Federico Ricci saluta Perugia e Afas dove è stato vice presidente per approdare a Teri dove sarà amministratore unico delle farmacie comunali, ma si porta dietro una scia di polemiche politiche. Non per buchi o inefficienze, come molte volte avviene per chi è chiamato a gestire aziende partecipate. Questa volta, tra Pd e Fratelli d’Italia la polemica riguarda… gli utili dell’azienda perugina. Che per l’ex vice presidente sono frutto di un “risanamento“. Non così per il Pd, che attacca: “Né da lui né dall’attuale CdA è stata messa in campo alcuna opera di risanamento delle farmacie comunali di Perugia, ma gli attuali amministratori le hanno trovate in ottima salute nonostante ogni anno versino nel bilancio del Comune di Perugia 750 mila euro per la cessione del ramo d’azienda. Al contrario l’unica proposta di un membro della Giunta Romizi a proposito dell’Afas è quella dell’assessore Perari che propose di venderle in blocco“.
Per il Pd i risultati di cui “ha impropriamente raccolto i frutti anche Ricci” sono dovuti al lavoro degli anni pregressi, a partire dall’individuazione di una risorsa interna come il dott. Raimondo Cerquiglini a direttore generale nel 2013, quando Romizi era consigliere d’opposizione in quota Forza Italia.
Afas sin dalla sua costituzione nel 1996 ha prodotto utili costanti sino alla fine degli anni 2000 e, successivamente, ha sempre garantito al Comune il regolare pagamento del canone di affitto annuo del ramo di attività ad oggi pari a 750mila euro unitamente agli utili di gestione distribuiti al Comune che ne è unico proprietario e che per tale via può reinvestirli autonomamente. “Tali risultati – commenta il gruppo dem – sono stati raggiunti grazie sia a una cultura gestionale di tipo aziendale (pianificazione strategica, obiettivi aziendali di qualità, budget aziendali e per sede, responsabilità per risultati a tutti i livelli dirigenziali, rilevazione costante e contenimento dei costi, controllo di gestione), sia ad una costante tensione al miglioramento, anche attraverso il maggior coinvolgimento del personale rispetto agli obiettivi aziendali (economico-gestionali e socio-sanitari) e l’introduzione di più efficienti modelli organizzativi in grado di assicurare una maggior efficacia, efficienza e produttività del lavoro, per rispondere al meglio alla missione aziendale di pubblico servizio”.
E il Pd,conseguentemente, ha continuato a votare a favore dei bilanci Afas, anche perché proseguiva il piano industriale steso dalla precedente gestione. “La solidità di Afas non è merito (auto-attribuito) di Ricci – conclude il Pd – ma dovuta al superamento di un periodo assai delicato per le farmacie comunali (dal 2005 ad oggi), caratterizzato dalla progressiva erosione dei margini di utile derivante dalla concorrenza delle parafarmacie anche nella grande distribuzione e alle misure nazionali e regionali di contenimento della spesa farmaceutico-sanitaria, andando ciò nonostante sempre ben oltre il pareggio di bilancio (economicità, unico obbligo che il Testo unico degli Enti locali impone alle Aziende speciali)“.