Patrick Dalli, Li Xiangyang e Close-up, mostre primaverili di Palazzo Collicola Spoleto - Tuttoggi.info

Patrick Dalli, Li Xiangyang e Close-up, mostre primaverili di Palazzo Collicola Spoleto

Redazione

Patrick Dalli, Li Xiangyang e Close-up, mostre primaverili di Palazzo Collicola Spoleto

Opening sabato 28 marzo 2015 ore 12
Mar, 24/03/2015 - 12:50

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PATRICK DALLI (“Dermografie”), LI XIANGYANG (“Respiro”) e CLOSE-UP: due personali e una antologica sono le proposte artistiche di Gianluca Marziani in occasione delle Mostre Primaverili di Palazzo Collicola a Spoleto. Opening sabato 28 marzo 2015 ore 12. Le mostre proseguiranno fino a Domenica 31 Maggio 2015.

Nell’isola caravaggesca di Malta è nato e cresciuto Patrick Dalli, uno dei migliori artisti maltesi per talento e qualità progettuale. Nella sua pittura ritroverete i colori di Malta nei toni cesellati dei nudi pittorici, la luce gialla nell’atmosfera dei corpi, le sottigliezze della pietra negli incarnati, negli intervalli d’ombra che ornavano le pelli femminili. L’artista e l’isola si appartengono come membrane di una stessa storia, dove particolare e universale si mescolano, fluidamente, amorevolmente.

Li Xiangyang è un artista cinese, appartiene alla media generazione (1957) oggi adulta, quella che era giovane poco prima del boom capitalista, formatasi nel solco finale delle tradizioni maoiste, nel periodo in cui tutto stava cambiando, quando le merci aumentavano la loro spinta globale, il mercato si apriva e il progresso accelerava l’onda d’urto planetaria. Li Xiangyang è un artista che conosce e ama l’Italia: ha studiato a Roma, esposto nella Capitale ma non solo, nella Penisola ha trascorso svariati anni e qui torna con ciclica regolarità, sentendo la spinta dell’iconografia classica, il peso specifico dei secoli illuminati, la valenza educativa delle nostre avanguardie.

Close Up racconta la pittura italiana, quella nata subito dopo la Transavanguardia. Un viaggio visivo dalla doppia anima: ora con artisti che iniziarono a esporre negli anni Novanta, ora con diversi nomi emersi di recente ma già consapevoli del buon uso linguistico. Una selezione eterogenea, supportata da consensi istituzionali, da una precisa riconoscibilità nel panorama iconografico, da un codice veggente con cui gli autori alimentano la disciplina evoluta del metodo pittorico.

