Un chiarimento, le scuse per il post su mafie e Coronavirus. Poi Alessandro Campi, docente universitario, storico e commentatore politico, annuncia di lasciare Facebook, forse definitivamente. Quella piazza virtuale dove ha postato il suo ironico commento dopo la fuga dalle zone rosse del Nord (poi rimosso) e dove gli sono rimbalzate critiche finite anche sulla stampa nazionale.
Il chiarimento: “Le parole vanno ponderate”
In un lungo post, il professor Campi – tra l’altro perugino di adozione, ma originario di Catanzaro – ribadisce il senso di quel suo commento che alludeva al controllo di vaste zone del Sud da parte delle mafie: “Quando scrivi un post pensando che sia paradossale, provocatorio, ironico e iperbolico, salvo scoprire che c’è chi lo prende seriamente e alla lettera (addirittura, nel caso del mio post di ieri, come un invito pubblico alla criminalità organizzata ad affiancare lo Stato nella gestione dell’attuale crisi sanitaria: cosa che ovviamente è quanto di più distante da quel che io posso pensare), la colpa non è mai degli altri che non capiscono ma di te che lo hai scritto evidentemente male. Non è questo tempo di paradossi grotteschi: la situazione è seria e le parole vanno ponderate. La rete inoltre è quel che è: un ricettacolo di umori difficili da controllare“.
Le scuse: “Ho scritto una cazzata”
“Non ho dunque alcun problema – prosegue il professor Campi – a scusarmi pubblicamente per quanto ho scritto. Ieri, viste alcune reazioni indignate (affiancate peraltro da commenti che sembravano aver colto lo spirito parossistico di quelle poche righe), avevo prontamente cancellato il post. Ma le polemiche sono egualmente continuate. Da qui la decisione di esprimere pubblicamente il mio rammarico. Un simpatico utente mi ha suggerito la via più breve e diretta: ‘perché non ammette, caro professore, di aver scritto una cazzata?’. Bene, lo sto facendo! Essendo in buona fede e volendo dire cose ben diverse da quelle che alcuni mi hanno attribuito quest’ammissione non mi costa nulla sul piano personale“.
La polemica sull’Università: “Non c’entra nulla”
Prosegue il professor Campi: “Quanto accaduto mi spiace anche per un altro motivo: la polemica sulla mia persona ha inevitabilmente toccato anche la mia Università, che con ciò che scrivo su Facebook davvero non c’entra nulla (oltre ad essere impegnata in questo momento in ben altre e assai più delicate questioni). Mi consola l’idea che l’Ateneo e soprattutto i miei studenti utilizzino per valutare il mio lavoro strumenti diversi da un post occasionale“.
L’addio (forse definitivo) a Facebook: “Troppi rischi di fraintendimenti”
“Va da sé che questa ammissione (sincera) di scuse – continua il professor Campi – vale anche come mio temporaneo (ma temo definitivo) congedo da Facebook e dalla blogosfera. Se il prezzo da pagare per un post venuto male è lo scatenamento di una simile bagarre, credetemi, non ne vale la pena. Chi mi conosce sa che sono una persona a dir poco tranquilla e amante della discussione (aggiungerei perbene e seria). Un confronto aspro lo reggo. Come si vede, non ho timore a prendermi le mie responsabilità o a chiedere scusa se qualcuno si è sentito toccato da quel che ho scritto. Ma di un’altra polemica come questa, magari fra tre mesi o sei, e sempre per qualche parola di troppo o per un pensiero venuto male o mal comoreso, francamente non sento alcun bisogno. Il momento, come detto, è delicato: troppa emotività, troppo rischi di fraintendimenti. Meglio prendersi, per quanto mi riguarda, una lunga, anzi lunghissima, pausa. Si vive (forse persino meglio) anche senza Facebook.Spero dunque d’aver chiarito la vicenda. Spero altresì che la polemica finisca qui. Tante scuse ancora e un caloroso saluto a tutti“.