La Cassazione ha respinto l’istanza che Gianpiero Bocci aveva presentato contro la misura cautelare, disposta dal giudice Valerio D’Andria, quando era ancora agli arresti domiciliari. Misura cautelare che, come noto, è poi decaduta a seguito dell’accoglimento del giudizio immediato, che conclude la fase d’indagine almeno rispetto ai reati attualmente contestati. Per la Cassazione, comunque, nella fase d’indagine esistevano i presupposti (legati al rischio di inquinamento delle prove) tali da giustificare gli arresti domiciliari.
L’ex sottosegretario agli Interni, indagato dalla Procura perugina per il caso Sanitopoli, era finito agli arresti domiciliari il 12 aprile scorso.
Poi il 2 luglio la cessazione della misura cautelare (così come per gli ex manager dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Emilio Duca e Maurizio Valorosi) appunto con l’accoglimento, da parte del gip Valerio D’Andrio, del giudizio immediato come richiesto dai magistrati titolari dell’inchiesta, Abbritti e Formisano.
Fine dei domiciliari per Bocci, Duca e valorosi: giudizio subito
Per i legali di Gianpiero Bocci, David Brunelli e Alessandro Diddi, la valutazione della Cassazione non inficerà il giudizio immediato, sede nella quale si dicono sicuri che verrà dimostrata l’estraneità del loro assistito ai fatti contestati.