Trent’anni sono simbolo di continuità, storicità e tradizione: le caratteristiche della “Festa del tartufo estivo e dei prodotti tipici” di Spina di Campello. La manifestazione è stata presentata oggi in Provincia alla presenza dell’assessore provinciale al turismo Roberto Bertini, del sindaco di Campello sul Clitunno Paolo Pacifici, del presidente della Proloco Fortunati Santino, Luigi Rambotti e Giuseppe Guerrini curatori del libro “La via della Spina – Castelli e Transumanze”.
“Nata nel 1983 la manifestazione – ha affermato Bertini – è stata tra le prime sul panorama regionale finalizzata a promuovere e valorizzare uno dei prodotti locali più prestigiosi e gustosi. Il volontariato è l’unico elemento che tiene in piedi queste feste che sono risorsa del territorio e importante momento aggregante”. “A differenza di molte sagre o feste del territorio – ha spiegato il sindaco – questa riguarda un prodotto che caratterizza questi luoghi. Voglio ringraziare la Proloco per il lavoro che svolge che va al di là della organizzazione di questa Festa. Da sempre infatti questa associazione si impegna in attività culturali utili alla popolazione come il libro “La via della Spina – Castelli e Transumanze” che verrà presentato il 4 agosto alle ore 16. Questa pubblicazione è frutto di attenti studi e di amore per il territorio che solo chi lo vive può capire”.
A ricordare il programma della manifestazione è stato Santino Fortunato: “Oltre alle serate danzanti e alla degustazione di prodotti tipici del nostro territorio, abbiamo organizzato per il 3 agosto il convegno “Il tartufo Nero: un’antica risorsa per il territorio”. Questo incontro sarà un modo per mettere a confronto esperti del settore sull’importanza del tubero, fulcro dell’economia di Spina di Campello. Questa è una festa che ha ancora il sapore del passato, dei festini sull'aia dei casolari, delle luci e dei suoni delle cose semplici e degli aromi di un tempo.
C’è grande attesa in paese per questo evento da parte di tutta la comunità che in quei giorni esce dall’isolamento, rivede amici e parenti, che colgono l’occasione per salire quassù, nella montagna di Campello”. Luigi Rambotti e Giuseppe Guerrini, curatori del libro “La via della Spina – Castelli e Transumanze”, hanno ricordato come la via delle Spina sia stata una delle strade più percorse dai pellegrini nel 1400 perché univa la parte adriatica del territorio con Roma.