagazzinamento dei composti tossici nei tessuti cellulari; utilizzazione dei composti tossici nei tessuti cellulari.

Non è difficile fare un conto veloce di ciò che si è perso con quasi 2mila alberi tagliati dal 2013.

Sul versante inceneritori, invece, continua l’aspra polemica politica tra M5S e PD, dopo il consiglio regionale degli scorsi giorni in cui sono state recepite le istanze dello Sblocca Italia. Secondo i pentastellati, infatti, in Umbria, e in particolare a Terni, arriveranno nuove tonnellate di rifiuti da bruciare, tanto che i consiglieri regionali Liberati e Carbonari hanno presentato un’interrogazione urgente, con risposta martedì 12 dicembre, sulla questione: “abbiamo domandato in che modo ed entro quale termine la Regione Umbria – si legge in una nota – intenda revocare le concessioni all’incenerimento dei poli Acea e Tozzi Holding di Terni, evitando altresì l’insediamento in Umbria di un altro impianto inutile e altamente inquinante, così come previsto dal Governo Renzi. Invece si fa il gioco delle tre carte. Proprio in queste ore – continuano i consiglieri – si profila infatti il contrario di quel appare ragionevole: Terni quale megapolo di incenerimento dei rifiuti urbani, con l’ennesimo favore alla multinazionale di turno. Diversi spifferi indicherebbero pure altri territori a rischio.
Una demenziale politica di gestione dell’immondizia, lontanissima dalle ‘buone pratiche’ e dal ciclo virtuoso della Rifiuti Zero; una politica non di rado sotto la lente della Magistratura, con una programmazione del ciclo rifiuti che sembra scritta da influenti operatori privati, anziché rispondere agli interessi delle comunità locali”.

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Non si è fatta attendere la risposta del PD che, con un comunicato firmato da Valeria Masiello e Sandro Piccinini hanno smentito quanto affermato dai 5 Stelle: “Circa le notizie trapelate su un possibile insediamento di un nuovo inceneritore in Umbria ed in particolare a Terni, ci conforta enormemente la presa di posizione stringente della Regione Umbria che attraverso il suo Assessore, Fernanda Cecchini, ha prontamente riconfermato la netta volontà a non autorizzare alcun ulteriore inceneritore sostenendo una netta e totale contrarietà”.

Il Comune intanto ha avviato una strategia di riduzione delle emissioni inquinanti, che non colpisce tuttavia il problema al cuore, con le limitazioni al traffico e ai riscaldamenti: misure che potrebbero certo aiutare a migliorare, ma in una parte infinitesimale, il problema dell’inquinamento atmosferico.

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