Si scrive addizionale comunale all’Irpef, si legge una delle tasse più singolari del Bel Paese. I dati del ministero dell’Interno, riportati dal Corriere della Sera e messi a confronto in un lasso temporale che va dal 2010 al 2014, disegnano un’onda dell’imposta sul reddito delle persone fisiche che cresce in maniera esponenziale. Anche a Perugia.
L’addizionale comunale Irpef nasce con il decreto legge 360 del 1998 come imposta “vincolata”, serviva a compiti ben precisi affidati ai sindaci e non come una fonte da cui attingere per far tornare i conti delle città. Infatti, quell’aliquota in più sull’Irpef sarebbe dovuta salire o scendere o, perché no,restare a zero in base all’esistenza e al costo dei servizi da finanziare. Ma, secondo il Corriere della Sera, i dati del ministero dell’Interno dicono che non è andata così. Sempre più spesso l’addizionale Irpef si è trasformata negli anni in una tassa utilizzata per trovare risorse aumentando in modo costante la pressione fiscale. Non a caso, secondo i sondaggi della Commissione Ue l’Italia, come si spiega sulle pagine del Corriere della Sera, è il paese nel quale è saltata la correlazione fra il peso delle tasse comunali e la soddisfazione degli abitanti per i servizi che quelle imposte dovrebbero finanziare.
Questo perché, nonostante le aliquote dell’addizionale Irpef salgono esponenzialmente, i residenti di alcuni dei grandi capoluoghi d’Italia hanno espresso i voti più bassi d’Europa sulla qualità dei loro trasporti pubblici, dell’igiene urbana o degli spazi cittadini.
Perugia, un’isola felice dove fino al 2003 l’aliquota era pari a zero. Ma nel 2010 a Perugia l’addizionale Iperf è stata aggiunta con un gettito pari in media a 79 euro per abitante, costo che due anni fa era già arrivato a 102 euro, con un aumento del 29% rispetto a cinque anni prima (i dati del 2015 saranno disponibili solo da giugno).
Ma se diamo uno sguardo al resto del Paese la situazione non è delle migliori. A Roma il costo pro capite è di 154 euro mentre a Milano è di 143. Situazioni di miglioramento per Aosta, Cagliari e Firenze. Il capoluogo dell’Emilia-Romagna è fra i pochi ad aver ridotto il peso per abitante dell’addizionale Irpef negli ultimi cinque anni, anche se esso resta elevato e il gettito attuale della tassa è quasi il doppio di quello che era nel 2003. A Torino il peso per abitante dell’addizionale sale del 62% in cinque anni, come in molte città italiane il suo gettito triplica dal 2003.
A breve, in Italia oltre undici milioni di persone saranno chiamate ai seggi e valutare come, sino ad ora, sono state spese le tasse versate anno dopo anno nelle casse dei Comuni, ma anche per dire la loro su servizi trasporti pubblici, pulizia urbana o gestione di giardini, piazze o mercati rionali. Competenze, queste, di sindaci e giunte e a cui le imposte locali sono direttamente dedicate.