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PASSEGGIATA DELLA PACE: A CASTELBUONO L'INAUGURAZIONE DELLE OPERE REALIZZATE NEL 2011 PER IL PARCO DELLA SCULTURA

Redazione

PASSEGGIATA DELLA PACE: A CASTELBUONO L'INAUGURAZIONE DELLE OPERE REALIZZATE NEL 2011 PER IL PARCO DELLA SCULTURA

Sab, 30/04/2011 - 10:18

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La Pro-Loco di Cantalupo-Castelbuono, con il patrocinio del comune di Bevagna, la regione Umbria, la provincia di Perugia, la Comunità dei Monti Martani, Serano e Subasio e la collaborazione del circolo ARCI Baia, l’ANPI e la Pro-Loco-IAT di Bevagna promuove per domenica 1 maggio, alle 16, durante la passeggiata della pace Piandarca-Castelbuono, l’inaugurazione delle opere di scultura realizzate nell’anno 2011 per il Parco della Scultura di Castelbuono.
Parteciperanno all’inaugurazione l’assessore provinciale alla cultura Donatella Porzi, il presidente della Pro-Loco Cantalupo-Castelbuono Giacomo Tamburo, l’ideatore e curatore del progetto Paolo Massei e gli artisti Lucio Chiurulla, Andrea Roggi, Stefano Bovi, Armando Moriconi, Silvia Ranchicchio e Marino Ficola.

Beata gioventù

(di Paolo Massei, curatore e Giacomo Tamburo, presidente Pro-Loco)

“Beata gioventù; così spesso gli anziani indicano a volte l’incoscienza con la quale, quando si è giovani si affrontano i sogni.
E beata gioventù anche per il giovane Parco della Scultura di Castelbuono, perché ci è voluta un po’ di incoscienza o di follia nell’aver progettato, realizzato e installato, in quattordici mesi circa, qualcosa come tredici sculture.
Lo stesso Assessore alla Cultura della Provincia di Perugia, Donatella Porzi, intervenuta alla presentazione dell’edizione 2011, è rimasta colpita dal lavoro svolto, sottolineando come qui si sia riusciti a realizzare simili opere d’arte senza nessun tipo di contributo.
Lo stesso curatore, l’artista bevanate Paolo Massei, ha tenuto a precisare che il lavoro è stato svolto in collaborazione con gli artisti i quali, dopo aver donato il bozzetto e a volte, addirittura, l’opera, sono intervenuti anche nelle varie fasi di realizzazione, collaborando con i vari cittadini del territorio di Cantalupo-Castelbuono, i quali hanno fornito i mezzi e le braccia.
Su una cosa il Parco è già un successo: la gente lo ha accolto facendolo diventare un progetto da curare e da proteggere; eh sì, l’arte fa miracoli, ma qui siamo a Cantalupo, e non si è abituati ad aspettare la manna da Perugia. Qui ci si rimbocca le maniche, e dal 2 Maggio si lavora per il 2012.
Il progetto “Parco della Scultura di Castelbuono” prevede la realizzazione di un museo a cielo aperto sulla scultura contemporanea, che nelle prime fasi si deve sviluppare sulla direttiva Piandarca-Castelbuono, e successivamente toccare tutto il territorio di Bevagna e le sue frazioni facendo sinergia tra Arte, Luoghi e Località, per creare nel tempo un serbatoio d’arte, cultura, ambiente e spiritualità di grande pregio, dove il visitatore sarà chiamato non solo ad essere un fruitore attivo d’arte, ma pure ad avvicinarsi alla natura ed ai suoi prodotti di viverla e sentirla nelle sue sfaccettature così da comprendere pure le riflessioni compiute da ogni singolo artista nell’ideare, disegnare, realizzare ed installare la propria opera nella realtà ambientale del Parco.
Anche per questa seconda edizione, seguitando il lavoro sulla traccia gettata fin dalla prima, cioè ricercare e sviluppare le possibili relazioni che l’arte contemporanea intrattiene con l’ambiente naturale, il gruppo degli artisti selezionati ha realizzato le opere riuscendo a contestualizzarle, senza per questo renderle invasive, in un ambiente unico, se non raro, come quello di Castelbuono.
Nel progetto del Parco della Scultura è previsto che, attraverso diverse iniziative nel corso dell’anno quali workshop, mostre e proiezioni di filmati con dibattiti sull’arte, si lavorerà per incrementare la conoscenza della scultura contemporanea, con la realizzazione a Castelbuono di un Museo dei bozzetti delle opere del Parco, di un archivio di pubblicazioni relative alla scultura oltre che alla realizzazione di una fototeca e videoteca on-line.
Quanto l’argomento “Parco della Scultura” sia di attuale interesse lo dimostra la redazione, da parte della Dottoressa Lisa Maggiolini, della propria tesi di laurea sul progetto, discussa con ottimi voti presso l’Università degli Studi di Firenze nell’anno 2010”.

