“I nostri figli stanno molto bene a scuola con gli altri bambini, il problema c’è soltanto con questo maestro. In tanti anni che siamo in Italia è la prima volta che ci capita una cosa del genere ma si è trattato di un episodio di razzismo e non di un esperimento sociale”.
L’accusa è chiara e senza mezzi termini. Arriva direttamente dai genitori dei due bambini coinvolti loro malgrado nella vicenda del ‘maestro di Foligno’.
Accuse dirette rivolte alla presenza dell’avvocato di famiglia, Silvia Tomassoni che proprio oggi ha depositato una denuncia querela alla Procura della Repubblica di Spoleto, lasciando alla magistratura individuare le ipotesi di reato commesse dal maestro.
Il padre, originario della Nigeria è in Italia da 17 anni ed è molto ben voluto e integrato nel tessuto sociale della città.
“Abbiamo cinque figli e non abbiamo mai avuto problemi. Ad ogni modo – ha sottolineato – non posso accettare che abbiano preso i miei figli per fare esperimenti”.
“Mio figlio e la sorellina stanno male – fa sapere – e non voleva tornare a scuola tanto si sentiva umiliato”.
La questione è ora in mano alla magistratura. Seguirà la strada giudiziaria e sarà lunga quanto complicata. Il caso è chiuso, e riprende nelle aule preposte.
La vicenda – ripresa per prima proprio da noi di Tuttoggi.info – è stata per ben due giorni la notizia del giorno: dall’apertura dei Tg nazionali sino a Porta a Porta; dal Corriere della Sera alle maggiori testate cartacee e online; e ancora radio e blog di ogni genere.
Se ne sono occupati il Ministro dell’Istruzione e giù a cascata esponenti del Governo, onorevoli, senatori, persino Renzi ne ha chiesto il licenziamento in tronco.
Se ne sono occupati i Frati di Assisi, Arcivescovi, Vescovi, sindacati, associazioni, ed ancora esponenti politici regionali, provinciali e comunali.
Ne hanno parlato davvero tutti, e tanto, forse troppo.
E ne hanno parlato soprattutto i folignati: stupiti all’inizio dal fatto stesso, e poi ancora dal fatto di ritrovarsi di nuovo al centro di un clamore mediatico nazionale.
C’è chi ha emesso sentenze senza conoscere i fatti, senza leggere le notizie, senza approfondire. Chi aveva già deciso di avere la verità in tasca e non ha voluto sentire regione. Chi ha gridato al razzismo e chi ha difeso la buona fede del maestro. Ma sarebbe successo ovunque, non solo a Foligno.
Ad ogni modo, Foligno si è indignata, Foligno ha reagito, Foligno ha dimostrato di avere gli anticorpi e le carte in regola per affrontare situazioni del genere.
L’immagine del maestro ne è uscita certamente a pezzi, ma la città ne esce a testa alta.
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