Il pm Manuela Comodi accogliendo l’istanza avanzata dall’avvocato Ginacarlo Viti ha disposto che, fermo restando il sequestro dell’area del campeggio Punta Navaccia di Tuoro, le casette sotto inchiesta per presunto abusivismo possano essere utilizzate dai gestori per “l’ordinaria gestione”. Il pm sostiene infatti “ragionevole e non pregiudizievole consentire alla società che gestisce il camping di concludere la stagione estiva, onorando le prenotazioni ricevute”.
Una “vittoria” importante per i gestori che avevano lanciato l’allarme sul destino dell’attività turistica e sulle ripercussioni che il sequestro dei giorni scorsi avrebbe avuto sull’economia locale e sulle forze lavoro. Resta chiaramente il divieto assoluto di “compiere qualunque atto di gestione straordianaria e/o di modificare alterazione dello stato dei luoghi”.
Una delle principali strutture ricettive del Trasimeno è finita quindi sotto sigilli e il titolare, 85enne è indagato per aver deturpato bellezze ambientali con una lottizzazione abusiva. Nastri di sequestro hanno colpito le casette in legno ad uso turistico realizzate dal camping. Ma la proprietà attraverso il suo legale, avvocato Giancarlo Viti ha già avanzato istanza di restituzione dei piccoli edifici in legno per consentirne l’uso con la stagione ormai in corso. Insomma il sequestro rimarrebbe ma le strutture potrebbero essere comunque affittate dai turisti.
Due anni fa il Comune aveva disposto la demolizione di alcune di queste strutture nella zona destinata a parco naturale e infatti secondo quanto si legge nell’atto di sequestro l’area finita nel miro della procura è in parte di proprietà del demanio pubblico e parte proprietà del camping. Nell’area oggetto di lottizzazione sono state dunque “sigillate” 47 case mobili di cui 43 con antistante pavimentazione in mattonelle da esterno (in graniglia e cemento) “su terreno con destinazione urbanistica Vpr (verde privato)” e 28 case mobili con veranda in legno. Tutte con annesse opere di urbanizzazione ed impianti funzionali in un terreno “con destinazione urbanistica Pn (parco naturale)”.
L’atto riporta il resoconto del sopralluogo che nel 2014 venne eseguito dagli agenti della Municipale di Tuoro, in quell’occasione gli accertatori trovarono 63 casette mobili, di cui 47 installate su area verde privato e 16 su area destinata a parco naturale. E così il Comune ordinò la demolizione delle casette abusive. Poi però nei successivi sopralluoghi del settembre e novembre del 2015 non solo le casette non erano diminuite, ma addirittura aumentate sulla zona del parco naturale, da 16 a 28.