Polveri sottili a Perugia, è già allerta. Raggiunti i 15 sforamenti nel 2012 a Fontivegge e Ponte San Giovanni. Problemi anche a Foligno, Spoleto e Gubbio - Tuttoggi.info

Polveri sottili a Perugia, è già allerta. Raggiunti i 15 sforamenti nel 2012 a Fontivegge e Ponte San Giovanni. Problemi anche a Foligno, Spoleto e Gubbio

Redazione

Polveri sottili a Perugia, è già allerta. Raggiunti i 15 sforamenti nel 2012 a Fontivegge e Ponte San Giovanni. Problemi anche a Foligno, Spoleto e Gubbio

Ven, 02/03/2012 - 13:54

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Sono già 15 gli 'sforamenti' dei limiti di Pm10 registrati dalle centraline Arpa sia a Perugia (Fontivegge) che a Ponte San Giovanni (via Manzoni) in questi primi due mesi del 2012. Un numero che tocca quasi la metà del limite massimo di 35 sforamenti (superamento della soglia di 50 microgrammi per metro cubo) tollerati dall'Unione Europea nell'arco di un anno intero e che, se confermato nel resto dell'anno, porterà Perugia alla soglia dei 90 sforamenti annuali.

Una situazione di inquinamento dell'aria, che non trova eccezione negli altri comuni umbri, con Foligno che ha già registrato ben 19 sforamenti, Spoleto con 10 sforamenti o Gubbio con 11 sforamenti. A Perugia i dati registrati a Fontivegge, che confermano in sostanza il trend negativo dello scorso anno, assumono anche un valore negativo in considerazione dello “spostamento” della centralina Arpa di rilevazione, che lo scorso anno ha lasciato il margine di via Mario Angeloni dove era collocata da anni, per trasferirsi in una zona meno esposta al traffico.

“Il problema di Perugia e elle altre città è che partiamo sempre da un 'fondo' comune di polveri sottili, che c'è in tutta la regione”, ha detto a Tuttoggi.info il direttore tecnico dell'Arpa Umbria Giancarlo Marchetti. “Basti pensare che anche una centralina come quella di Torgiano, che si trova precisamente a Brufa, registra livelli elevati di polveri sottili, anche senza il traffico delle città”, ha detto Marchetti. “Il traffico è la causa principale delle polveri, ma va considerato che tutte le città partono da questo fondo di polveri dell'industria, dell'agricoltura, delle polveri secondarie”, ha detto Marchetti. Il dirigente Arpa ha spiegato questo “fondo” con la conformazione del territorio regionale, fatto di “conche” dove le polveri ristagnano: “Gli sforamenti poi sono stati registrati in particolari condizioni climatiche, in alcuni giorni dove non c'è stato vento o ci sono state basse temperature, che favorirebbero il ristagno delle Pm10 e delle Pm3.

Secondo l'ultimo report settimanale dell'Agenzia regionale per l'ambiente, i limiti di Pm10 proprio nella zona della stazione di Perugia sono stati superati per cinque giorni consecutivi, da martedì 14 a sabato 18, con il picco di venerdì 17 febbraio, in cui il limite di 50 microgrammi è stato addirittura doppiato (101 microgrammi al metro cubo). Sempre la centralina di Fontivegge, si legge ancora nel rapporto, ha registrato il superamento dei limiti considerati di sicurezza per le Pm2,5 (le polveri sottili più pericolose) sia mercoledì che venerdì.

Lotta allo smog – Il problema dell'inquinamento atmosferico a Perugia è stato oggetto di un incontro nel comune di Perugia Sabato scorso. “Le criticità da affrontare in tale contesto (…) sono quelle dell'inquinamento atmosferico, dovuto al traffico veicolare, e quella relativa all'educazione alla salute”, ha scritto l'amministrazione in un prospetto riassuntivo del Piano di gestione ambientale del Comune di Perugia. Nel corso dell'incontro, cui hanno preso parte anche diversi medici piuttosto critici sulla situazione della qualità dell'aria della città, il comune e la regione, rappresentati dai rispettivi assessori per l'Ambiente Lorena Pesaresi e Silvano Rometti, hanno tentato di ridimensionare la problematica, sottolineando i grandi risultati ottenuti con la realizzazione di sistemi di mobilità alternativa come il Minimetrò e il bike sharing.

Tra le possibili soluzioni, Marchetti dell'Arpa ha invece invocato il ricorso maggiore al teleriscaldamento, attraverso centrali di produzione di calore “accentrate” che permetterebbero di ridurre l'impatto di caldaie e camini, l'apposizione di filtri ai camini a legna e il contrasto al traffico veicolari, in particolare dei mezzi pesanti.

Francesco de Augustinis

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