LE SCHEDE DELLE MOSTRE:
CLOSE-UP racconta le qualità di un linguaggio attraverso molteplici radici tematiche ed estetiche, offrendo un vasto repertorio di passaggi concettuali e contenuti etici. Non ci sono spunti per nessuno, soltanto un vincolo dimensionale: agire entro i trenta centimetri come formato massimo del quadro.
Gianluca Marziani: “Trenta centimetri è di solito il formato minimo in circolazione, una sorta di consuetudine che vede nel 30×30 un’ideale unità di misura pittorica. Sono partito da quel minimo per tramutarlo nel massimo formato eseguibile, un’indicazione agli artisti per ribaltare il rapporto tra impatto e dimensione. Volevo che si ragionasse sul piccolo come spinta alla riscoperta del valore, dei dettagli, di quella preziosità che non implica esagerazione ma altissimo controllo.” La mostra avrà una doppia natura espositiva: un lavoro di ogni artista sarà allestito nel Piano Nobile del museo, tra mobili, quadrerie, pareti e soffitti lavorati, secondo scritture curatoriali che privilegiano la strategia mimetica, il nascondimento, la rivelazione improvvisa; un secondo lavoro di ogni artista sarà presentato, invece, in una zona del Piano Mostre, dove il pubblico troverà un timeline orizzontale, sorta di lungo serpente che attraverserà tre zone del Piano (Sala Sten & Lex, Sala Archi, Galleria) come un esercito pittorico in rigoroso ordine alfabetico.
Gianluca Marziani: “Nel doppio ruolo di direttore artistico e curatore del progetto, mi assumo la piena paternità delle scelte, una sorta di responsabilità autografa per certificare le presenze e le necessarie assenze. La selezione risponde ai criteri che definiscono il mio metodo, così come accade davanti a qualsiasi sintesi collettiva per mostre tematiche. Piaccia o meno, questo gruppo rappresenta la sintesi spendibile di un’altissima energia figurativa. La pittura italiana che spargerei nel cosmo è qui: in un sogno vorrei alzare gli occhi e scoprire che ogni stella nel firmamento pulsa in forma di quadro, anche perché l’unico linguaggio artistico con la preziosità di un minerale rimane l’intramontabile pittura dal cuore irrequieto, sconfinata per natura, senza compromessi per istinto e ragione”.
La mostra diventa esperienza, evento sensoriale, avventura oltre la forma
L’allestimento nel Piano Nobile sarà una passeggiata rivelatrice, come una caccia al tesoro nascosto, tra cassetti, quadrerie, cornici, pavimenti vasi, scrittoi, vetrine, ante… ogni quadro avrà una sua zona speciale, un antro scenico per attivarne l’anima spaziale e lo spirito narrativo. Il Piano Mostre sarà, al contrario, il riordino alfabetico di una disseminazione avventurosa del quadro, quasi a ripristinare il senso logico dopo le frantumazioni del senso originario.”
Buon avvicinamento. Buon ingrandimento. Buona visione
Gli artisti di closeup: 108, Stefano Abbiati, Silvia Argiolas, Mirko Baricchi, Alessandro Bazan, Valerio Berruti, Danilo Bucchi, Emilio Cafiero, Fabrizio Campanella, Guglielmo Castelli, Andrea Chiesi, Mario Consiglio, Enrico Corte, Pier Paolo Curti, Arnold Mario Dall’O, Alberto Di Fabio, Fulvio Di Piazza, Mauro Di Silvestre, Stefano Di Stasio, Pablo Echaurren, Stefania Fabrizi, Matteo Fato, Paola Gandolfi, Massimo Giacon, Fausto Gilberti, Silvia Idili, Francesco Impellizzeri, Francesco Irnem, Jeffrey Isaac, Laboratorio Saccardi, Francesco Lauretta, Emilio Leofreddi, Massimo Livadiotti Lucamaleonte, Giorgio Lupattelli, Ria Lussi, Paolo Maggis, Claudio Malacarne, Franco Marrocco, Mauro Maugliani, Maddalena Mauri, Veronica Montanino, Marco Neri, Andrea Nurcis, Giacinto Occhionero, Ozmo, Vincenzo Pennacchi, Matteo Peretti, Valeria Petrone, Cristiano Pintaldi, Luca Piovaccari, Gioacchino Pontrelli, Nicola Pucci, Giuseppe Restano, Roxy in the box, Giuliano Sale, Maurizio Savini, Alessandro Scarabello, Croce Taravella, Franco Troiani, Velasco, Nicola Verlato, Mario Vespasiani, Esteban Villalta Marzi
Il catalogo della mostra verrà presentato sabato 30 maggio 2015 alle ore 15:00
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LI XIANGYANG “Respiro”
Gianluca Marziani: “Il dialogo con un artista cinese assume a Spoleto significati speciali: perché la città del Festival si conferma luogo di scambio, laboratorio del dialogo aperto, roccaforte di contaminazioni linguistiche. Come direttore artistico sentivo l’urgenza del confronto: con un Paese al centro del dibattito geopolitico, così da captare le direzioni connettive del prossimo futuro. Per dare narrazione visiva allo scambio, nulla di più azzeccato del nomadismo di Xiangyang, simbolo di fusione benevola tra Occidente e Oriente, campagna e metropoli, sogno e realtà, utopia e coscienza del reale.
Le opere giovanili camminano nel solco della tradizione figurativa, figlie come sono degli impressionismi francesi, dei generi canonici del modernismo, di un Ottocento europeo che ha influenzato la cultura accademica cinese. Al contempo, gli esordi di Xiangyang aggiungono gli echi di un ritorno europeo e americano al citazionismo pittorico anni Ottanta, nel solco di una Transavanguardia che in Italia, tramite l’intuito di Achille Bonito Oliva, avrebbe preso il centro del dibattito teorico. Li Xiangyang rappresenta, in modo esemplare, la generazione dei figli ribelli, aperti al mondo che cambia, decisi a confrontarsi con gli archetipi e i grandi maestri occidentali, nel rispetto del proprio Paese ma con la coscienza del relativismo storico.
Ovvio che non si poteva continuare tra paesaggi di campagna e nature floreali. Le cose iniziano presto a trasformarsi, Xiangyang sente il vincolo dei generi tradizionali e predilige altre direzioni, verso la riduzione del segno e poi, seguendo l’attitudine figurativa, verso le note surreali del suo racconto metropolitano. Ma cominciamo dalla prima direzione, dal suo segno che diventa denso e informale, una specie di marea che copre idealmente le figurazioni giovanili. Uno tsunami materico che, però, tiene fuori qualcosa del corpo: intravedi volti e occhi, appaiono figure stilizzate, come se dalle sabbie informali uscisse la natura figurativa dell’artista, la sua coscienza che non si lascia soffocare dal gesto. La seconda direzione nasce proprio dallo spiraglio, da quel buco d’ossigeno che riporta a galla la figurazione sommersa. Ovvio che un soffocamento informale trasformi i generi tradizionali (ritratto, paesaggio, nature) in un metagenere, una figurazione “altra” in attesa del momento giusto per distendersi.
L’attitudine di Xiangyang somiglia al respiro polmonare di un corpo vivente. Contrazione ed espansione sono il ritmo incessante del respirare: inspirare aria dall’esterno, filtrare l’utile e convertirlo nel giusto processo aerobico. Il nostro artista compie un passaggio simile nel suo approccio culturale: si confronta con le molteplici identità dell’occidente artistico, ne assorbe radici e sviluppi lineari, metabolizzando le contraddizioni nel suo processo di espirazione figurativa.
Nelle opere recenti l’artista vola sopra la città contemporanea, dedicando una zona della tela al ricordo in bianconero, alle origini naturali, al paesaggio di campagna, al disegno tipico dell’iconografia orientale su carta pergamena. Inspirazione verso il passato delle origini, espirazione verso il caos del presente: due occhi, uno sguardo doppio, un’anima divisa in due ma sempre ricongiunta. Un respiro figurativo nel cuore onesto della pittura, dove il presente trattiene tracce di memoria, dove il progresso non dimentica le sue radici millenarie.

