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Perugia, mensa universitaria più cara: tariffe variano da 4.50 a 8 € per un pasto completo

Redazione

Perugia, mensa universitaria più cara: tariffe variano da 4.50 a 8 € per un pasto completo

Gio, 13/10/2011 - 12:33

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Alessia Chiriatti

L’anno accademico è ormai ripartito: nuove matricole e studenti degli anni successivi tornano in aula. Ciò che cambia sono le tariffe introdotte dal nuovo bando Adisu (l’Azienda per il Diritto allo Studio) per il 2011/2012, approvate nei primi giorni di luglio e rese ufficiali con la pubblicazione del bando stesso. Novità sostanziali sono costituite dall’aumento delle tariffe per l’erogazione di servizi fondamentali, quali la mensa universitaria, il cui costo si allinea con i prezzi imposti dalle altre università italiane, come quella di Bologna. A seconda della fascia di reddito di appartenenza, gli studenti pagheranno per un pasto completo dai 4,50 euro agli 8,50. Chi sarà esente da qualsiasi tipo di pagamento, saranno gli studenti beneficiari di borsa di studio, il cui numero risulta comunque inferiore rispetto agli anni precedenti per via della riduzione dei fondi erogati per il diritto allo studio.

Tornano a contare le vecchie fasce Isee, con la reintroduzione della differenziazione delle tariffe sulla base della condizione economica dello studente. Nello specifico, si parla di tre fasce, abbandonate nel 2007, ma reintrodotte da quest’anno: la prima per i redditi inferiori a 19.600 euro, la seconda compresa tra quest’ultima soglia e i 50mila euro, e la terza superiore ai 50mila.

Le reazioni– La notizia ha scatenato le proteste degli studenti universitari aderenti al sindacato Unione degli Universitari (Udu). La reazione però non ha avuto molto clamore, e già le manifestazioni sembrano essersi sedate. L’Udu ha voluto comunque ribadire che “Pur comprendendo la condizione critica in cui versa l’Adisu – scrive l’Udu in una nota –, la Commissione Studenti ha espresso forti perplessità, ritenendo iniquo un aumento così consistente delle tariffe, soprattutto nei confronti degli studenti collocati nell’ultima fascia. Il rischio che una parte dell’utenza attuale delle mense universitarie si rechi altrove è altamente fondato”.

I provvedimenti dell’Adisu, hanno poi scatenato anche la risposta del capogruppo regionale della Lega Nord, Gianluca Cirignoni, il quale ha replicato: “Dall’amministratore unico Oliviero non ho ricevuto risposte convincenti sull’utilizzo degli oltre 10milioni di euro che la Regione ha dato all’Agenzia per il diritto allo studio universitario nel 2010”. L’intervento di Cirignoni si è avuto durante l’incontro della Terza Commissione, riunitasi ieri 11 ottobre, durante la quale Maurizio Oliviero ha riferito sull’operato dell’ente per il 2010. Cirignoni annuncia un’ interrogazione all’assessore regionale per avere “chiarimenti sulla situazione”.

In particolare, l’esponente della Lega Nord chiede di conoscere “per iscritto l’ammontare totale ed il numero delle borse di studio straordinarie di importo ridotto concesse dall’Adisu agli studenti idonei non in alloggio, nonché la loro nazionalità e la regione italiana diprovenienza”. Spiega Cirignoni che dall’esame della scheda valutativa predisposta dagli uffici del Consiglio regionale sulla base dei dati 2010 forniti dall’Agenzia e comparati con quelli degli ultimi 10 anni emergono alcuni spunti di riflessione: “Innanzi tutto l’anno scorso, è stato uno di quelli con maggiori disponibilità finanziarie per l ADISU che ha disposto di oltre 16milioni 400mila euro, erogando 1.928 borse di studio come nel 1998 anno in cui gestì solo 6milioni 600mila euro. Dal 1996 ad oggi – aggiunge Cirignoni – la Regione Umbria ha triplicato l importo dei fondi concessi all’Adisu che sono passati da 3milioni di euro di 10 anni fa ai quasi 5milioni di euro del 2003, agli oltre 10milioni stanziati l'anno scorso”. Il capogruppo della Lega propone infine “una riflessione anche sul costo del servizio di ristorazione della mensa principale che ha fornito l’anno scorso oltre 375mila pasti ad un costo medio che è il più elevato tra tutte le mense gestite”.

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