Negli ultimi giorni del 2011 è stato raggiunto l'accordo per prolungare di sei mesi la cassa integrazione in deroga per i lavoratori e le lavoratrici della Grifo Cornici, in tutto 46 addetti, che rappresentano la principale realtà produttiva del territorio di Magione. L'accordo è arrivato dopo che l'azienda ha confermato la cessazione dell'attività e avviato le procedure per la messa in liquidazione con concordato.
Dai sindacati è partita anche le richieste formali di apertura di un tavolo presso la Regione Umbria e presso il Comune di Magione, che, ad oggi, però, non hanno avuto risposta. “Chiediamo alla Regione e al Comune di attivarsi immediatamente – afferma Michele Agnani, della segreteria provinciale della Fillea Cgil – e al tempo stesso invitiamo gli imprenditori del settore a costruire tutte le sinergie possibili per salvare un'azienda che è stata per anni leader a livello nazionale nel suo settore e che conserva ancora oggi interessanti fette di mercato e grandi potenzialità, senza dimenticare lo straordinario patrimonio di conoscenza e professionalità dei lavoratori – aggiunge Agnani – e il significativo livello tecnologico dell'impresa stessa”.
La Fillea Cgil si è rivolta inoltre per mezzo di un comunicato stampa alle forze politiche del territorio: “Non si possono lasciare sole 46 famiglie – dice ancora Agnani – che si ritrovano improvvisamente private di una fondamentale fonte di reddito e che sono ulteriormente penalizzate, in molti casi, dalla riforma delle pensioni, dato che un numero significativo di lavoratori, difficilmente ricollocabili per l'età avanzata, non potrà più raggiungere il pensionamento”.
Il caso della Grifo Cornici è, secondo il sindacato, emblematico della situazione italiana e smentisce con i fatti chi sostiene che in Italia sia necessario abolire l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori per agevolare i licenziamenti in caso di difficoltà dell'azienda. “Come si può ben vedere – conclude Angnani – licenziare non solo è possibile, ma sta diventando la normalità. Al contrario, crediamo che quello che serve è una vera riforma degli ammortizzatori sociali che garantisca continuità di reddito ai tantissimi lavoratori che hanno perso o stanno per perdere il posto di lavoro”.