Si aprirà il prossimo 19 aprile 2020, a Mercatello sul Metauro, per chiudersi a Città di Castello il 9 maggio 2021 il Settimo Centenario dalla morte della beata Margherita della Metola, che nel corso delle celebrazioni potrebbe anche essere proclamata Santa.
I progressi della causa di canonizzazione sono stati uno degli argomenti della Commissione ‘Affari Istituzionali’ di Città di Castello di ieri (mercoledì 5 febbraio) in cui è stato illustrato il lavoro del Comitato, formato da diocesi di Città di Castello, arcidiocesi di Urbino, Comuni di Città di Castello, Mercatello sul Metauro e Sant’Angelo in Vado e Ordine dei predicatori, alla presenza del presidente dell’organismo consiliare Filippo Schiattelli, del presidente del Consiglio comunale e rappresentante del Comune nel Comitato Vincenzo Tofanelli, don Andrea Czortek per la diocesi, don Nicola Testamigna, viceparroco Santa Maria Nova in San Domenico, l’economo della diocesi Gianfranco Scarabottini, l’assessore ai Servizi educativi Rossella Cestini, l’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini e il consigliere regionale Michele Bettarelli.
Chi è Beata Margherita della Metola. Anche se patrona dei non vedenti e degli emarginati dal 1988, Margherita nacque nel 1287 in una famiglia agiata nel fortilizio della Metola, nella Valle del Metauro. I genitori non accettarono la sua cecità e le evidenti malformazioni fisiche e la reclusero in una cella per 9 anni, assistita dal cappellano che le fece conoscere i testi sacri e il latino. Sperando nella grazia del Beato Giacomo, il padre e la madre l’accompagnarono presso la tomba del frate a Città di Castello dove, non avvenendo il miracolo, la lasciarono in un convento di clausura. Con le suore restò poco per essere affidata a Venturino, commerciante, e donna Grigia, laica domenicana mantellata, che la crebbero come fosse figlia loro. Donna Grigia la inserì nel contesto delle laiche domenicane; le sue virtù e la fama della sua sanità ben presto fecero di lei un riferimento di sacerdoti e religiosi. Il 13 aprile 1320 Margherita muore, la gente vieta la sepoltura e il corpo viene deposto nella teca della Chiesa di San Domenico, dove si trova attualmente. Numerosi miracoli – avvenuti sia in vita che dopo la morte – vengono raccontati in varie biografie. Fu beatificata nel 1609. I domenicani diffusero il culto di beata Margherita in tutto il mondo.
“L’apertura del VII Centenario si terrà a Mercatello sul Metauro il prossimo 13 aprile; a Città di Castello la messa del mattino sarà unica per tutto il centro storico e sarà celebrata dal vescovo Domenico Cancian a San Domenico. Nel pomeriggio a Mercatello, ci sarà un’altra messa presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei. L’anno si chiuderà nel 2121 a San Domenico. Dal 15 agosto al 30 settembre è prevista la traslazione temporanea del corpo della Beata nelle parrocchie di Lamoli/Borgo Pace, Mercatello sul Metauro Sant’Angelo in Vado, Urbania e Apecchio – ha detto don Andrea Czortek, riassumendo il lavoro del Comitato – Abbiamo intenzione di stampare 60 mila opuscoli e altrettante immagini devozionali per la benedizione delle famiglie. A Città di Castello stamperemo anche un’altra immagine, un polittico conservato a San Domenico. Un ulteriore opuscolo redatto dal parroco di Mercatello don Piero Pasquini e rivisto nelle bozze dal resto del comitato, sarà più corposo e divulgativo, informerà sulla vita della santa e sul messaggio che ne deriva, in linea con il magistero dell’attuale pontefice”.