Gli artisti dell’edizione 2011

(di Paolo Massei, curatore)

Andrea Roggi
Titolo dell’opera: Ciclo Eterno
Per parlare di Andrea Roggi potrei scegliere se partire dal suo amore per la poesia, per la pittura o per la scultura. Ma chi conosce Andrea Roggi sa che ha anche altre straordinarie doti creative, come quelle per la cucina.
“Ciao Andrea, sono Paolo Massei, senti ti voglio chiedere una cosa, ma ti prego non dirmi di no; la tua particolare poetica, con cui ti rapporti nell’Arte, la voglio per il Parco della Scultura di Castelbuono”. Non durò molto la telefonata, perché Andrea mi disse subito “va bene, vieni e scegliti l’opera che vuoi”. Scusate, ma questa non è una bugia, tutto è andato così. Una volta nel suo studio gli occhi si sono posati su di un’opera in bronzo dove dalle braccia di due corpi, maschile e femminile avvinghiati tra loro, si irradiavano dei rami di ulivo con foglie e frutto. Oggi l’opera di Andrea accoglie sulla parte esterna del piccolo borgo medievale di Castelbuono chiunque vada a visitare quei luoghi, ricordando l’amore che le genti di Castelbuono hanno nel tempo riversato verso i sacri ulivi che coprono le colline limitrofe.
Armando Moriconi
Titolo: Oltre il Muro –IO
Lo scorso inverno, mentre ero nello studio dell’artista, tra discussioni sull’arte cioè se farla o viverla, provocai Armando stimolandolo a proporre un bozzetto per il Parco della Scultura di Castelbuono, non un’opera sulla quale l’intervento manuale dell’artista fosse totalmente fondamentale, bensì pensare ad un progetto che coinvolgesse nella sua realizzazione pure i cittadini ed i materiali di quei luoghi.
Per uno scultore io so bene quanta necessità ci sia di allargare la sua anima attraverso gli occhi e le sue mani, per questo ringrazio Armando, il quale si è subito reso disponibile a mettersi in discussione, sollevando il velo con cui spesso gli artisti si coprono.
L’opera, composta da un muro megalitico leggermente curvo su cui sono inserite forme e lavorazioni contemporanee, all’osservazione incita ad oltrepassare le scontate banalità espressive, comunicando una tensione inventiva che evoca storia e gesta della gente del luogo, attraverso il recupero della pietra ed il lavoro manuale attraverso i quali i cittadini sono stati coinvolti nella realizzazione.
Silvia Ranchicchio
Titolo: Una Campana per Riascoltarti
L’arte, è l’uso di diversi processi espressivi che portano un artista, attraverso un complesso scambio di vissuto e illuminazioni alla realizzazione di un’opera. L’opera di Silvia Ranchicchio con il suo strappo centrale sul metallo, è come un urlo fatto di silenzi, che accoglie il visitatore senza preavviso, lasciandolo da subito godere di forti sensazioni.
La sfera in alluminio, installata a mò di pendolo, oltre che portarci nella dimensione del tempo come valore di misurazione è colma di suggestione e di suoni come una campana, unendo l’interno, cioè la parte dell’osservatore, con l’esterno, rivolto volutamente verso la cima del Sacro Monte Subasio, fornendoci così un risultato visivo e simbolico dell’opera su cui l’energia di ciò che è celato, grazie all’artista per chi lo vorrà, è in parte mostrato.
Marino Ficola
Titolo: Un Tau Senza Titolo
