L’Umbria tra le 20 Regioni europee (l’unica italiana, insieme al Veneto) “sentinella” dell’efficacia delle normative e della programmazione comunitaria. La Regione è stata infatti inserita nel progetto RegHub, lanciato a Bucharest nel Summit europeo delle Regioni e delle città, per essere ad un tempo laboratorio e stimolo affinché l’azione dell’Ue sia meno complessa e più efficace rispetto alle necessità di cittadini e imprese.
“Grazie a questo progetto ‘pilota’ potremo innanzitutto migliorare il rapporto tra la legislazione europea e quella regionale, e di conseguenza miglioreremo e aumenteremo l’efficienza e l’efficacia degli interventi nei territori, sia a vantaggio del sistema delle imprese, sia degli stessi cittadini”. A detto a Bucarest, alla presentazione del RegHub, Catiuscia Marini. “Per la mia personale esperienza di presidente di una Regione – ha proseguito – posso testimoniare che la stragrande maggioranza della legislazione dell’Unione Europea è attuata in primo luogo nei territori. Una attuazione che richiede una forte azione di cooperazione con il livello nazionale. Inoltre, oggi più mai, siamo chiamati a rendere conto del nostro operato. Siamo chiamati ad essere efficienti, attivi, e reattivi. Ebbene, questo progetto ci aiuterà a verificare in tutta Europa le migliori pratiche per poterle estendere e replicare in altre realtà, e ci consentirà allo stesso tempo di verificare le criticità delle legislazioni e dei processi decisionali, per potere aggredire e superare tali punti di difficoltà“.
“Ecco perché è con piacere – ha aggiunto – che saluto il lancio di questo progetto pilota e ringrazio il Comitato europeo delle Regioni, il suo Presidente ed il suo Primo vice Presidente per avere preso l’iniziativa per creare ponti tra le regioni e tra le istituzioni europee, le regioni ed i cittadini. Questo sarà utile non solo per garantire una migliore legislazione europea, ma anche come fonte di ispirazione per un migliore coordinamento – ha concluso Marini – tra il livello nazionale e il livello regionale, più che mai necessario in molti dei nostri Paesi“.
Umbria laboratorio per la “nuova” Europa
Verificare l’attuazione della normativa e delle politiche europee a livello regionale e locale, garantire un migliore coinvolgimento delle Regioni e degli attori locali nel processo di definizione di atti normativi e di indirizzo europei, contribuire a migliorare la qualità della legislazione Ue. Sono queste le attività principali che il Comitato europeo delle Regioni affida a una rete di venti Regioni europee, attraverso il progetto pilota biennale RegHub.
La Regione Umbria, che ha presentato domanda di partecipazione in partenariato con la Regione Veneto e la Conferenza della Conferenza delle Regioni-Cinsedo, è stata selezionata fra quelle che faranno parte della rete di hub (punti di contatto) coordinata dal Comitato delle Regioni e con l’hub Umbria/Veneto rappresenterà l’esperienza di attuazione concreta delle norme e delle politiche europee da parte di istituzioni, imprese e cittadini e le loro valutazioni.
Un nuovo metodo di lavoro a cui viene assegnata grande importanza: se il progetto pilota darà buoni risultati, il Comitato delle Regioni ha previsto che verrà istituito un network ampio e permanente di Regioni (Hub) europee che sarà cofinanziato, dal 2021 in poi, tramite il bilancio Ue, con l’obiettivo finale di consolidare e sviluppare le attività degli hub regionali, affinché diventino punti di contatto permanenti per tutte le questioni relative all’Agenda “Better regulation” della Commissione europea.
L’hub Umbria/Veneto e gli altri punti di contatto delle Regioni della rete dovranno individuare, costituire ed aggiornare reti di soggetti operanti a livello locale – di cui faranno parte i Servizi regionali competenti – per attivare la consultazione nelle varie aree normative, raccogliere pareri qualificati tramite questionari ed altri strumenti ed elaborare un documento di sintesi quale contributo al rapporto finale che il Comitato delle Regioni predisporrà e invierà alla Commissione e alle altre istituzioni dell’Unione europea.
Appalti pubblici, qualità dell’aria e mobilità sanitaria
La Giunta regionale dell’Umbria ha dato mandato all’assessore alle Riforme Antonio Bartolini di curare i rapporti con gli Hub regionali per la realizzazione del progetto, assicurando una governance politica sul territorio.
Nel 2019, primo anno di progetto, sono state individuate tre aree normative europee su cui gli hub regionali organizzeranno le consultazioni dei portatori di interesse operanti a livello locale: appalti pubblici, qualità dell’aria, mobilità sanitaria tra Stati dell’Unione europea. Le aree da esaminare nel 2020, secondo anno di progetto, saranno stabilite sulla base del calendario dei lavori della Commissione, tenendo conto anche delle proposte avanzate dalle Regioni partecipanti al progetto.
Porzi (Calre): un canale diretto tra Assemblee regionali e Commissione Ue
Ma il protagonismo dell’Umbria (e delle autonomie locali) al Summit di Bucarest si è manifestato anche attraverso l’intervento della presidente dell’Assemblea legislativa Donatella Porzi, che come guida del Calre ha ribadito la necessità di un miglioramento della partecipazione degli enti locali e regionali durante l’intero ciclo di elaborazione delle politiche europee. “Una partecipazione e un coinvolgimento – ha però chiarito Porzi – che deve avvenire senza velocità diverse ma contestualmente, in maniera interdipendente e interconnessa. Per far questo serve istituire un canale di comunicazione diretto tra i parlamenti regionali e la Commissione europea. Ma serve anche un coinvolgimento e una consultazione più specifica e mirata dei parlamenti regionali, quando la Commissione predispone atti concernenti competenze proprie dei parlamenti regionali con poteri legislativi”.
Quanto agli hub regionali, Porzi ha detto: “Sarà una occasione per mettere a sistema la valutazione delle politiche, da prendere in considerazione sempre. Quando all’interdipendenza, ci sono Regioni che vanno più veloci. Le reti orizzontali dunque ci consentono di omogeneizzare i processi di crescita, che è di fatto una rivoluzione culturale”.