Voler esercitare il proprio diritto al voto per il referendum costituzionale, ma vivendo all’estero, e ritrovarsi davanti al rischio di non poterlo fare per qualche inghippo burocratico. E’ quanto accaduto a un giovane perugino, Stefano, che da un anno e mezzo ha deciso di proseguire la sua carriera di ricercatore universitario all’estero, a Bruxelles. Uno dei tantissimi casi di cervelli in fuga dall’Italia ma che, nonostante tutto, non ha avuto dubbi se votare o meno, anche vivendo fuori dall’Italia. Stefano ha così aspettato che si avvicinasse la data del voto a Bruxelles, giovedì primo dicembre entro le 16, per ricevere tutta la documentazione necessaria.
Ma i giorni passavano e ancora per Stefano non arrivava niente. Ad allarmare il giovane perugino, il fatto che la sua fidanzata e convivente, una giovanissima ricercatrice scientifica marchigiana, aveva invece già da tempo ricevuto i documenti per andare alle urne. Così ha pensato di chiedere informazioni all’ambasciata italiana a Bruxelles. “Mi hanno detto – spiega il giovane – con sorpresa che il Comune di Perugia non mi aveva inserito nelle liste elettorali e che quindi non potevo votare”.
L’Aire – I cittadini italiani che si trovano fuori confine, infatti, possono andare alle urne per partecipare alla consultazione referendaria del prossimo 4 dicembre sulla riforma della Costituzione, ma con anticipo. Infatti la scadenza per votare era fissata a giovedì alle ore 16. A permettere ai cittadini italiani residenti all’estero di svolgere il proprio diritto di voto è l’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero ed è stata istituita nel 1988: contiene i dati dei cittadini italiani che risiedono all’estero per un periodo superiore ai dodici mesi ed è gestita dai Comuni (in questo caso quello di Perugia) sulla base dei dati e delle informazioni provenienti dai consolati all’estero. L’iscrizione all’Aire è un diritto-dovere per chi si trasferisce fuori dall’Italia, costituisce il presupposto per usufruire di una serie di servizi e dà la possibilità di ottenere o rinnovare i documenti di identità, di rinnovare la patente di guida o di votare per le elezioni e per i referendum per corrispondenza.
Ma c’è di più. “Al consolato – continua il giovane ricercatore umbro – mi hanno anche spiegato che la stessa cosa era accaduta ad almeno altre 4 o 5 persone, tutti in precedenza residenti a Perugia”. Così la redazione di Tuttoggi.info ha contattato telefonicamente gli uffici dell’Aire del Comune di Perugia, dove ci hanno in effetti confermato la sua iscrizione alle liste di votanti all’estero e che l’elenco di tutti i perugini è stata aggiornata e consegnata il 5 di novembre. Forse qualche inghippo nella lunga lista aggiornata dal Comune di Perugia, forse qualche disattenzione oltre confine all’ambasciata italiana a Bruxelles. Chi lo sa. Stefano è riuscito poi a trovare il bandolo della matassa di questo groviglio burocratico? “Sì, dall’ambasciata si sono subito mossi e lunedì hanno chiesto il nulla osta al Comune di Perugia che ha rapidamente risposto”. Insomma, tutto è bene quel che finisce bene.