Sei indagati, due arresti. Il sindaco Zuccarini: "Ha vinto la legalità"
Sei indagati per cinque misure cautelari. Un’operazione congiunta di polizia e carabinieri, presentata dal tenente colonnello Alessandro Pericoli Ridolfini e dal vicequestore Bruno Antonini, ha scoperchiato una situazione della frazione di Sant’Eraclio al limite della vivibilità.
I sinti del campo di Sant’Eraclio
Il gruppo di italiani di etnia sinti, alcuni residenti nel campo di Sant’Eraclio, altri no, e legati da vincoli di parentela, si sono resi colpevoli di oltre 50 episodi tra estorsioni, tentate estorsioni, rapine e tentate rapine. Oltre, ovviamente, a percosse, tentate percosse, lesioni e violenze. Di episodi certificati ce ne sono 22, tutti a vittime diverse.
Minacce, intimidazioni
Rubavano attrezzi agricoli e chiedevano un ‘riscatto’. Oppure si presentavano al bar o a fare spesa e non pagavano. E chi provava a ribellarsi subiva violenza o intimidazioni. Così a polizia e carabinieri è toccato anche il compito di scardinare il muro di omertà e paura che era calato su Sant’Eraclio.
I giovani del gruppo
L’età del gruppo va dai 20 ai 35 anni. A lavorare sull’indagine, il tenente Bazzurri, recentemente scomparso, che i vertici delle forze dell’ordine hanno voluto ricordare.
Le misure emanate
Nello specifico: due sono finiti in carcere, due con obbligo di presentazione e una con divieto di avvicinamento alle vittime. Un ultimo è a piede libero. Il magistrato che ha seguito le indagini è il dottor Ferrigno, il Gip è Mariotti.
Il blitz
Il blitz delle forze dell’ordine, avvenuto lunedì all’alba, ha dato una scossa anche al campo sinti di Sant’Eraclio, dove gli ‘anziani’ faticavano a gestire questi giovani così pieni di intemperanze.
“Ha vinto la legalità”
“Quando le istituzioni collaborano in stretta sinergia, facendo squadra, i risultati a beneficio dei cittadini arrivano concretamente. Sulle vicende del campo Rom di Sant’Eraclio, e sugli atti criminali posti in essere da alcuni suoi appartenenti, non abbiamo mai abbassato la guardia, né voltato la testa dall’altra parte, ma anzi, abbiamo voluto tenere gli occhi puntati e ben aperti”. Lo sottolinea in una nota il sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini.
“Sin da subito abbiamo portato avanti una costante e determinata azione di stimolo e di totale supporto con le istituzioni competenti e le forze dell’ordine, ha proseguito il sindaco, con ripetute richieste e sollecitazioni, invio di segnalazioni e documentazioni, riunioni operative e vertici, da ultimo la convocazione direttamente a Foligno, del vertice provinciale su sicurezza e legalità, da parte del Prefetto di Perugia Armando Gradone, su mia espressa richiesta. Presente in sala consiliare al Palazzo Comunale, insieme al Questore di Perugia, Antonio Sbordone, al Procuratore Capo della Repubblica della Procura di Spoleto, Alessandro Giuseppe Cannevale, ai vertici provinciali delle forze dell’ordine. Mi complimento, e ringrazio a nome dell’intera Città, il Prefetto per il proficuo lavoro di indagine delle forze dell’ordine e la Procura della Repubblica di Spoleto, che grazie allo loro intensa collaborazione di questi mesi, ha portato finalmente i risultati prefissati, potendone ora cogliere i frutti in termini di sicurezza. Stessa stima e gratitudine esprimo al Prefetto, al Questore, al Procuratore della Repubblica, per l’operato svolto, e per aver sempre accolto le mie istanze, riservando ogni volta la massima attenzione e disponibilità. Un particolare ringraziamento al Commissariato di Polizia di Foligno, guidato da Bruno Antonini, e alla compagnia Carabinieri di Foligno guidata dal tenente colonnello Alessandro Pericoli Ridolfini, per il brillante risultato. A Sant’Eraclio ha vinto la legalità, le Istituzioni, le forze dell’ordine, e soprattutto i cittadini onesti che hanno trovato in questa amministrazione il loro primo alleato. Continueremo senza sosta ed indugio la nostra lotta contro ogni forma di illegalità”.