Beata Margherita era una disabile e questo aspetto apre tutto il discorso sull’accoglienza della disabilità, attuale anche nell’ottica del lavoro che Città di Castello sta facendo sul Peba (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche). Va a titolo d’onore per Città di Castello avere messo una disabile nell’albo dei cittadini illustri
“Tutti speriamo che la causa di canonizzazione termini entro la fine dell’anno centenario. – ha aggiunto Czortek- Inoltre si chiamerà Santa Margherita di Città di Castello: non della Metola, per una questione posta dai domenicani, che hanno diffuso il culto con Città di Castello nelle Filippine, Canada, Usa e Polonia. Il vescovo della Congregazione delle cause dei santi si è dimostrato speranzoso. La causa va avanti e Città di Castello potrebbe essere anche polo di pellegrinaggio”.
Arcaleni (Castello Cambia) ha parlato dell’aspetto della disabilità: “Facciamo conoscere questa figure nelle scuole e tra i giovani, da cui proviene un forte messaggio di inclusione. Ha pensato ad un aggancio con le scuole?”. Czortek ha risposto che “Il Comitato ha scelto di stimolare ma di lasciare libera l’organizzazione”. Per Vincenti (Tiferno Insieme) “il coinvolgimento delle associazioni è molto importante, insieme a portare all’esterno il messaggio della beata. Evitiamo che le iniziative finiscano nel localismo e progettiamo qualcosa che varchi i nostri confini”. Sassolini (FI) ha parlato della processione da Val di Monte a la Metola della statua della Madonna: “Sono disponibile anche ad un contributo economico familiare, a patto di coinvolgere le persone di questa zona che sono molto devote. Inoltre è al confine degli itinerari religiosi”.
Zucchini (Gruppo Misto) ha messo in risalto “l’esigenza di uno sforzo ulteriore di progetto. Dal 1320 questa santa ha riposato nella chiesa di San Domenico: ora deve avere una casa. L’attuale stato dell’edificio e la prospettiva che diventi auditorium mi preoccupa. Se le decisioni fossero diverse dobbiamo valutare se non vada traslata in Duomo”. Don Czortek ha precisato che “come diocesi si svolgeranno lavori di miglioria dell’illuminazione che riguarderanno anche la nicchia della santa. Sarà restaurata la lunetta affrescata da Derigù sull’ingresso laterale e i due portoni di ingresso. L’auspicio di diocesi e comitato è che le celebrazioni siano occasione per riflettere su come utilizzare anche altre chiese del centro storico, che appartengono in pieno alla storia della città ma che non rispondono più ad esigenze di culto. Su San Domenico la diocesi è disponibile a discutere”. Bucci (Castello Cambia): “I percorsi storici andrebbero ricostruiti, visto l’intreccio con i percorsi religiosi”. Czortek ha ricordato il lavoro delle Rose di Gerico: “Il cammino di Santa Veronica già tocca la Metola. Non ricostruisce con la certezza matematica ma collega Mercatello con Città di Castello”.
Lignani Marchesani (Fd’I): “I cammini sono fatti spesso dalla prassi. Non entro in questioni liturgiche o confessionali ma la Beata Margherita sta a San Domenico. Il settecentenario ha bisogno di camminare su gambe solide: oltre alla diocesi ci sono l’art bonus e i privati, anche se il 2020 coincide con la mostra di Raffaello. L’Amministrazione dovrebbe coordinare queste cose perché siano motivi di promozione della città e le risorse siano distribuite in modo adeguato, evitando di creare tre povertà anziché tre ricchezze”. Gianfranco Scarabottini, economo della diocesi, ha detto che “la diocesi deve fronteggiare la gestione delle tre chiese del FEC, il Fondo statale Edifici di Culto. E’ un interlocutore difficile. La ricognizione a San Domenico ha detto che ci sono infiltrazioni importanti, stanno compromettendo l’imbiancatura. La Soprintendenza ha risposto tempestivamente con un preventivo di 80 mila euro per il Fec che non ha risposto. Interverremmo su portoni ed illuminazione di chiesa e nicchia”. Tofanelli ha accolto “con molto interesse le proposte fatte per accompagnare questo Settecentenario, armonizzandolo con il Festival Nazioni e col Centenario di Raffaello”. In chiusura don Nicola Testamigna ha lanciato la proposta di intitolare alla Beata Margherita la Piazza dell’Archeologia, un’idea del parroco don Tonino Rossi.