Cresce l’attenzione sulla pedopornografia in Umbria: se fino a qualche anno fa le denunce alla polizia postale erano nell’ordine delle quattro al mese, adesso sono raddoppiate. In pratica, non passa settimana senza che non ci siano segnalazioni o addirittura denunce per fotografie e filmati in rete che ritraggono minori. Ma questo non significa necessariamente che il fenomeno sia in aumento, ma che c’è appunto maggiore attenzione, grazie anche all’opera di informazione effettuata da polizia postale e istituzioni nelle scuole. E così, tanti ragazzi, ma anche i loro genitori, segnalano più spesso situazioni a rischio o denunciano reati in rete, invitando la polizia postale ad indagare. Numerose, poi, sono le donne che digitano periodicamente il proprio nome e cognome nei motori di ricerca, per vedere se sono associati impropriamente a siti hard.
Così come più alta è l’attenzione nei confronti del cyberbullismo, altro tema su cui ora si sta lavorando di più nelle scuole, anche attraverso un maggiore monitoraggio dei social network e delle chat chiuse, come quelle create su Whatsapp. E’ questo, come evidenziato anche da un’indagine condotta nelle scuole di Perugia e Terni dal Corecom, uno dei “luoghi” in cui più spesso si attua il cyberbullismo e che più crea disagio tra i giovanissimi.
Il punto sulle attività della polizia postale nella regione è stato fatto dalla dirigente di Perugia, Anna Lisa Lillini, in occasione del convegno sul tema “Privacy and security in social media”, che si è svolto nella sede dell’Università per stranieri per i 20 anni della nascita della Polposta.
Lillini ha parlato anche dei furti di informazioni sul web, di cui sono vittime imprese e cittadini, che rischiano di veder alleggeriti i propri conti correnti. Ma al tradizionale phising e alle clonazioni di carte di credito si aggiunge un’altra pratica preoccupante, definita “Man in the Middle”, attraverso la quale vengono alterate le comunicazioni tra imprese o tra un’azienda e i suoi clienti e fornitori, così da provocare ad essa un danno.