L’opera ‘Liberamente’ è alta 6 metri ed è stata realizzata dallo scultore altoatesino Eduard Habicher. Marco Tonelli, "Vorremmo averla stabilmente da noi"
Una nuova scultura monumentale a Palazzo Collicola. Installata venerdì scorso di fronte all’ingresso del palazzo settecentesco, l’opera realizzata dall’artista altoatesino Eduard Habicher proviene da una serie di disegni e da un bozzetto in ferro realizzato alla fine del 2020.
Liberamente, questo è il titolo della scultura, è alta 6 metri ed è stata concepita fin dall’inizio per essere esposta a Palazzo Collicola (anche la base in ferro del modello riproduce quella in cemento su cui è posta).
“Sulla scorta delle scelte già adottate in passato – sono state le parole del direttore artistico di Palazzo Collicola Marco Tonelli – nutriamo il desiderio di avere stabilmente la scultura di Eduard Habicher tra le opere di Palazzo Collicola. L’intento è quello di seguire la logica che Giovanni Carandente adottò con Sculture nella città nel 1962, quando alcune opere di enorme valore rimasero a Spoleto divenendo un elemento iconico della città”.
L’artista ha messo a disposizione anche il bozzetto che sarà parte della mostra “Work in Progress. Opere dalla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Collicola e dalla Fondazione Marignoli di Montecorona”, in programma dal 26 giugno e che vedrà esposti circa 40 bozzetti di opere antiche dalla collezione Marignoli e circa 30 della collezione della Galleria d’Arte Moderna.
La scultura rappresenta due cappi liberi nello spazio (uno chiuso e l’altro aperto in realtà), dipinti di nero e di rosso (colore tipico della produzione di Habicher dell’ultimo decennio) e contrapposti come fossero principi antitetici, o comunque dando l’impressione che uno, quello rosso, si libri vero l’alto in un vortice che lo disincaglia dalla morsa del secondo, quello nero collegato alla base.
La scultura in genere di Habicher, e questa in particolare, pur non nascondendo simbologie né volendo sfruttare metafore di alcun tipo, con la sua energia e le sue oscillazioni, con i suoi anelli e i suoi spazi vuoti, le sue spirali e i suoi intrecci, allude a principi della matematica dei nodi o della teoria della gravità quantistica a loop, che ipotizza forme pluridimensionali nello spazio le quali attraverso la frequenza di onde o stringhe oscillanti ad alta energia creano la materia e la massa.
Rappresentante di una tendenza scultorea che potremmo definire “tardo industriale” o in “ferro e acciaio” piuttosto che astratta o geometrica, Habicher si situa nel solco di una tradizione moderna che a partire dagli anni Sessanta, attraverso figure come Beverly Pepper (si vedano le sue sculture a nastro degli anni ’60) o Mark Di Suvero (si veda l’uso di putrelle di ferro), ha espanso il concetto di pieno e di vuoto a dimensioni ambientali (anche sulla scia dei Grandi Ferri “Celle” ed “R” di Albero Burri), senza aver l’ambizione di costruire alcunché di architettonico o teatrale.