Per via del Coronavirus, non avendo una casa dove vivere, aveva preteso di tornare in quella dell’ex moglie. E lei aveva acconsentito. Ma non pensava di doversi trovare a vivere un incubo.
L’uomo, uno spoletino classe 1970, infatti, avrebbe messo in atto continue violenze e soprusi. Botte, minacce ed ingiurie che la giovane spoletina ha denunciato telefonicamente al 113 più volte nei giorni intorno a Pasqua.
Subito sono scattate le indagini da parte degli agenti del commissariato di Spoleto, guidati dal vicequestore aggiunto Claudio Giugliano. Le attività degli inquirenti hanno permesso di ricostruire un quadro probatorio altamente allarmante. Dalla Procura è stata chiesta e prontamente ottenuta l’emissione di una misura cautelare da parte del gip del tribunale di Spoleto.
A carico dello spoletino cinquantenne è stato infatti emesso un divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla ex moglie. Oltre a questo, gli è stato applicato il braccialetto elettronico per poter controllare la sua posizione.
Gli agenti del commissariato, quindi, appostatisi nei pressi della casa dove viveva la famiglia “attenzionata”, nella prima periferia di Spoleto e, accertata la presenza dell’uomo, hanno fatto scattare il blitz. Il cinquantenne spoletino è stato immediatamente immobilizzato e gli è stata notificata l’ordinanza cautelare ed applicata la misura.
Terminate le procedure di rito, per consentirgli di rispettare anche le prescrizioni connesse all’emergenza Coronavirus, non avendo egli un’altra casa dove vivere, è stato accompagnato presso una struttura ricettiva e preventivamente interessata dagli uomini del commissariato.