Nascere in una città d’arte, come è Deruta per la ceramica, poteva e può creare dei precedenti, a volte insuperabili, per chiunque voglia fare arte, ma non è stato così per Marino Ficola. La realtà derutese piena di terre, fumi dei forni da ceramica e di disegni esposti sulle vetrine non hanno frenato l’artista, il quale, sollecitato dalle tendenze del contemporaneo, è riuscito ad apportare una sua personalissima firma nella ceramica d’autore. La scelta su di lui è stata influenzata dalla conoscenza tra me che scrivo ed egli stesso, ma soprattutto dal fatto che, in un tardo pomeriggio dentro al suo studio-galleria, mi informava della sua intenzione di volersi confrontare nel futuro pure sui metalli; sapendo che è stato un allievo dell’artista Beverly Pepper gli ho proposto di realizzare un modellino per il Parco della Scultura di Castelbuono. Dalla presentazione del modellino, l’accettazione di esso da parte della commissione, poi la realizzazione e l’installazione sul posto dell’opera, è passato del tempo, il quale, oltre che confermare il forte valore simbolico di essa, ha ulteriormente rafforzato il grande valore espressivo dell’artista. Anche per questo artista, come per gli altri che lo hanno preceduto l’opera è stata fortemente influenzata dai luoghi.
Lucio Chiurulla
Titolo: Under Pressure
Lucio Chiurulla è un uomo e un artista composto, derivando ciò dal fatto che è sempre pronto ad elaborare la ricerca e proporre all’insegna della tradizione storica della scultura su pietra una contemporaneità personalizzata.
Under Pressure – Sotto Pressione; e chi non è sotto pressione, volendo ricercare e mettendosi continuamente sotto quella pressione che obbliga l’artista a non cadere nella semplice interpretazione delle cose che lo imprigionano e lo imbrigliano in forme tradizionali?
Nell’opera Under Pressure l’artista è riuscito, finalmente libero dal problema della rappresentazione, ad inserire un elemento ovoidale sotto pressione rendendolo plastico e morbido pur nella compressione a cui è sottoposto.
Nell’opera rigidità e morbidezza convivono in un dualismo che rimanda alla continua creazione a cui l’uomo-artista vuole e deve partecipare.
Stefano Bovi
Titolo: L’Angelo Mio
Il mondo dell’arte chiuso com’è in tutte quelle problematiche più o meno giuste, raramente offre ad un giovane alle prime esperienze un’opportunità come quella di realizzare un bozzetto per un Parco di Scultura. Una delle funzioni con cui vuole rapportarsi questo progetto nel tempo (Parco della Scultura di Castelbuono) sarà proprio quella di offrire ai giovani diplomati o autodidatti, la possibilità di instaurare eventuali collaborazioni.
La gioventù dell’artista appare evidente nel suo lavoro, dalla tecnica che egli ha usato per realizzare l’opera: decine de migliaia di piccoli tondini di ferro, prima tagliati con il frullino e poi saldati ad uno ad uno fino a completare il tutto.
L’opera, un angelo seduto a terra con la testa poggiata sulla mano, è dal simbolismo di sicuro rimando ironico ai tempi che viviamo e che vive l’arte.
Anche solo per un attimo l’opera farà riflettere chi la osserva, come pure ha fatto con me che scrivo, ma questo sono certo non è ciò che interessa Stefano Bovi, il quale sa già pur nella sua giovinezza che l’artista in fin dei conti è sempre solo con se stesso e con la sua amante, l’Arte.

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