Spoleto Jazz 2023, una grande edizione con gli artisti proposti da Visioninmusica - Tuttoggi.info

Spoleto Jazz 2023, una grande edizione con gli artisti proposti da Visioninmusica

Redazione

Spoleto Jazz 2023, una grande edizione con gli artisti proposti da Visioninmusica

Gio, 10/08/2023 - 15:22

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Protagonisti Sarah McKenzie, John Scofield Trio, Tigran Hamasyan e gli Stick Men (Tony Levin, Pat Mastelotto, Mark Reuter)

L’edizione di Spoleto Jazz 2023 si preannuncia di grandissimo livello artistico. Quattro concerti d’eccezione che riflettono la ricchezza e la complessità del panorama jazz internazionale con grandi esponenti che ne hanno scritto la storia e artisti contemporanei che riscrivono le regole e aprono a nuove contaminazioni. Sarah McKenzieJohn Scofield TrioTigran Hamasyan e gli Stick Men (Tony Levin, Pat Mastelotto, Mark Reuter) sono i protagonisti di questo affresco del jazz contemporaneo e prenderanno residenza al Teatro Caio Melisso – Spazio Carla Fendi e al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti dal 20 ottobre al 17 novembre. 

Sarah McKenzie (20 ottobre- Caio Melisso)

Carismatica cantante, compositrice e pianista jazz, Sarah McKenzie emerge nel panorama musicale mondiale nel 2012 quando il suo Close your eyes si aggiudica il premio come miglior album jazz agli ARIA awards. Da quel momento la sua carriera decolla.

Ha studiato al prestigioso Breklee College of Music e si è esibita sui più iconici palcoscenici jazz dal Montreux Jazz Festival allo Stonnington Jazz Festival, passando per l’Umbria Jazz e il Blue Note di Tokyo. Inoltre, è stata in tournée con Michael Bublé, Chris Botti, John Patitucci ed Enrico Rava.

Nel 2015 inizia ad incidere per Impulse!, nota etichetta di Universal, per cui escono We could be lovers e Paris in the Rain, prodotti dal noto Brian Bacchus (Norah Jones, Jon Scofield e Gregory Porter). Nel 2019 pubblica Secrets of my Heart album introspettivo in cui racconta le difficoltà della lontananza dalla famiglia e dall’Australia, aprendosi anche a nuove sonorità blues e della bossa nova.

Durante la pandemia ha dato vita al progetto ‘Music Connect our World’ in cui ha duettato a distanza con musicisti di tutto il mondo. La performance di ‘Corcovado’ di Antonio Carlos Jobim con Jaques Morelenbaum al violoncello e Romero Lubambo alla chitarra, ha raggiunto 1,7 milioni di visualizzazioni su Facebook, diventando virale. Sull’onda di questa fruttuosa collaborazione nasce il concept di un album che ruota intorno alla musica brasiliana, Without You, la cui uscita è prevista nell’autunno 2023.

Nella data d’apertura di Spoleto Jazz 2023 Sarah ci delizierà, in formazione di quartetto, con grandi classici del jazz, i grandi successi della sua carriera e nuovi brani in esclusiva tratti da Without You.

John Scofield Trio (4 novembre- Teatro Nuovo)

Il secondo appuntamento di Spoleto Jazz ha per protagonista una leggenda della musica jazz in una delle sue formazioni preferite, stiamo parlando del John Scofield Trio. Ad accompagnare Scofield alla chitarra saranno il bassista Vicente Archer ed il batterista Bill Stewart.

La sinergia musicale del trio brilla per spontaneità ed istinto di improvvisazione ed è consolidata da ormai quattro anni di esibizioni dal vivo e progetti in studio. L’ultimo dei quali è Uncle John’s Band un doppio album in uscita a settembre di cui il trio eseguirà in esclusiva alcuni brani durante la performance. Una performance che unisce nuovi brani e grandi classici rock, pescando, senza limite alcuno, dall’infinita discografia di Scofield.

John Scofield Ha iniziato la sua carriera nel 1975. Tre volte vincitore di un Grammy, ha registrato quasi 50 album come leader in compagnia di importanti musicisti come Charlie Haden, Pat Metheny, Wayne Shorter, Jack DeJohnette, Joe Lovano, Brad Mehldau e Eddie Harris. Ha inoltre suonato e registrato con Miles Davis, Tony Williams, Jim Hall, Ron Carter, Herbie Hancock, Joe Henderson, Dave Holland, MMW, Govt Mule e Lettuce e Phil Lesh, per citare solo alcuni dei suoi preferiti.

Vicente Archer è una delle nuove, grandi e profonde voci del basso di oggi. Dal 2017 ha suonato in diverse band guidate sia da Scofield, che da musicisti quali Kenny Garrett, Terence Blanchard, Tom Harrell, Freddie Hubbard, Louis Hayes, Curtis Fuller, Mark Whitfield, Roy Haynes, Geri Allen, Stanley Jordan, Wycliffe Gordon, Stefon Harris, Janis Siegel, Robert Glasper, Nicholas Payton e la Lincoln Center Jazz Orchestra con Wynton Marsalis.

Bill Stewart è un batterista e compositore che ha suonato e registrato con innumerevoli musicisti famosi, tra cui Scofield, Pat Metheny, Maceo Parker, Larry Goldings, Joe Lovano, Charlie Haden, Joe Henderson, Michael Brecker, Chris Potter, Lee Konitz e Nicholas Payton. Stewart è co-leader del popolare trio Goldings Stewart Bernstein.

