Aggiornamento ore 17.00 – “I pozzi oggetto dell’ordinanza del sindaco di Terni Leopoldo di Girolamo sono di proprietà privata” – la Sii puntualizza la propria totale estraneità alla vicenda del divieto di consumo umano e animale dell’acqua e a tale proposito specifica ulteriormente quanto segue:
“I pozzi soggetti ad ordinanza comunale non sono collegati alla rete pubblica. La rete stessa, gestita dalla Sii, eroga acqua assolutamente pulita e sotto controllo. I pozzi erano stati autorizzati, a quanto ci risulta, a scopo irriguo, spetterà alle autorità competenti stabilire se essi siano stati utilizzati per altri scopi. L’impegno del servizio idrico per garantire un’acqua pulita e sicura è continuo. Prova ne è l’ultima operazione relativa all’installazione di due nuove batterie di filtri ai pozzi pubblici di San Martino che hanno eliminato il rischio derivante dalla presenza di inquinanti come il tetracloroetilene registrato in passato”.
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Il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, ha emanato 2 ordinanze per la chiusura di alcuni pozzi della città per lo sforamento di alcuni parametri relativi alla purezza delle acque. In particolare si tratta della presenza di sostanze inquinanti nell’acqua di alcuni pozzi siti in via Belli, via Carducci 26, via Lessini e strada di Maratta Alta. E’ questo il contenuto della nota dell’Uls Umbria 2 che notifica la presenza di acqua inquinata non utilizzabile per il consumo umano, animale e irriguo.
“Le ordinanze che sospendono le attività dei pozzi fino al ripristino delle condizioni e al rientro dei parametri nei limiti previsti dalla legge – dichiara l’assessore all’Ambiente Emilio Giacchetti – sono un atto dovuto adottato a seguito delle analisi periodiche che Arpa e Usl, gli enti preposti al controllo svolgono ciclicamente e inviano all’Amministrazione. La misura si ispira al principio precauzionale, approccio cautelativo ampiamente utilizzato da questa Amministrazione.
Abbiamo già incaricato Arpa e Usl – prosegue l’assessore Giacchetti- di ripetere le analisi al fine di monitorare se e quando i pozzi potranno essere riaperti. Ribadiamo – conclude l’assessore – quanto già emerso nel Tavolo Tecnico Comunale in merito all’esigenza di un approfondimento settoriale di verifiche ispettive tese a dimostrare l’origini delle fonti inquinanti che generano la contaminazione diffusa delle falde ternane”.