Catalogo disponibile presso il bookshop del museo
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PATRICK DALLI “Dermografie”
Malta. Un’isola nel Mediterraneo. Un luogo di densità archeologiche e transiti umani. Una realtà storica al centro di una geopolitica inquieta. A Malta esiste una luce speciale che si diffonde in modo omogeneo, creando riverberi morbidi sul colore della pietra locale, sui rossi della terra, su una vegetazione bassa e grassa che ricorda il Salento e il Messico. La geografia sinuosa, le muraglie simili a cuciture sul territorio, i porti naturali che si distendono come respiri verso l’orizzonte, la Mdina con i palazzi dal sapore aristocratico e le pavimentazioni lucide: c’è una dimensione organica del luogo, come se l’isola fosse un corpo disteso nel mare, una mater che accoglie sotto il sole caldo della sua latitudine. A Malta spicca un tono del giallo mescolato al marrone, un impasto di fieno, sabbia e sole che è la pelle luminosa dell’isola, la sua identità che somiglia al colore della pelle umana, baciata morbidamente dal sole d’inverno. Un’isola femmina, portatrice sana di eros naturale, accogliente, decisa nella sua personalità, aperta al dialogo per spirito antropologico. Come direbbero in molti, una donna a tutti gli effetti. Anche il nome, Malta, scivola liricamente come un invito verso il cielo, dove le altezze reinventano la sensualità e danno al femminile la misura della creazione.
La mostra per Palazzo Collicola Arti Visive non è solo solo un viaggio cronologico dei quadri ma anche un racconto immaginario, fatto d’incontri fatali, di emozioni e rivelazioni. Le diverse presenze femminili, conoscenti o amiche dell’artista, ricreano su tela l’arco temporale di una carriera, oltre quindici anni di relazione privilegiata tra corpo e pennello. La sequenza di opere ha una doppia cronologia: quella del momento in cui la tela è stata dipinta e quella in cui la figura si muove davanti a noi, così da mescolare l’ordine temporale con lo spazio dei sentimenti.
Le sue dermografie pittoriche calibrano la silhouette come fosse un’isola umana, un apparato complesso che bilancia magicamente carne e spirito. Eros e pensiero si fondono in una singolarità che richiama Lucian Freud, Francis Bacon, Egon Schiele, Gustav Klimt e tutti quei maestri che denudavano il corpo per rivelarne le espressioni interiori. Dalli parla con loro, ne prende porzioni per ricomporle nel prisma del suo occhio chirurgico. Li cita senza citarli, convinto che non esista arte senza padri acquisiti. Le loro lezioni sono l’educazione necessaria di cui ogni figlio ha bisogno per crescere. E diventare uomo, disegnando la propria mappa, le rotte privilegiate, gli approdi migliori del viaggio estetico.
Patrick Dalli ci conferma un dato: che la nudità resta un detonatore rivoluzionario. Accompagna la natura artistica da sempre, in un certo senso il corpo nudo rappresenta simbolicamente la stessa pittura, quasi fosse uno scheletro atavico della creazione, la traccia divinatoria, il soffio sacro. Per tale ragione è la bellezza femminile l’apice della contemporaneità. E’ la donna dipinta l’unica dea terrena che possiamo carezzare e possedere coi nostri occhi: ieri, oggi e in ogni futuro domani.
Catalogo MIDSEABOOKS (disponibile presso il bookshop del museo)

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