Sanità, PD Terni: "Rivedere il tetto di spesa per le assunzioni" - Tuttoggi.info

Sanità, PD Terni: “Rivedere il tetto di spesa per le assunzioni”

Marco Menta

Sanità, PD Terni: “Rivedere il tetto di spesa per le assunzioni”

Ven, 08/03/2024 - 10:27

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"Per quattro anni e mezzo la Regione non ha fatto niente, e ora, negli ultimi mesi di legislatura, cerca di recuperare in maniera piuttosto scomposta e confusa".

“Si susseguono a stretto giro i comunicati dell’Azienda Ospedaliera di Terni nel tentativo di rassicurare i cittadini e di arginarne lo scontento verso gli effetti delle delle politiche fallimentari della Giunta Tesei”.

A dichiararlo, in una nota, Riccardo Brugnetta, coordinatore del Forum Sanità PD Provinciale di Terni.

“Prima una discutibile nota del 5 marzo, pubblicata a fronte del peggioramento della classifica relativa alla valutazione annuale di Newsweek e di alcune lamentele dell’utenza, in cui si dichiarava improvvidamente che ‘nonostante l’ospedale di Terni sia perennemente in uno stato di sovraffollamento, la percezione dell’utenza relativamente alla interazione con il personale delinea un profilo di eccellenza’, citando i risultati di uno studio della Scuola S. Anna di Pisa; poi un lungo comunicato del 6 marzo, più concreto, con vasta citazione di dati ma privo di confronti con periodi precedenti, in cui vengono menzionate le principali attività di alta complessità effettuate negli ultimi giorni”.

Brugnetta: “Giunta regionale incapace di prevenire la tempesta”

“I due interventi sono transitati in un sistema della comunicazione contemporaneamente inondato da messaggi fumosi e contraddittori, in gran parte alimentati da una Giunta regionale ormai consapevole che sulla sanità si gioca l’eventuale riconferma”.

“Sia ben chiaro, a parte questa ‘fanta-sanità’: nessuno mette in dubbio la capacità dell’azienda di rispondere alle sollecitazioni legate all’emergenza e all’alta specialità, grazie alla consistenza organizzativa costruita negli anni, alla dedizione che il personale ha dimostrato e sta dimostrando dall’emergenza Covid, all’adozione di misure volte ad attenuare i disagi da parte delle direzioni di USL 2 e Azienda Ospedaliera, come rilevato in occasione della visita alle strutture con Parlamentari e consiglieri regionali e comunali del PD. Voglio solo sottolineare l’incapacità della Giunta regionale di prevenire la tempesta, le organizzazioni, soprattutto quelle delle due aziende ospedaliere, ferme per 4 anni in attesa di un’intesa con Unipg per la nascita delle aziende integrate ospedaliero-universitarie, poi, di fatto, rimandata a data destinarsi, l’avviamento di disegni di privatizzazione attraverso scelte penalizzanti per le strutture pubbliche attive, come la verifica della rete ospedaliera regionale ex DM 70/2015 del dicembre scorso, fortemente legata alla creazione di posti privati-convenzionati e all’ipotesi stadio-clinica”.

“La situazione è l’esito della rinuncia a ogni forma di programmazione, a una visione del servizio sanitario regionale come asset da liquidare a favore degli interessi del momento, generando consapevolmente problemi che ne mettessero in difficoltà, a turno, le varie parti. In sintesi, per quattro anni e mezzo la Regione non ha fatto niente, e ora, negli ultimi mesi di legislatura, cerca di recuperare in maniera piuttosto scomposta e confusa”.

Piano triennale del fabbisogno del personale

“Un ultima, concreta, notazione: l’Azienda ospedaliera ha adottato il Piano triennale del fabbisogno del personale  2024-2026 ed è in attesa dell’approvazione da parte della Regione Umbria. Il Piano, anch’esso oggetto di interventi a stampa elogiativi, non prevede interventi significativi sulle risorse umane sanitarie“.

“Il Piano stesso si conclude così: ‘sarebbe pertanto auspicabile che in sede di programmazione regionale si potessero rivedere i criteri di assegnazione alle Aziende del SSR del tetto di spesa determinato con alla DGR 581/2021’. Una domanda alla Giunta Regionale: perché, in attesa del superamento della normativa sui tetti  di spesa del personale, come richiesto dal PD nazionale, non procede all’aggiornamento del tetto alle singole aziende come previsto dal cosiddetto decreto ‘Calabria’, adeguando i tetti fermi ai dati del 2019?”

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