E' uscito il terzo libro di Michele Fabiani. Dopo la politica, con il suo precedente “Sperimentiamo l'Anarchia”, il giovane filosofo anarchico spoletino torna alla filosofia. In questo caso dedicando un'intera opera a Kant. Uno scritto che però non è un mero manuale per avvicinarsi al pensiero kantiano, quanto piuttosto un testo dove il pensiero dell'autore è in primo piano. Un libro per certi aspetti di difficile lettura, data la profondità del temi trattati.
Michele Fabiani è nato a Spoleto nel 1987. Studia Filosofia presso l'Università la Sapienza a Roma. Autore impegnato, sin da giovanissimo si è cimentato in scritti in particolare di natura politica e filosofica. Ha già pubblicato per i nostri tipi Il Razionale e l'Assurdo (2005) e Sperimentiamo l'Anarchia (2009).
La sua tesi su Kant esposta in quest'ultima pubblicazione, è che il grande Filosofo tedesco è un autore profondamente moderno e dunque, se si considera la modernità la nostra epoca storica, certamente attuale. In quanto autore moderno per eccellenza, Kant rompe definitivamente ogni rapporto con quello che nei Prolegomeni chiama “sonno dogmatico”. Secondo Fabiani però, tale rottura non avviene con l'altrettanto nocivo “sonno assiomatico”. Leggendo Kant, Fabiani prova dunque a risolvere il complesso problema della definizione di “modernità”: moderno è quindi ciò che ha avuto il coraggio di rompere con il dogmatismo, ma non per questo con il deduttivismo; moderno è ciò che è intimamento umano, anche troppo umano e antropocentrico, come la cosiddetta “rivoluzione copernicana” di Kant che rimette il soggetto al centro della riflessione filosofica, o la svolta verso l'etica e il soggettivo che si ritrova nella Critica della ragion pratica.
Quindi – ci dice Fabiani – se noi siamo ancora uomini moderni, allora dobbiamo considerare Kant è un pensatore straordinariamente attuale. Ma se noi vogliamo andare oltre la modernità, se noi vogliamo costruire l'Era Nuova, come immodestamente cerca di proporsi sin dal nome la nostra piccola case editrice, allora dobbiamo “fare i conti” con Kant e, se necessario, criticarlo. Dato che proprio la critica è il regalo più utile e generoso che Kant ci ha lasciato. Uno strumento sempre attuale.
Il libro è introdotto dal professor Giuseppe Saponaro, con un lungo saggio di ben 31 pagine.
Giuseppe Saponaro (Lecce, 1946) è Professore aggregato presso la facoltà di Filosofia dell'Università «Sapienza» di Roma. Dopo la laurea in filosofia (tesi sul marxismo francese), per circa sei anni ha proseguito i suoi studi a Parigi. Ha pubblicato saggi su Georges Politzer, su Lucien Goldmann, e tradotto in italiano opere di vari autori francesi (tra gli altri, P. -J. Proudhon, Ch. Buci-Glucksmann, N. Poulantzas). Come ricercatore e docente universitario si è occupato di etica, logica, teoria della conoscenza, storia della filosofia e, in margine, di estetica filosofica, privilegiando i grandi temi del pensiero critico ed esponenti della filosofia trascendentale, in particolare Kant, Leibniz, Husserl, Cassirer. Su tali temi ed autori ha pubblicato vari studi, dispense universitarie, nonché curato la traduzione italiana di testi inediti (in particolare di Cusano, Cassirer, Husserl). È membro della «Società italiana di studi kantiani» e della «Internationale Ernst Cassirer-Gesellschaft». Dal 2004 tiene dei corsi in qualità di Professore invitato presso la facoltà di Filosofia della «Pontificia Università Antonianum» di Roma. Collabora a «Tempora. Collana di Studi Storici, Filosofici, Umanistici», fondata nel 2007 dalla Casa Editrice Bibliosofica. Dal 1984 disegna e dipinge, in parte per diletto, in parte per curiosità, ma soprattutto per strappare anche a queste forme d'espressione i segreti della difficile arte del vivere.