Milleduecentocinquanta giorni. Tanto è passato dall’ultima volta che un abitante di San Giacomo è potuto entrare nella chiesa per ascoltare messa o semplicemente raccogliersi in preghiera. Dal 23 novembre 2010, infatti, di quella struttura è rimasta in piedi solo una piccola porzione. Colpa di quel terribile crollo che solo per la prontezza di riflessi del capocantiere non si trasformò in tragedia. Oggi, tre anni e mezzo dopo quello sciagurato giorno, in occasione dell’inaugurazione del nuovo fontanello Vus a pochi passi dalla piazza, la comunità sangiacomese torna ad esprimere un accorato appello affinché i lavori, visto il dissequestro dell’area da parte della Procura, possano riprendere al più presto.
Rischio incidenti – Non solo per tornare a respirare l’aria di una vera chiesa, ma anche per i disagi alla viabilità e al decoro urbano che quel cantiere fermo da così tanto tempo sta arrecando alla popolosa frazione. “La viabilità è compromessa – raccontano alcuni residenti a Tuttoggi.info – e quasi ogni giorno si sfiorano incidenti stradali per colpa di quelli che non hanno ancora capito, o fanno finta di non aver capito, che per arrivare in piazza occorre fare il giro da dietro. Senza contare la gru che da anni pende sopra le nostre teste e che non contribuisce certo a migliorare l’immagine della nostra frazione”.
Lettera al Vaticano – La preoccupazione dei residenti è anche per le opere d’arte conservate nella chiesa, non protette a sufficienza e alla mercé dei piccioni che le hanno scelte come rifugio. Qualche malumore, inoltre, sarebbe sorto dopo la recente visita pastorale dell’arcivescovo Renato Boccardo, durante la quale il presule avrebbe fornito rassicurazioni sullo stato dell’arte ritenute da qualcuno non sufficienti. Da qui l’idea di indirizzare una lettera direttamente in vaticano.
Burocrazia blocca tutto – Dal canto loro, gli uffici della Curia fanno sapere che il progetto di recupero è già pronto. Per iniziare si aspetta solo di sbloccare le noie burocratiche legate al contenzioso con la vecchia ditta appaltatrice, a cui tecnici e avvocati stanno lavorando alacremente. Poi si procederà ad una nuova gara d’appalto per assegnare i lavori. “La fine è vicina”, è stato il commento rilasciato a Tuttoggi.info dall’ufficio stampa dell’Arcidiocesi. Indicare delle scadenza però è ancora prematuro.
Processo al via – Discorso a parte è quello relativo al processo penale per il crollo, che vede alla sbarra 6 persone accusate a vario titolo di disastro colposo e violazioni varie in materia di norme edilizie e sicurezza sul lavoro. La prima udienza è fissata per il 9 maggio prossimo.
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