E’ andata in scena al Teatro Romano la serata conclusiva, delle due in programma a Spoleto60, con l’étoile Eleonora Abbagnato in “Omaggio a Maria Callas”.
Due appuntamenti che il pubblico festivaliero, nel primo weekend di programmazione, ha onorato con due pienoni sulle gradinate del Romano, ormai legati da un vincolo di ammirazione alla ballerina, di origini siciliane ma parigina di adozione, e che a Spoleto è diventata più che una beniamina.
L’étoile dell’Opéra di Parigi e direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma è stata dunque interprete e coreografa di alcune creazioni all’interno di una serata consacrata al grande soprano nel quarantennale della scomparsa.
Dall’Opéra di Parigi sono arrivati a dare manforte per la produzione dello spettacolo, l’étoile Benjamin Pech e il primo ballerino Audric Bézard, accanto a loro un cast di sedici ballerini italiani tra cui i primi ballerini del Teatro dell’Opera di Roma, Rebecca Bianchi e Claudio Cocino.
In programma destava curiosità una Tosca, interpretata dalla Abbagnato su coreografia di Julien Lestel sulle celebri note pucciniane e la ‘voce’ del grande soprano. Una registrazione del 1965 diretta da Georges Prêtre. Audric Bézard nei panni di Scarpia mentre Mario era Claudio Cocino.
Altrettanta attenzione anche per la coreografia disegnata dalla stessa Abbagnato per un brano che nell’immaginario collettivo, è sinonimo di Maria Callas, Un bel dì vedremo. La celeberrima aria tratta dalla ‘Madama Butterfly’ di Giacomo Puccini (nella sontuosa versione diretta da Herbert von Karajan nel 1955) è stata danzata da Audric Bezard e Rebecca Bianchi.
Manca alla lista dei grandi temi classici uno Stabat Mater su musiche di Vivaldi con coreografie di Benjamin Pech che è anche in questo caso, interprete principale con la Abbagnato.
Citazione speciale, ed entusiasta per quanto ci riguarda, per due interessantissime coreografie di Angelin Preljocaj. Le Parc (coppia principale Eleonora Abbagnato, Benjamin Pech I Giardinieri Giovanni Castelli, Giacomo Luci, Marco Marangio, Alessio Rezza) e la strabiliante Annonciation, quest’ultima danzata divinamente da Federica Maine-L’Angelo e Giorgia Calenda-Maria.
Queste due coreografie da sole valevano il biglietto pagato per la serata.
Due scelte che onorano fino in fondo la tradizione della danza al Romano, un luogo dove la differenza tra “pacchi” ben confezionati con il fiocco, e autentiche espressioni del genio artistico, salta subito all’occhio.
Ieri sera, 2 luglio, se n’è accorto anche il pubblico che ha sottolineato energicamente con gli applausi il gradimento per la performance di Annonciation che solo per le musiche di Stephane Roy (una composizione di musica elettronica computerizzata tra l’asfittico e l’ansiogeno) rischiava ad occhi e orecchi profani di diventare peggio della tortura a Guantanamo. Una rarefazione del suono che innesca una ricchezza di movimento che pian piano, da algida esecuzione geometrica, diventa una straordinaria testimonianza di vitalità creatrice. Stesso pathos anche per Le Parc.
Su tutto il resto della serata invece possiamo dire che ha brillato incontrastato il grande fiocco legato intorno al cadeau offerto al Festival, dove la grande étoile balla un po’ meno, magari con prudenza, ma si offre invece generosamente come madrina dei suoi giovani virgulti dell’Opera di Roma e dove il tema piacione (la celebrazione della Callas) mira a “vincere facile” sul pubblico generalista.
Una di quelle grandi produzioni “di giro” (questo è il terzo anno consecutivo che le produzioni Daniele Cipriani Entertainment, protagonista Eleonora Abbagnato, sono presenti al Festival) che ti fanno dire sospirando, “come fai a non andarci?”.
Se poi rimani anche sorpreso, tutto di guadagnato. E ieri sera alla fine la sorpresa c’è stata. Miracoli del Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Al termine della performance, piccola cerimonia di premiazione per Eleonora Abbagnato che ha ricevuto il Premio Fondazione CaRiSpo dalle mani del presidente della Fondazione, l’Avv. Sergio Zinni. Presente alla premiazione anche il Direttore Artistico del Festival Giorgio Ferrara.
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Foto Premio Fondazione CaRiSpo: Tuttoggi.info (Carlo Vantaggioli)
(modificato h 14,26)