Quintana, ecco i durissimi attacchi dalle associazioni animaliste. Nuove dichiarazioni di Gubbini sul tragico episodio - Tuttoggi.info

Quintana, ecco i durissimi attacchi dalle associazioni animaliste. Nuove dichiarazioni di Gubbini sul tragico episodio

Claudio Bianchini

Quintana, ecco i durissimi attacchi dalle associazioni animaliste. Nuove dichiarazioni di Gubbini sul tragico episodio

Enpa ed Ihp annunciano esposto, poi chiedono sequestro del corpo e dei filmati | L'Aidaa vuole l'invio di ispettori ministeriali e avanza sospetti sul doping | Il Wwf parla di troppe morti
Lun, 19/06/2017 - 15:51

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Non si placano le polemiche sulla morte di Wind of Passion il purosangue del rione Giotti morto ieri mattina a seguito di un incidente avvenuto sabato notte al Campo de li Giochi durante la Giostra della Quintana di Foligno.

Prima di tutto però, un aggiornamento sulle condizioni di salute del cavaliere Massimo Gubbini che dovrà attendere ancora un giorno per l’intervento al metacarpo, fratturatosi sabato a seguito della rovinosa caduta in campo. L’operazione è stata infatti rinviata a domani mattina.

“Non so veramente cosa pensare, l’unica cosa che mi consola è che ho trattato Wind fino all’ultimo momento con tutte le accortezze e attenzioni – dichiara Gubbini – che ho imparato in tanti anni di esperienza nel settore equestre. La cosa che ci legava di più era quella di mettercela sempre tutta. Anche se il suo destino è stato ingiusto – prosegue il cavaliere giottino – varrà sempre la pena ricordarlo come uno splendido cavallo che si è donato fino alla fine al suo cavaliere, che lo amava come se stesso. Perchè insieme – conclude Gubbini – giorno dopo giorno, si rincorreva un sogno che tutti chiamano vittoria”.


Clicca qui per leggere il servizio: Morto cavallo del Giotti. Intervista esclusia al cavaliere Massimo Gubbini


Ma come era prevedibile, arrivano puntualmente gli attacchi di alcune associazioni animaliste, tra la quali l’Aidaa che chiede di far effettuare l’autopsia da un ente terzo.

Ci sono diversi dubbi sulle cause della morte per arresto cardiaco del cavallo – dichiara il presidente Lorenzo Croce – secondo la ricostruzione ufficiale ‘durante la manifestazione ha riportato una lesione del nodello degli arti inferiori e prontamente ricoverato in clinica dove gli è stato applicato un bendaggio rigido in anestesia totale ed approntata una terapia di sostegno per stabilizzare il paziente per poter procedere con un eventuale intervento chirurgico’. Secondo il comunicato ufficiale il cavallo – incalza l’Aidaa – sarebbe morto per arresto cardiaco”.

L’associazione animalista invoca la costituzione di una “task force congunta dei ministeri della Salute e dello Sport” per verificare la situazione quintanara.

 “Vogliamo avere notizie sulle visite pre corsa – proseguono gli animalisti – per sapere se corrisponde al vero la notizia che sta girando sottovoce secondo la quale questo cavallo era stato già operato e quindi ci piacerebbe sapere se aveva dei problemi e se si come mai ha partecipato alla gara. Inoltre chiediamo che l’autopsia sia fatto da un ente terzo e che si verifichi che questo cavallo non abbia assunto sostanze, forse dopanti, o che comunque possano aver consorso come concause della morte, ci aspettiamo notizie certe e concrete sul passato veterinario di questo purosangue“.

Sulla questione interviene anche Alice Bistocchi, interpellata da Aidaa in qualità di esperto per questioni di natura tecnica, che viene definita “amante ed esperta di cavalli ma sopratutto impegnata nel recupero dei cavalli anche quelli ex sportivi, salvati dal macello e dalla soppressione”.

Secondo la Bistocchi quindi “Il cavallo purosangue inglese non è idoneo a questo tipo di gara questo infatti è un velocista per antonomasia e quindi ha bisogno di lunghe distanze per esprimersi mentre la Quintana ha un percorso molto breve e con curve insidiose. Non a caso per un certo numero di anni questa razza era stata vietata e in quegli anni venivano utilizzati solo mezzo sangue proprio perché più adatti. Secondo – continua Alice Bistocchi – la giostra si svolge in tre diverse tornate, ad ogni tornata il cavaliere deve infilare i tre anelli e vince chi non sbaglia ed impiega il minor tempo. Detto ciò non è indispensabile un record di pista da battere che invece pare esser diventato l’obiettivo primario di tutti i partecipanti che ad ogni tornata spingono il cavallo alla stregua per ottenere il tempo minore e questo crea dei rischi maggiori“.