Stick Men (Tony Levin, Pat Mastelotto, Mark Reuter)

(10 novembre- Caio Melisso)

Il terzo appuntamento di Spoleto Jazz vedrà una performance dagli Stick Men. Il supergruppo di rock progressive riunisce due storici componenti della band britannica King Crimson, Tony Levin al basso e Pat Mastelotto alla batteria, in una formazione inedita con il chitarrista Markus Reuter.

Il trio è caratterizzato da un sound unico modellato dagli strumenti con cui si esibiscono i suoi membri a partire dal Chapman Stick suonato da Levin, da cui la band trae il nome. Si tratta di uno strumento che unisce i tradizionali basso e chitarra, superandone i limiti ed aprendo ad infinite possibilità musicali. Markus Reuter esibisce il tapping in modo eccelso sulla sua U8 Touch Guitar ad otto corde, disegnata e progettata da lui stesso. Infine, Mastelotto arricchisce il tutto con un set di strumentazioni elettroniche che gli consente di creare loop e campionamenti dal vivo.

Tony Levin. Dopo l’esordio nella musica classica suonando il basso al Rochester Philharmonic, passa al jazz e al rock ottenendo una carriera incredibile registrando in studio e suonando sui palchi con John Lennon, Pink Floyd, Yes, Alice Cooper, Gary Burton, Buddy Rich e molti altri. Da più di 30 anni è uno dei membri dei King Crimson, della Peter Gabriel Band, e dei gruppi jazz Levin Brothers e L’Image. Il suo popolare sito web, tonylevin.com, ha portato sui monitor uno dei primi blog della storia con oltre 4 milioni di visualizzazioni.

Pat Mastelotto. Batterista autodidatta della California del Nord, nella sua carriera ha attraversato diversi generi musicali: dal pop, al prog, dall’elettronica, alla world music. Ha suonato e registrato, tra gli altri, con i Mr. Mister, Björk, David Sylvian, Patti Labelle, The Rembrandts, Kimmo Pohjonen e, negli ultimi 20 anni, con i King Crimson. L’esperienza con i King Crimson lo ha traghettato verso uno degli ensemble musicali più estremi di sempre gli HoBoLeMa – con Alan Holdsworth, Terry Bozzio e Tony Levin. Gli altri progetti/ensemble di cui fa parte includono i TU, KTU, Tuner (con Markus Reuter), ORK e, ovviamente, gli Stick Men.

Markus Reuter. Chitarrista, compositore, produttore discografico e progettista di strumenti. Inizialmente formatosi come pianista, ha poi studiato al Guitar Cra di Robert Fripp dove ha imparato a suonare il Chapman Stick, per poi progettare la sua signature U8 Touch Guitar. Nella sua carriera Reuter ha preso parte a molteplici ensemble e progetti. Oltre agli Stick Men, è uno dei principali membri della band sperimentale Centrozoon, la metà del duo Tuner (di nuovo con Pat Mastelotto) ed ha fatto parte dell’Europa String Choir e The Crimson ProjeKct.

Tigran Hamasyan Trio (17 novembre Teatro Nuovo)

A chiudere Spoleto Jazz Tigran Hamasyan che presenterà The call within live con Marc Karapetian al basso e Arthur Hnatek alla batteria.

Considerato uno dei più straordinari musicisti della sua generazione, Tigran è un virtuoso del pianoforte che si distingue per l’unione sapiente della potenza dell’improvvisazione jazz con la musica folcloristica della sua terra, l’Armenia, dando vita ad un sound unico arricchito da influenze rock. Con il suo eccezionale talento e il suo sound unico Tigran ha tenuto concerti in tutto il mondo, guadagnandosi l’affetto di una fan base eterogena che comprende sia appassionati di jazz che ascoltatori di progressive rock.

La vita di Tigran è stata da subito caratterizzata dalla musica. Cresciuto con un padre amante del rock, a tre anni muove i suoi primi accordi sul pianoforte cercando di replicare la musica dei Beatles, dei Led Zeppelin o Deep Purple. A dieci anni inizia a guardare con curiosità al mondo del jazz ed è in questo momento della sua formazione musicale che entra Vahag Hayrapetyan, il maestro che gli insegnerà i fondamenti del jazz e del be-bop. A tredici anni, infine, rivaluta la musica tradizionale armena e inizia a trarne ispirazione.

Quando Tigran compie sedici anni i genitori, comprendendo le sue capacità artistiche, decidono di trasferirsi a Los Angeles per dargli maggiori opportunità. Nel frattempo, la sua carriera ha già preso il via. Nel 2003 vince il premio della critica e del pubblico al Festival di Montreux e nel 2006 ottiene il premio come “Best Jazz Piano” al Thelonious Monk Institute of Jazz e registra il suo primo album World of Passion.

Nel 2015 vince il prestigioso Paul Acket Award al North Sea Jazz Festival e l’anno successivo l’Echo Award (il Grammy tedesco) come “Best International Piano Album of the Year” con Mockroot. Nel 2017 esce An Ancient Observer, a cui ha fatto seguito The Call Within nel 2020.

Per maggiori informazioni: visioninmusica.com

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