Nel bene o nel male, l’esibizione di Achille Lauro a Sanremo 2020 “ispirata” a San Francesco ha fatto anche pubblicità ad Assisi e all’Umbria. E così ieri, mentre anche i gruppi Facebook assisani dibattevano della performance, sul sito della Rivista San Francesco Patrono d’Italia ha pubblicato un articolo di Elvio Lunghi, intitolato “Francesco rinuncia ai beni paterni, affresco (aspetto artistico)”, e dedicato una finestra a Sanremo.
Umbria Tourism, il portale del turismo umbro, ne ha approfittato per sponsorizzare un post – “Oggi tutti parlano del Festival di Sanremo e della performance di Achille Lauro. L’opera a cui si è ispirato è nella Basilica Superiore di Assisi. L’avete vista dal vivo? Ha appassionato anche voi la scoperta della ‘questione giottesca’?” – che rimanda alla scheda della Basilica sul sito umbriatourism.it.
La performance di Achille Lauro a Sanremo 2020 non è sfuggita anche a padre Enzo Fortunato, che in un editoriale spiega come sia “Buona l’intenzione, discutibile il modo. Del gesto e delle parole di Achille Lauro – scrive il direttore della rivista San Francesco – vorrei rispettare la sincerità dell’intenzione. Rimane discutibile il modo e forse il luogo. Non possiamo ridurre quella scelta di radicale nudità e affidamento a Dio che si rivela come padre di ogni uomo a delle paillettes color carne“.
Meglio concentrarsi, per il francescano, sulla “parola ‘pace’ che apre di fatto il Festival. Fiorello la ripete per ben 11 volte”, o sul fatto che “il festival esprime una ricerca di senso e di significato che non può essere messa tra parentesi. La prima serata di Sanremo 2020 – secondo Fortunato – ci consegna tre ‘verità’: abbiamo bisogno di senso e significato; abbiamo bisogno di pace; abbiamo bisogno di solidarietà. E se oltre la musica concorrono i fatti tutto è più semplice o se volete più francescano“.