Una terribile storia di violenza sessuale, che si sarebbe consumata all’interno di un camion fermo in una piazzola di sosta. Il camion di un 40enne residente nel comprensorio spoletino, che avrebbe tentato di abusare della nipote minorenne. Pesantissimo il quadro accusatorio a suo carico. Avrebbe tentato degli espliciti approcci sessuali prima a parole e poi passando alle vie di fatto, distendendola su di una brandina e iniziando a palpeggiarla con una mano, mentre con l’altra le teneva fermi i polsi. All’epoca dei fatti la ragazzina aveva solo 13 anni ed era seguita insieme alla sorella dai servizi sociali, oltre che dal tribunale dei minori di Perugia. La famiglia viveva infatti in condizioni disagiate, tanto da rendere necessario il suo trasferimento in una struttura protetta situata in Valnerina.
Raccontò tutto – La piccola con lo zio aveva un rapporto privilegiato. Si fidava di lui, e non poteva vederci nulla di male in quell’invito ad accompagnarlo nel nord Italia per un viaggio di lavoro. Stando a quanto descritto nei fascicoli processuali quel viaggio si trasformò per lei in un incubo. La giovane non riuscì a tenersi tutto dentro è finì per raccontare la sua verità agli operatori della struttura di cui era ospite, che allertarono i servizi sociali facendo di fatto scattare la denuncia.
Sentito lo psicologo – Nell’udienza odierna, a porte chiuse visto che i fatti contestati all’imputato sarebbero stati commessi su una minore, sono stati escussi 5 testimoni tra cui lo psicologo che ebbe in cura la ragazzina. Questi avrebbe confermato le precedenti dichiarazioni già rese agli inquirenti, sulla scorta delle quali la procura ha ritenuto di dover procedere nei confronti dell’imputato. A difenderlo nel processo è l’avvocato Dimitri Frascarelli del foro di Spoleto mentre la presunta vittima, costituita parte civile, è assistita dall’avvocato Leonardo Romoli del foro di Perugia. Si tornerà in aula nell’aprile del 2015 per l’escussione degli ultimi testimoni.
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