Jacopo Brugalossi
Giusto il tempo di prendere atto della sentenza della Cassazione sul “mostro delle mura” che la zona di via Posterna torna al centro delle cronache spoletine. Protagonista della nuova, ennesima vicenda giudiziaria (questa di natura amministrativa) è l’area di 2.214 metri quadrati situata immediatamente dietro al palazzo, il ‘cuore’ del primo stralcio del progetto di mobilità alternativa, dove sorge il grande parcheggio di superficie che darà l’accesso ai percorsi meccanizzati per raggiungere il centro storico. Un’area che, stando al ricorso promosso al Tar dell’Umbria dalla Findem srl, la società proprietaria del terreno, il comune di Spoleto starebbe tuttora occupando illegittimamente.
Chiesto un risarcimento – La società, in data 27 agosto 2013, aveva infatti presentato un’istanza con la quale chiedeva al comune di “procedere all’acquisizione sanante delle predette aree e di corrispondere alla stessa l’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale nonché il risarcimento dei danni per il periodo di occupazione ‘sine titulo’ delle stesse”. Un’istanza a cui però l’ente non avrebbe risposto, facendo di fatto scattare il ricorso “contra silentium” al Tar dell’Umbria in data 15 ottobre 2013 (a tutelare gli interessi della Findem è l’avvocato Rocco Baldassini).
“C'è un accordo” – Una bella gatta da pelare per il comune di Spoleto che, qualora il tribunale amministrativo dovesse dare ragione ai ricorrenti, potrebbe vedersi costretto a sborsare un risarcimento salatissimo. L’ente comunque ritiene di essere nel giusto, tanto che non si è accontentato di costituirsi in giudizio – affidando la difesa ai responsabili dell’ufficio legale del Comune, gli avvocati Giulio Massi e Monica Picena – ma ha presentato in data 23 dicembre 2013 un ricorso incidentale “teso ad ottenere il riconoscimento del proprio diritto di proprietà sulle aree in questione, ovvero, in via subordinata, ad ottenere l’esecuzione specifica dell’obbligo di cessione da parte della ricorrente principale in virtù di accordo perfezionatosi tra le parti il 23 novembre 2000 e depositato in giudizio”. L’avvocato Massi, contattato telefonicamente da Tuttoggi.info, si è limitato a dichiarare che “la vicenda è delicata, ci sono due diverse interpretazioni della norma”, aggiungendo poi che il Tar ha già fissato un’udienza pubblica per decidere su entrambi i ricorsi.
Intesa non formalizzata? – Udienza che si terrà il prossimo 26 febbraio. Il collegio del Tar (composto dal presidente Cesare Lamberti e dai consiglieri Stefano Fantini e Paolo Amovilli), nella camera di consiglio del 15 gennaio scorso, ha infatti stabilito la conversione del rito camerale in rito ordinario per poter “procedere alla trattazione unitaria delle domande proposte nell’ambito del ricorso per l’accertamento dell’illegittimità del silenzio rifiuto”. Al centro della vertenza giudiziaria saranno i termini dell’accordo sottoscritto nel 2000 tra il comune e la società proprietaria del terreno, che lo concesse in cambio della possibilità di costruirvi un edificio privato. Un’intesa che forse, stando a quanto trapela, potrebbe non essere mai stata formalizzata.
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