Ma non finisce qui, ad intervenire è anche Sauro Presenzini, presidente provinciale del Wwf.

“Quando si parla delle troppe, numerose morti di cavalli, sia durante la giostra, che durante le prove, (perché nelle morti vanno contate anche quelle meno appariscenti), troppo frettolosamente e per sgravarsi la coscienza in pubblico, questi fatti (a volta sottaciuti), vengono etichettati e catalogati come tragici incidenti, fatalità, morte da evitare, ma così non è!!! Certo, indubbiamente sono finiti i tempi in cui a causa di una pista malandata a Foligno, ogni 3×2 i cavalli morivano o venivano abbattuti con eccessiva frequenza – prosegue il presidente di Wwf Perugia – la Quintana giustamente allora decise d’investire in sicurezza (riprogettando una pista adeguata), ma anche in trasparenza (con le prove antidoping casuali e al cavallo vincitore).

Ora seppur lo sforzo per eliminare quello che era eliminabile è stato fatto – argomenta Presenzini –  si presenta un problema collegato, diciamo così un effetto collaterale, la pista! Questa pista, consente oggi di abbassare notevolmente e ulteriormente i tempi del percorso al galoppo e ai cavalli conseguentemente, …si chiede di più, si chiede troppo, è inutile negarlo! I cavalli, seppur amati, vezzeggiati, coccolati, protetti, accuditi dai rionali, oggi tornano di nuovo a morire, vittime incolpevoli di una gara che non prevede seconde posizioni e “…al più bravo tra i bravi…” verrà data gloria, onore …e migliaia di euro di premio, inutile far finta di no, … altro stimolo a correre, ad essere primi! Una soluzione possibile – scrive il presidente di Wwf Perugia – potrebbe ad esempio essere quella di non conteggiare nelle prime due tornate i tempi, magari introducendo altri penalità o difficoltà, comunque consci che seppur questo, consentisse statisticamente e ragionevolmente di abbattere il numero dei “cosiddetti incidenti”, il rischio zero con competizioni che prevedono l’uso di animali non esiste.

E’ auspicabile quindi, che una soluzione rapida e praticabile, possa essere trovata all’interno della Quintana (come giusto che sia), altrimenti – conclude – questa finta maschera di costernazione e ipocrisia, dovrà di nuovo essere tenuta pronta …per il “prossimo tragico incidente”.

Fuoco anche da parte dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) e dell’Ihp (Italian horse protection) che annunciano un esposto alla magistratura.

“Nei mesi scorsi c’era stata una serrata discussione attorno al possibile ritorno dei cavalli di razza purosangue inglese in queste manifestazioni – spiegano dall’Enpa – il loro impiego era stato vietato dalla più recente ordinanza del Ministero della Salute, in quanto considerati cavalli troppo veloci e troppo fragili per correre in circuiti come quelli in cui si svolgono palii, giostre e quintane. La decisione era venuta dopo numerosi gravi incidenti accaduti a cavalli Psi (i purosangue inglesi) negli ultimi anni. Di recente Enpa e e Ihp erano venute a conoscenza di insistenti pressioni, da parte di molti organizzatori, verso il Ministero della Salute affinché consentisse una deroga. Con quali motivazioni è mai possibile aggirarla? Semplice: dicendo una colossale bugia e cioè che alcune di queste gare non sarebbero considerabili corse di velocità perché non ci sono più cavalli in pista contemporaneamente. Peccato che il fattore velocità conti moltissimo anche nelle prestazioni individuali come giostra e quintana: basta guardare i regolamenti, dove il punteggio è dato anche dalla velocità, nonché gli articoli e i commenti riguardanti queste gare”

“L’incidente di sabato – dice ancora la nota – non è un incidente, ma una morte annunciata e in qualche modo voluta dalla pervicace ostinazione di alcuni a cercare lo spettacolo a discapito della tutela degli animali. Per questo motivo Enpa e Ihp presenteranno un esposto alle autorità per fare luce sull’applicazione di una deroga a nostro parere illegittima e per individuare eventuali responsabilità. Nell’esposto verrà chiesto anche il sequestro del corpo del cavallo e dei video relativi all’incidente. Infatti le immagini, trasmesse in diretta dal sito Ente Quintana e poi misteriosamente sparite, hanno mostrato il cavallo rompersi l’anteriore destro alla penultima curva. Secondo le testimonianze da noi raccolte, la frattura era scomposta con l’arto che penzolava. Per questo motivo – concludono le associazioni animaliste – i soccorritori si sarebbero premurati di oscurare la vista con un telo e facendo barriera circondando il cavallo. Sempre secondo le testimonianze, sarebbero occorsi oltre venti minuti per caricare il cavallo sull’ambulanza perché non avevano un’imbracatura per farlo salire”.

Modificato il 20 giugno 2017 alle ore 9:43

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