Province e Tribunali, ecco le novità. Tirano un sospiro di sollievo le Province a rischio (tra cui Terni) perché la Corte costituzionale ha bocciato il taglio. La Consulta ha infatti dichiarato l'illegittimità costituzionale della riforma contenuta nel decreto “Salva-Italia” e il loro riordino, che ne prevedeva la riduzione in base ai criteri di estensione e popolazione.
Una riforma che non può passare attraverso il decreto legge. Secondo la Consulta, “il decreto-legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza, è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio”. Per questo motivo, si legge in una nota, la Corte costituzionale nella camera di consiglio “ha dichiarato l'illegittimità costituzionale” del provvedimento che tagliava il numero delle province italiane. La Consulta aveva esaminato nel corso dell'udienza pubblica di ieri i ricorsi presentati dalle Regioni contro il decreto Salva Italia che con l'articolo 23 ha di fatto svuotato le competenze delle Province e ne ha profondamente modificato gli organi di governo: non più di 10 componenti eletti dai Comuni e il presidente scelto all'interno del consiglio provinciale. Sotto la lente della Corte anche il decreto 95 del 2012 sul riordino delle Province in base ai due criteri dei 350 mila abitanti e dei 2.500 chilometri di estensione in base ai ricorsi avanzati dalle autonomie.
Guasticchi esulta, ma Letta vuole andare avanti. ''Anche per le Province, per gli amministratori e i dipendenti spero che sia finito il tiro al piccione e si inizi invece a discutere tutti insieme attorno ad un serio progetto di riordino istituzionale che interessi tutti i sistemi di governo e che porti alla semplificazione delle procedure e al consolidamento delle funzioni in maniera chiara in capo a Regioni, Province e comuni'': a dirlo è Marco Vinicio Guasticchi, presidente della Provincia di Perugia e Upi dell'Umbria, dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale. Il governo è però intenzionato a presentare un disegno di legge costituzionale per l'abolizione delle Province, dopo che la Consulta ha bocciato ieri il decreto. Lo ha riferito il premier Enrico Letta nel corso del vertice di maggioranza di questa mattina, a quanto riferito da fonti di palazzo Chigi. “L'impegno era già nel discorso programmatico fatto al Parlamento”, ha rivendicato il presidente del Consiglio.
Regge la riforma dei tribunali, si salva solo Urbino. Resiste invece al vaglio della Consulta la riforma della geografia giudiziaria: sono state infatti giudicate infondate le questioni sollevate dai tribunali di Pinerolo, Alba, Sala Consilina, Montepulciano e Sulmona contro la loro soppressione; inammissibile quella del Friuli Venezia Giulia. Solo il Tribunale di Urbino si salva. Con il provvedimento del governo oltre al taglio del tribunale di Orvieto (accorpato a Terni) e dell’annessa procura, salterebbero così le sedi distaccate dei tribunali, venendo soppresse quelle di Città di Castello, Gubbio, Foligno, Assisi e Todi. A rimanere in piedi, con le annesse procure, sono Perugia, Terni e Spoleto. Per quanto riguarda i giudici di pace invece si salverebbero solo Perugia, Terni e Spoleto. Taglio quindi per Orvieto, Città della Pieve, Assisi, Castiglione del Lago, Città di Castello, Foligno, Gualdo Tadino, Gubbio, Todi, Montefalco, Norcia, Amelia e Narni.