L'opera è stata realizzata nel 1954 dal tifernate Nemo Sarteanesi, il restauro è stato reso possibile grazie al sostegno economico dell’Associazione per la Tutela e Conservazione dei Monumenti Alta Valla del Tevere, oltre al Club Inner Wheel
E’ stato presentato martedì scorso (20 settembre) il lavoro di restauro dell’affresco raffigurante La Madonna delle Grazie, realizzato nel 1954 dal tifernate Nemo Sarteanesi (1921-2009) e collocato sopra il portone d’ingresso del Palazzo vescovile di Città di Castello.
Presente per l’occasione anche il vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini, che ha ringraziato per il sostegno economico l’Associazione per la Tutela e Conservazione dei Monumenti dell’Alta Valla del Tevere e la sua presidente Catia Cecchetti, oltre al Club Inner Wheel di Città di Castello e la sua presidente Adele Lanzuolo.
Questo intervento si inserisce nella lista dei restauri già promossi dall’Associazione negli anni passati: dall’affresco raffigurante la Cieca della Metola, sempre di Nemo Sarteanesi nella Cappella omonima del Cimitero monumentale tifernate, al ritratto del Vescovo Muzi, opera affrescata da Alvaro Sarteanesi, fratello di Nemo, esso stesso socio fondatore dell’Associazione e realizzata sopra il portone d’ingresso del Chiostro di San Domenico.
Nemo Sarteanesi si è formato a Firenze alla scuola di Felice Carena: artista sensibile e fine conoscitore del panorama pittorico classico e contemporaneo ha realizzato questo affresco con una riproposizione della Madonna delle Grazie straordinariamente innovativa. L’opera in questione doveva essere originariamente collocata all’esterno della Torre civica, dove un tempo si trovata un affresco di Luca Signorelli, di cui oggi rimane un frammento della testa del San Paolo nella Pinacoteca comunale a causa del terremoto del 1789.
Ad illustrare l’intervento di recupero è stata Laura Zamperoni, restauratrice accreditata e consigliera dell’Associazione. Ha evidenziato alcune straordinarie scoperte emerse durante l’intervento quali la firma e la data dell’opera ma anche una lacrima nel volto della Vergine e impronte della mano dell’artista in alcune parti dell’affresco. Il dipinto, realizzato in 8 giornate da Sarteanesi, è stato recuperato con maestria e letteralmente salvato in alcune parti veramente deteriorate dal tempo e dalle intemperie. I lavori realizzati nel mese di agosto, hanno visto la supervisione della locale Sovrintendenza con il sopralluogo del funzionario di zona Gianluca Delogu, che ne ha approvato interventi e tecniche di restauro.
Presente all’appuntamento in sala anche il figlio di Nemo Sarteanesi, Tiziano: quest’ultimo ha ricordato la figura del padre come “artista delicato e legato alla sua città, tanto da farsi portavoce delle temperie artistiche con una sua produzione ricca e innovativa che ha riguardato la fotografia, la grafica, i restauri e la costituzione, insieme all’amico Alberto Burri, della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di cui è stato Presidente“. Nemo è stato tra i soci fondatori dell’Associazione insieme con altre figure note tifernati quali il fratello Alvaro Sarteanesi e lo stesso Burri.