“I bambini che accompagnava non erano i suoi!”. Così si giustificava ieri pomeriggio un trentenne perugino che poco prima si era reso protagonista di una singolare quanto traumatica scena dinanzi l’ingresso della Questura.
Trascinata per i capelli. Calci e pugni per portarla in Questura. Nel primo pomeriggio di ieri infatti, un agente in servizio presso il corpo di guardia della Questura ha notato dalle telecamere esterne un giovane che, presa una donna per il collo e i capelli l' ha costretta anche con diversi pugni ad entrare in Questura. Precipitatosi subito all’esterno del piazzale, il poliziotto, aiutato da altri colleghi nel frattempo accorsi è riuscito a separare la donna dalla presa del giovane.
La ricostruzione ha dell’incredibile. Mentre la donna, madre di due bambini adottivi di origine asiatica, li prelevava come di consueto dalla scuola materna, il giovane che era per caso nei paraggi, notata la scena e con la sua auto si è messo all’inseguimento della donna nella convinzione che non fossero suoi quei bambini ma che li stesse rapendo.
Per fermarla le va addosso con l'auto. Pur di fermarla, le è andato addosso con l'auto all'altezza della rotatoria davanti alla Questura per farla fermare.Scesi entrambi per constatare i reciproci danni alle autovetture, inspiegabilmente, l’uomo , evidentemente in condizioni psichiche alterate, ha costretto la donna con la forza a seguirlo negli uffici di polizia. Per fortuna, il tempestivo intervento degli agenti ha evitato conseguenze peggiori per la madre dei due bambini che, spavento a parte, se l’è cavata con una prognosi di 10 giorni, mentre l’autore del folle gesto, denunciato per lesioni personali e violenza privata, è stato successivamente accompagnato all’ospedale per essere sottoposto a visita psichiatrica all’esito della quale i sanitari hanno deciso per il Tso (trattamento sanitario obbligatorio).