Raptus violento contro tre poliziotti e un altro detenuto

Raptus violento contro tre poliziotti e un altro detenuto

Redazione

Raptus violento contro tre poliziotti e un altro detenuto

Ennesimo episodio di violenza nel carcere di Terni, il SAPPE denuncia l'emergenza dei reclusi psichiatrici
Sab, 16/11/2024 - 10:36

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Ancora un episodio di violenza nella Casa Circondariale di Terni, dove un detenuto psichiatrico, pugliese, se l’è presa con tre agenti di polizia penitenziaria e con un altro detenuto che aveva provato a fermarlo.

A darne notizia è Fabrizio Bonino, segretario per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE): “Stavolta a farne le spese sono stati un ispettore, un sovrintendente ed un assistente capo coordinatore, tutti appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, aggrediti da un detenuto psichiatrico di origine pugliese ristretto al Padiglione della Media sicurezza. Il ristretto, in stato di forte agitazione, con inaudita ira e senza alcuna motivazione, ha aggredito inizialmente il sovrintendente preposto di turno, oltraggiandolo e tentando di colpirlo sollevando e lanciando la sedia dell’ufficio. Successivamente in preda ad un vero e proprio raptus violento, vedendo giungere l’assistente capo ha provato a colpirlo più volte al volto, invano, ma ferendolo comunque al gomito sinistro. Stessa sorte anche all’ispettore di sorveglianza generale che, intervenuto nell’immediatezza per cercare di riportare il detenuto alla calma ed accompagnarlo nella Sezione di appartenenza, ha rischiato di essere colpito al volto con una testata”.

Il sindacalista evidenzia che “il detenuto, prima di calmarsi, ha assunto comportamenti violenti anche nei confronti di un altro ristretto, percosso solo perché intervenuto per riportarlo alla ragione, continuando ad opporre resistenza al personale intervenuto”. E rivolge un plauso al personale della polizia penitenziaria di Terni “che, ancora una volta con grande professionalità ha evitato che la situazione degenerasse, riportando l’ordine e la sicurezza all’interno dell’Istituto di pena”.

L’episodio è commentato anche da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri (tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni) è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti”.

Per il leader nazionale del SAPPE, “ci sono troppi detenuti che presentano problemi psichiatrici. Questa una delle gravi problematiche che al momento interessa le carceri italiane, e purtroppo non risparmia neanche Terni. Con la scellerata ed improvvida chiusura nel 2015 degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e il passaggio alle REMS, le residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, i posti a disposizione per ospitare i detenuti con questi disagi non sono sufficienti a colmare le reali necessità e per questo molti di loro sono stati rinchiusi nelle carceri. È così che anche a Terni: gli agenti della Polizia Penitenziaria, pur non avendo le competenze necessarie, sono chiamati a gestire queste persone con le più svariate problematiche mentali”.

Il leader del SAPPE ricorda, inoltre, che “il problema dei detenuti con disagio psichiatrico è la prima e più importante emergenza nazionale nelle carceri italiane: “La riforma che ha previsto la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari non ha indicato delle valide alternative, tant’è che è stata bocciata anche dalla Corte costituzionale”.

“Si riparta da questi gravi fatti caduti nel carcere di Terni, al netto delle attestazioni di solidarietà e vicinanza ai poliziotti feriti, per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di polizia penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”, conclude Capece.

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