Intervista a Paolo Cariani, titolare dell’omonima agenzia, che opera nel mercato umbro sin dal 1992.
Con buona pace di chi pensava che il mattone non fosse più il bene rifugio per eccellenza degli italiani, il 2021 ha fatto registrare volumi di intermediazioni immobiliari che non si vedevano da prima della crisi dei mutui subprime.
Gli addetti ai lavori sono fiduciosi anche per il 2022 dove la dinamica dei prezzi in risalita dovuta all’inflazione, e i notevoli risparmi accumulati dalle famiglie più fortunate durante questi due anni di pandemia dovrebbero continuare a spingere il mercato sostenendo di fatto i valori delle compravendite.
Anche le novità dei mutui prima casa giovani per gli under 36 contenute nel Decreto Sostegni Bis avranno un ruolo importante, per un anno che si preannuncia molto positivo per il settore immobiliare italiano.
A tal fine abbiamo avuto il piacere di conversare con Paolo Cariani, dell’omonima agenzia, che opera nel mercato umbro sin dal 1992 occupandosi di intermediazioni che prevedono sia locazioni che compravendite, con una particolare cura del cliente che lo vede interessato in tutte le fasi di acquisizione dell’immobile.
L’esperienza porta l’agenzia a mettere a disposizione dei propri assistiti una vasta gamma di servizi correlati a partire dalla consulenza tecnica di geometra, commercialista, avvocato e architetto, alla consulenza sui mutui con i più importanti istituti di credito.
Che anno è stato il 2021 per il mercato immobiliare italiano?
Sicuramente il 2021 per il mercato immobiliare italiano è stato un anno importante; dopo parecchio tempo abbiamo assistito a un incremento del numero delle compravendite e, in alcune zone, anche a un lieve rialzo dei prezzi.
C’è una ripresa anche del mercato delle seconde case con un incremento di ben 180.000 unità che equivale a un +44% rispetto al 2020 dove furono circa 125.000.
Questo incremento è da ascrivere sia per un utilizzo personale dell’immobile che coniuga vacanze e magari telelavoro o smart working, oppure, nella maggior parte dei casi, come investimento in locazioni brevi particolarmente richieste dai vacanzieri rispetto alle strutture ricettive tradizionali impantanate, loro malgrado, in divieti e regolamentazioni ancora in essere causa emergenza sanitaria.
Anche il mercato degli affitti ha chiuso il 2021 con un incremento dello 0.6% dei canoni (Teleborsa) con una domanda di molto superiore rispetto all’offerta.
Oggi siamo ancora nella fase “effetto lockdown” e si cercano solo abitazioni con giardino?
L’effetto lockdown è ancora determinante sulla ricerca di nuove abitazioni; si privilegiano gli immobili con giardino o terrazzo, e comunque con ampi spazi esterni anche se, al limite, condominiali.
Nelle nostre zone è determinante anche l’effetto terremoto e quindi si fa molto caso alla classe antisismica degli edifici, come del resto l’efficientamento energetico che sta influenzando e sensibilizzando gli acquirenti verso un impatto ambientale più sostenibile.
Affitti o compravendite, qual è la direzione che sta prendendo il mercato per il 2022?
Nel fermento generale del mercato immobiliare stiamo assistendo a un forte incremento sia delle compravendite che degli affitti, con una prevalenza delle compravendite dovuta alla concomitanza di prezzi bassi (vi si attende comunque una crescita dovuta all’inflazione), mutui bassi e incentivi fiscali sulle ristrutturazioni.
Diversi studi di settore, come quello condotto da Duff & Phelps Real Estate Advisory Group, ci dicono che il sentiment ottimistico sia cresciuto notevolmente e che le transazioni immobiliare possano tornare ai livelli pre-pandemia, e oltre, entro la fine del 2022.
Una battuta sulla direttiva europea per la riqualificazione energetica degli edifici nel pacchetto clima/energia: tanto rumore per nulla o potrebbero esserci delle reali problematiche per i possessori di immobili in Italia?
Più che di problematiche a mio avviso siamo di fronte ad una grande opportunità e soprattutto a un processo necessario.
Vi si arriverà gradualmente, questo deve essere chiaro a tutti, ma è un treno che non si può perdere; probabilmente un’esigenza collettiva, a essere franchi, perché l’impatto ambientale e il risparmio energetico sono già oggi le sfide da affrontare, e vincere, per salvaguardare il nostro pianeta di domani.