"Ho una falegnameria che riesce a fare tutto a 360 gradi. Oggi mi occupo anche di arredamenti per il settore nautico"
Una famosa citazione di Madre Teresa così recitava: “La vita è un’opportunità, coglila. La vita è bellezza, ammirala. La vita è beatitudine, assaporala. La vita è un sogno, realizzalo”. Nel cuore della sua infanzia, Remo Sabbatucci ha trovato la scintilla della sua passione nel laboratorio di falegnameria di suo padre, in Svizzera. Fin da piccolo, si è immerso in quell’ambiente, trovando gioia e ispirazione tra i trucioli di legno e gli attrezzi che risonavano con il suono del lavoro artigianale.
“Ero piccolo, forse non avevo più di 4 anni. Mi intrufolavo nella sua falegnameria e imparavo osservando con gli occhi e giocando con i trucioli. In quella falegnameria ci ho praticamente vissuto” Così ricorda Remo con un sorriso che gli riempie il viso.
Con il passare degli anni, la passione di Remo nel lavorare il legno è cresciuta, alimentata dalle estati passate in falegnameria con suo padre durante le vacanze scolastiche.
“Il lavoro mi piaceva ogni giorno di più e alle medie, già stavo in Italia, nelle estati lavoravo con mio papà. Lì è cresciuta la mia passione”. La sua vocazione lo ha portato a intraprendere gli studi per diventare geometra, con l’intenzione di perfezionare le sue competenze nel disegno tecnico. Il suo unico obiettivo era quello di intraprendere la carriera di architetto. Tuttavia, il destino ha preso una piega diversa quando Remo ha deciso di arruolarsi nell’esercito nel 1984. Un passo che ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo nella sua vita.
Gli inizi
Nonostante il servizio militare, la sua passione per il lavoro del legno non si è mai affievolita. Anzi, durante questo periodo ha continuato a coltivare la sua abilità e la sua conoscenza nel settore. Dopo il servizio, Remo è tornato alla sua vera passione, dedicandosi anima e corpo alla falegnameria che suo padre aveva fondato.
“Lavoro in questa falegnameria da tanti anni. Quest’anno ne faccio 40. La mia prima libreria l’ho realizzata io a casa mia che facevo il primo anno di geometra. All’epoca mio papà era specializzato negli infissi poi quando sono entrato io, ci siamo specializzati sui mobili, soprattutto sulle cucine. Ci sono stati periodi in cui andavano altri settori per esempio bar, negozi, tabaccherie. Siamo stati anche fornitori della ex banca di Spoleto fino al 2014. Nel ‘95 Con la morte di papà ho proseguito da solo”, prosegue Remo.
Ma come fanno i guerrieri, tante sono le sfide da affrontare e superare prima di poter vincere la guerra e la vita di Remo non è stata priva di ostacoli. Ha affrontato momenti di incertezza e sfide finanziarie, ma la fede nella sua passione ha sempre brillato più intensamente, perché come diceva Adelina Dokja: “Le sfide saranno gli ingredienti più importanti per il successo”. Uno dei momenti più difficili è stato quando suo padre è venuto a mancare. La paura di non farcela da solo ha creato un’ombra di incertezza nella sua mente. Tuttavia, con l’amore e il sostegno della sua famiglia, Remo ha trovato la forza di continuare. Ha affrontato le difficoltà con coraggio e determinazione, ricostruendo la sua credibilità e riaffermando la sua competenza nel settore affrontando e dimostrando la sua integrità e la sua capacità di fare fronte alle situazioni più complesse con grinta e risolutezza. Come spesso accade nella vita, il destino ha premiato la perseveranza di Remo.
Il settore navale
“L’infisso ancora oggi lo tengo, perchè tutto è partito da lì. Ma sono orgoglioso di quello che sono riuscito a fare fino ad oggi. Ho una falegnameria che riesce a fare tutto a 360 gradi. Io sono come San Tommaso, devo ficcare il naso ovunque. Ho visto colleghi che facevano arredamento navale e ho iniziato con lavoretti piccoli fino ad arrivare a lavori sempre più complessi. Dopo aver lavorato in una azienda e in un cantiere navale di Marina di Massa mi sono specializzato in questo settore di nicchia che mi dà grosse soddisfazioni”. Ma la luce nel tunnel arrivò ancora più forte, quando suo figlio Paolo, che da sempre aveva sognato di diventare chef, decise di unirsi a lui nella falegnameria. La gioia di lavorare fianco a fianco con suo figlio era un raggio di speranza che illuminava le giornate di Remo, dando un nuovo significato al suo lavoro e infondendo nuova energia nei suoi sforzi.
La paura
Tuttavia, il destino ha riservato un’altra sfida a Remo quando ha ricevuto notizie preoccupanti sulla salute del figlio. Per un momento, la paura e l’incertezza hanno offuscato il suo spirito combattivo. Ma proprio in quei momenti bui, è stato il coraggio e la forza dello stesso figlio, e di tutta la sua famiglia, a illuminare il cammino di Remo. La determinazione di Paolo nel non mollare, nel continuare a sognare e a lottare, ha risvegliato la stessa tenacia nel cuore del padre.
“Come professionista mi puoi chiedere qualunque cosa ed io te la realizzo perché tutto è possibile. Come uomo sono molto umile e determinato”, così Remo conclude entusiasta. Oggi, Remo guarda al futuro con speranza e ambizione. Il loro sogno di espandere la falegnameria e di investire in nuove tecnologie è diventato più grande e più luminoso. Con coraggio, determinazione e l’amore della loro famiglia, sanno che possono superare qualsiasi sfida possa presentarsi loro lungo il cammino.
Il futuro
Alla domanda: quali sono i tuoi progetti futuri Remo non ha esitazioni: “Oggi con me c’è anche mio figlio Paolo e questa è stata una mia grande soddisfazione perché me lo ha chiesto lui. Io vorrei lasciare a lui un’azienda prospera. Tutto dipenderà dal tempo. Un altro obiettivo è quello di acquistare un macchinario. Si tratta di un centro di lavoro computerizzato a 5 assi e poi trovare una struttura più ampia per lavorare in modo più produttivo. Ed è un sogno che condivido con mio figlio”, così conclude Remo fiero dei suoi successi.
La storia di Remo è un esempio di come la passione, il sostegno della famiglia e la determinazione possano trasformare anche le sfide più difficili in opportunità di crescita e successo. Remo ne è un esempio.