Venerdì 27 ottobre, nell’ambito del secondo ciclo di incontri “Raccontare la storia”, la studiosa Dorica Manconi (già della Soprintendenza archeologica dell’Umbria) e l’archeologo Stefano Spiganti alle ore 17 parleranno al Museo archeologico nazionale di Spoleto su “Un fulmine caduto…a Todi”.
Nel 2010 a Todi è stato scoperto un “fulgur conditum”, una vera e propria sepoltura di un fulmine, caratteristico rituale italico, collegato alla liturgia etrusca dei “libri fulgurales”, nel corso del quale i sacerdoti addetti recitavano l’espiazione cioè pulivano il luogo colpito ed eliminavano le tracce del fulmine, sotterrando gli oggetti che quest’ultimo aveva trafitto e frantumato, recintandolo e consacrandolo alla divinità.
In questo caso, lo scavo ha rivelato un’iscrizione (fulgur conditum) – che indicava e sigillava la sepoltura del fulmine – poggiata sopra un pozzo (puteal) nel quale erano stati interrati gli elementi di rivestimento in marmo di un monumento, probabilmente funerario, considerata l’area di rinvenimento. I dati epigrafici e i materiali raccolti ci riportano al I-II sec. d.C..