Giovedì si conclude il passaggio del Grifo ai nuovi proprietari che fanno capo a una holding petrolifera
Arrivano dal Bahrein i petroldollari con i quali Massimiliano Santopadre si è convinto a cedere il Perugia. Anche sulla base delle pressioni della piazza e della frattura che si è creata con l’amministrazione comunale.
In attesa della firma definitiva per la cessione, attesa per domani (giovedì), dai quotidiani umbri trapela un identikit più preciso dei due imprenditori meridionali che l’advisor Luca Benigni ha fatto incontrare con Santopadre, sino alla conclusione della proposta di acquisto vincolante. Che porterà appunto alla cessione del 100% del Perugia, se dalle carte che gli esperti stanno visionando non emergeranno sorprese.
La nuova proprietà trova la proprio linfa nel petrolio. Ma nei distributori del centro Italia, come era circolato nella giornata di martedì, sino alla smentita della IS. In campo c’è una holding petrolifera italiana, a sua volta controllata da una holding internazionale che dal Bahrein a Londra ha fatturato nel 2022 890 milioni di euro, con la prospettiva di ampliare quest’anno i propri volumi fino a 2 miliardi.
Del resto, la clientela della Benigni&K di Luca Benigni conta società molto importanti, per le quali ha chiuso consistenti operazioni (l’ultima riguarda la cessione di quote della società di Chiara Ferragni). Un ruolo che ha consentito a Benigni di trovare personaggi importanti disposti a investire nel calcio, con la scelta caduta sul Perugia, per il blasone calcistico della piazza e l’importanza della città, conosciuta in tutto il mondo grazie alle sue principali manifestazioni e all’Università per Stranieri.